Attualità

Vimercate, bus a chiamata: non è un mezzo per mamme ed è vietato dai 4 a 12 anni

Abbiamo testato il nuovo servizio in sperimentazione a Vimercate, in una condizione speciale, quella delle mamme con pargolo e passeggino al seguito

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Da un mese esatto è attiva a Vimercate la sperimentazione del bus a chiamata. Dall’11 febbraio, dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 17, è possibile, tramite l’App Shotl contattare un autista per essere trasportati da parte a parte del territorio vimercatese, frazioni comprese, al costo di 1 euro a corsa.

Poiché la sperimentazione ha sollevato ovazioni e critiche al tempo stesso, abbiamo deciso di testarlo per poter recensire il servizio. E l’abbiamo fatto in una condizione specifica, quella delle mamme con pargolo e passeggino al seguito.

PRIMO TENTATIVO FALLITO

Per utilizzare il servizio bisogna scaricare sul proprio cellulare l’App spagnola Shotl. Non esistono modi alternativi. Così per iniziare l’abbiamo scaricata e ci siamo iscritti: il procedimento è molto semplice, chiede l’inserimento di e-mail e password, senza nessun riscontro all’indirizzo di posta elettronica. Solo che al nostro primo tentativo, non siamo riusciti ad accedere: dava nome utente e password errati, per una mattina intera. Il giorno successivo, abbiamo dovuto disinstallare e reinstallare l’app, che ha poi funzionato.

PROBLEMI A TROVARE LA FERMATA

Siccome la questione più problematica riguarda le frazioni, in particolare Velasca, i cui residenti, in seguito alla soppressione di alcune linee di collegamento verso il centro, hanno avviato una raccolta firme, abbiamo deciso di provare a prenotare il bus da Oreno, alla stessa ora di un complice che l’ha invece prenotato da Velasca.

Da Oreno, spostandoci con bimbo e passeggino, abbiamo comunicato all’App di trovarci in via Vallicella e di dover arrivare in piazza Marconi, a Vimercare centro. La risposta è stata velocissima, l’autista ha comunicato che sarebbe arrivato in 4 minuti. Non sarebbe arrivato dove mi trovavo, ma alla fermata del pullman più vicina.

Non conoscevo però dove si trovasse, così, mentre l’App mi avvisava che il mio autista era arrivato, continuavo a girare a caccia della fermata. Alla fine, solo perché nel frattempo il complice era salito a Velasca e si trovava sul bus in compagnia dell’autista, mi ha comunicato dove si trovavano ad aspettarmi e, impostando Google Maps, li ho raggiunti. E mi hanno aspettato solo perché lo stesso ha chiesto all’autista di farlo, fossi stata da sola non avrei potuto comunicare in nessun modo con il conducente.

Secondo quest’ultimo esiste sull’App la possibilità di essere guidati anche nel percorso a piedi, da dove ci si trova al momento della prenotazione alla fermata: ma in quel momento quell’opzione non funzionava.

BUS VIETATO AI BAMBINI

Una volta raggiunto il luogo dove si trovava il bus ad aspettarmi, si è posto il “problema” bambino. Mi è stato infatti spiegato che avrei potuto tenere la mia bimba (che ha 6 mesi) in braccio o, qualora l’avessi, nell’ovetto. Ma, mi è stato comunicato dall’autista, i bimbi tra i 4 e i 12 anni, che non possono stare in braccio, e per viaggiare servono appositi seggiolini auto che non sono presenti, non possono salire sul bus. Se la mia bambina fosse stata più grande, sarei rimasta giù. Questa cosa non è comunicata, quindi le mamme che prenotano il servizio vengono per ora a saperlo solo quando il bus a chiamata giunge a prenderle.

IL VIAGGIO

Sono salita con l’ovetto (che avevo), mettendo in sicurezza la piccola, e ho pagato, come richiesto, per due, per me e per la mia bimba (in tutto abbiamo pagato tre corse). La destinazione richiesta era Piazza Marconi, l’autista ci ha fatto scendere alla fine di via Ronchi, poco prima della rotonda che conduce al centro.

RIASSUMENDO

Il bus funziona bene se si conosce la fermata esatta da cui passerà, ci si arriva e lo si prenota sul posto. È veloce, comodo e costa meno del bus tradizionale. Una volta prenotato, in tempo reale si può controllare dove si trova il mezzo, il percorso che sta facendo, e sapere tra quanto arriverà. Il conducente è molto cordiale e gentile: ha raccolto le nostre esigenze e nel viaggio di ritorno da Vimercate a Oreno ha rinnovato la disponibilità a farle presenti per migliorare il servizio.


Non si può prenotare il giorno o qualche ora prima, non c’è la possibilità di comunicare l’ora esatta a cui se ne avrà bisogno. Non si può prenotare nemmeno fuori da Vimercate. Bisogna dunque utilizzare il servizio proprio quando si trova sul posto, da dove e quando se ne ha bisogno.

Non è conosciuto. Mentre mi trovavo a Oreno, ho chiesto informazioni ai passanti per sapere dove si trovasse la fermata del pullman più vicina: nessuno, tra quelli a cui abbiamo chiesto, sapeva dell’esistenza del bus a chiamata, qualcuno mi ha anche detto che i pullman a Oreno non passano, altri che avrei fatto prima a recarmi in centro a piedi.

Ahimè, se siete mamme e dovete spostarvi con i vostri piccoli, se pesano meno di 13 kg e avete l’ovetto siete fortunate, altrimenti dovrete tenerli in braccio, con tutti i rischi del caso. Se hanno più di 4 anni e meno di 12, lasciate stare: nessuno l’ha comunicato, ma il bus a chiamata non è un bus per bambini… e per mamme.

Abbiamo fatto presente le nostre osservazioni al Movimento 5 Stelle, promotore dell’iniziativa tramite la giunta pentastellata di Francesco Sartini, parlando in particolare con il capogruppo Patrizia Teoldi, la quale ci ha ringraziati. «Il servizio è in fase sperimentale, quindi tutte le osservazioni sono ben accette per migliorarlo» ha commentato, comunicando che avrebbe riferito a chi di dovere, soprattutto le lacune riguardo alla comunicazione al pubblico del fatto che al momento il bus non è utilizzabile da mamme e bambini. «La segnalazione era già stata fatta da una mamma – ha concluso – L’abbiamo riferita a Zani, il gestore del servizio, che sta provvedendo ad attrezzarsi con dei rialzi per ovviare al problema già prima della fine della sperimentazione. Lo stesso vale per un eventuale numero da affiancare all’App: anche su quello si stanno cercando soluzioni».

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