Novità sul riscatto della laurea, Cgil MB: “Un provvedimento a carico dei giovani”

22 marzo 2019 | 09:24
Share0
Novità sul riscatto della laurea, Cgil MB: “Un provvedimento a carico dei giovani”

Il sindacato di via Premuda è scettico sull’efficacia della misura in discussione in Parlamento. Che consente, anche agli over 45, di sfruttare gli anni universitari per il calcolo previdenziale.

Chi oggi è nella fascia tra i 30 e i 40 anni d’età ormai lo afferma quasi come un modo di dire: “La pensione? Io non ci penso, chissà se e quando ci andrò”. Un tentativo di esorcizzare il futuro? Non proprio. Forse più un forte timore. Che rischia seriamente di diventare presto una certezza. Basti pensare che in Italia, seconda al mondo dietro al Giappone come età media della popolazione, il peso del sistema pensionistico sulle casse dello Stato è destinato ad incrementarsi nei prossimi decenni.

Ecco perché, a livello governativo, si stanno cercando sin da ora possibili soluzioni o, almeno, facilitazioni per rendere meno amara la pillola da ingerire. E, così, mentre, riguardo al tema pensioni, i fari sono accesi soprattutto sulla famigerata quota 100 (leggi l’articolo), nel cosiddetto Decretone, ancora in discussione in Parlamento, ci sono anche il riscatto di periodi non coperti da contribuzione e quello ad un costo agevolato della laurea.

Su quest’ultimo argomento, che potrebbe accendere l’entusiasmo proprio di chi non è entrato da molto nel mercato del lavoro, negli ultimi giorni c’è stata un’importante novità rispetto alle prime disposizioni. Che riservavano la possibilità di riscattare gli anni universitari solo agli under 45 (vedi la Circolare Inps).

Ora, invece, anche chi oggi ha più di 45 anni, se le modifiche al Decretone saranno confermate in Parlamento, potranno presentare nel triennio 2019-2021 la propria domanda. E pagare “soltanto” 5.241 euro per ognuno degli anni universitari, ma anche di quelli delle specializzazioni post-laurea o del dottorato di ricerca, in cui si è studiato. Soldi da versare, se si preferisce, anche in 60 rate mensili. Quindi nel corso di 5 anni.

Come spesso capita, però, c’è un ma. Lo sconto del riscatto della laurea è riservato a chi ha iniziato a lavorare dopo il 1996 e, quindi, rientra completamente nel sistema contributivo. Questo paletto, a parte i casi di chi si è iscritto tardi all’Università o ha conseguito il titolo accademico dopo molti anni di studi, esclude di fatto chi oggi ha più di 45 anni.

Il provvedimento, quindi, al di là degli effetti tutti ancora da valutare, apre più di qualche scenario di perplessità. “Si è tanto discusso della pensione di garanzia per i giovani e si approva un provvedimento il cui costo è a totale carico dei giovani contribuenti, sempre più spesso precari con laurea, dando incentivi fiscali per indorare la pillola” afferma Davide Carlo Cappelletti (nella foto in alto), Direttore Provinciale Patronato Inca Cgil Brianza .

“Mi sembra un provvedimento pensato per fare cassa, che non migliora la scarsa fiducia dei giovani rispetto alle tematiche pensionistiche – continua -crea ulteriore confusione dal punto di vista previdenziale e non coglie affatto le priorità di questa materia”.

Per il sindacato di via Premuda a Monza le domande che deve farsi chi sta valutando se riscattare gli anni universitari sono tre. “Andrò prima in pensione? Avrò un incremento della rata pensionistica se riscatto? Ho a disposizione altre forme di risparmio previdenziale? – spiega Cappelletti – è complicato valutare il reale beneficio pensionistico di un ipotetico riscatto”.

Il consiglio, insomma, allo stato attuale della questione, non può che essere di procedere con molta cautela. E aprirsi, sin da ora, altre opportunità che possano garantire un futuro pensionistico in ogni caso più sereno. “Nel sistema a ripartizione i contributi versati ogni anno dai lavoratori attivi sono utilizzati per pagare le pensioni dei lavoratori a riposo e andrebbero valutate tutte le possibilità offerte dal panorama previdenziale, come la previdenza complementare (Guida previdenza complementare) e i fondi pensione complementare previsti dal proprio CCNL” sostiene il Direttore Provinciale Patronato Inca Cgil Brianza.

“Il sistema previdenziale complementare (clicca qui) è maggiormente flessibile – continua – prevede molteplici possibilità di anticipazione, ad esempio per spese sanitarie e acquisto prima casa, di riscatto o di anticipo pensionistico con il sistema RITA – Rendita Integrativa Temporanea Anticipata”.