Ornago, il parco denuncia: “Esche vive per fotografare i rapaci”

Rinvenute nei territori del Parco PANE, ad Ornago, esche vive per fotografare rapaci frequentatori del parco.
Una prova di barbarie ingiustificata ai danni di piccole bestiole indifese. Il quadro surreale si è materializzato in un’area boscata di Ornago, a lato della via Santuario, in una porzione che rimane a sud di Cascina San Giuseppe.
Come molti sapranno, lo scenario si presta bene, per gli amanti della fotografia naturalistica e della variegata avifauna locale, per immortalare le numerose specie di rapaci che popolano le aree del Parco Agricolo Nord Est (P.A.N.E.). Del resto qui non è complicato scorgere esemplari di civette, allocchi, barbagianni, gufi, poiane e non solo. Basta soltanto saper cogliere l’attimo. Appunto.
Ecco allora che qualcuno ha pensato ad un escamotage barbaro per facilitarsi il compito, fissando una fototrappola ad un albero e puntandola sul moncone di un tronco, sul quale era stato posizionato un topolino vivo, bloccato per la coda. Un richiamo perfetto per i predatori alati del parco, e quindi per riprendere gli esemplari. Non distante dal punto incriminato è stata rinvenuta anche una gabbietta aperta, con alcuni topolini bianchi a scorrazzare nei paraggi.
Il ritrovamento è stato effettuato dalle Guardie Ecologiche Volontarie del parco nella giornata di domenica durante un normale servizio di vigilanza. Dell’accaduto sono state informate le autorità competenti, in questo caso i Carabinieri Forestali, che hanno provveduto a mettere sotto sequestro il tutto.
Dal canto suo il Parco ci ha tenuto a segnalare l’episodio, prendendo le distanze da questo genere di pratiche, sottolineandone la modalità lesiva della professionalità della maggior parte dei fotografi naturalisti che utilizzano metodi leciti per l’attività.