Vimercate, i sindacati insorgono: “dilaga il precariato all’ospedale”

I sindacati a difesa dei lavoratori atipici hanno indetto lo stato di agitazione per protesta in difesa del personale precario del polo sanitario di Vimercate.
Una cascata di contratti “anomali” all’ospedale di Vimercate. Questo il motivo dell’allarme lanciato dalle associazioni sindacali dei lavoratori a somministrazione, NIdiL CGIL Monza Brianza e FeLSA Monza Brianza Lecco – con tanto di stato di agitazione – all’indirizzo dell’azienda ospedaliera di via Santi Cosma e Damiano.
Il nodo principale della questione riguarda i numeri impietosi del precariato del polo sanitario, che conta ben 140 figure precarie, impiegato con contratti a volte anche di un solo giorno, e che interessa anche altri poli della rete vimercatese, come Seregno, Giussano e Carate. Una scelta definita gravissima da parte di chi attacca. In larghissima misura la piaga tocca infermieri e operatori socio-sanitari del presidio. Coinvolto, ma con indici più moderati, il personale tecnico e amministrativo. Attualmente l’ospedale ha in corso il servizio di somministrazione di personale interinale con due agenzie, Tempor e Manpower, a cui dal 1° maggio subentrerà Gi Group.
È su questo punto che si innesta la polemica dei sindacati, che vorrebbero che, con il nuovo appalto, l’ospedale chiedesse a Gi Group di poter assumere il personale già utilizzato, evitando di mantenere appesi ad un filo 140 lavoratori. Per questo, oltre ad indire lo stato di agitazione, i sindacati hanno richiesto l’intervento della prefettura per provare a mettere ordine.
Al riguardo l’ospedale ha fatto sapere che l’Agenzia aggiudicataria è tenuta a garantire il mantenimento in organico di tutti i lavoratori utilizzati in precedenza.
“In merito a quanto contestato dai sindacati – ha precisato Roberto Pinardi, direttore amministrativo del nosocomio di Vimercate – ci sembra doveroso sottolineare che il contratto di somministrazione è per sua natura flessibile e viene usato dalle aziende per garantire la continuità delle prestazioni, laddove non possa essere utilizzato il personale strutturato.
Nel tempo questo tipo di personale è stato selezionato per coprire uno spazio assunzionale molto minore alle esigenze reali dell’azienda. Inoltre la “stabilizzazione” del personale “precario” può avvenire con le medesime modalità riconosciute a chiunque aspiri ad un posto a tempo indeterminato nella pubblica amministrazione, quindi con il collocamento o le procedure concorsuali. Infine l’ASST garantisce al personale somministrato i permessi riconosciuti al proprio personale dipendente. Ad esempio i benefici della Legge 104, il riconoscimento dei giorni per la partecipazione ad esami e concorsi, e il riconoscimento giorni/ore per l’aggiornamento obbligatorio e facoltativo”.
Il grosso nocciolo della questione sta però soprattutto nell’impossibilità dell’azienda ospedaliera di poter “sindacare” sulla durata del contratto atipico, che resta in capo e a discrezione dell’agenzia interinale.