San Gerardo: nuovi percorsi di presa in carico per epatite C e tumori gastro-enterici

Nuovi interessanti prospettive si aprono per i pazienti affetti da epatite C e forme neoplastiche gastro enteriche: due modelli di presa in carico che vedono la collaborazione stretta tra medico ospedaliero e medico di famiglia.
Modello di presa in carico del paziente unico al mondo
L’obiettivo di entrambi i modelli di presa in carico è quello di ‘fare rete con i Medici di medicina generale’.
‘Con questo progetto che l’Ordine dei Medici di Monza e Brianza sposa in pieno, si realizza l’effettiva presa in carico del paziente con queste problematiche croniche specifiche – spiega il presidente OMCeO MB, Carlo Maria Teruzzi – così come ben declinato dalla riforma sanitaria di Regione Lombardia. E questo grazie alla collaborazione per la reale integrazione tra le cure specialistiche e le cure territoriali’.
‘Un altro aspetto importante da sottolineare è che la regione Lombardia, grazie a questo nuovo sistema, passa di fatto dall’offrire una prestazione alla presa in carico globale del paziente. Nel resto del mondo al momento non esiste un modello simile al nostro. Non solo, la provincia di Monza e Brianza è la prima della regione Lombardia per numero di soggetti cronici presi in carico’.
‘Si tratta di eccellenti esempi di realizzazione di percorsi dedicati ai nostri pazienti – sottolinea il direttore generale dell’ASST di Monza, Mario Alparone – che danno attuazione alla strategia di coniugare l’eccellenza clinica al territorio, grazie alla collaborazione con i medici di Medicina Generale’.
‘E per agevolare questi percorsi di presa in carico dei pazienti – ha aggiunto il direttore generale – stiamo agendo su due fronti: da un lato aumentando la disponibilità delle prestazioni che l’ASST di Monza metterà a disposizione delle cooperative, dall’altro puntando alla condivisione dei contenuti clinici dei piani assistenziali individualizzati con i medici di Medicina Generale’.
Modello per pazienti affetti da Epatite C
‘Partendo da un quadro generale dello stato di cura dell’Epatite C, possiamo dire che dal 2014 abbiamo a disposizione nuovi farmaci rispetto a quelli del passato – spiega il Prof. Pietro Invernizzi – che hanno un’efficacia nel 99% dei casi. Si assumono per bocca e sono praticamente privi di effetti collaterali. L’ASST del San Gerardo si occupa della patologia da molti anni e ora ha preso parte al programma internazionale di eradicazione totale dell’infezione. In questo scenario, il nuovo modello di presa in carico dei pazienti affetti da Epatite C si pone l’obiettivo di portare alla luce la totalità dei casi sommersi. A tal proposito da diversi mesi abbiamo attivato un sistema che permette ai medici di Medicina Generale di inviare in ospedale tutti quei malati che per varie ragioni non sono ancora entrati in contatto con una struttura specializzata. Il percorso prevede che il medico di Base prescriva al paziente esami ematici e strumentali, e poi tramite canali preferenziali, ci invii la persona da trattare. La nuova organizzazione consentirà di evitare visite inutili e di conseguenza ridurrà i tempi d’attesa. Non solo il vantaggio sarà duplice: da un lato i medici potranno lavorare al meglio, dall’altro i pazienti potranno ottenere il corretto supporto, in tempi ragionevoli’.
Modello per pazienti affetti da cancro gastro enterico
‘Al centro del nostro progetto, che si incentra sulle neoplasie gastro enteriche, c’è il paziente. Gli obiettivi principali – spiega il Prof. Braga – sono fondamentalmente due: la presa in carico diretta del malato e il completamento diagnostico in tempi rapidi. Solitamente si tratta di percorsi lunghi soprattutto se il paziente deve organizzarsi autonomamente. Vorremmo anche risolvere quella dicotomia spesso presente tra medico ospedaliero e medico di famiglia che fa soffrire il paziente, aumentando la sinergia tra queste due figure. In futuro vorremmo estendere questo modello anche ai pazienti affetti da altre forme tumorali’.
In entrambi i percorsi di presa in carico è prevista l’istituzione di numeri telefonici e di caselle di mail ‘dedicate’ per fornire risposte immediate, migliorando così la comunicazione tra medici di Medicina Generale e ospedale, e accorciando di fatto i tempi che contribuiscono ad aumentare il grosso stress emotivo dei pazienti.