CTL3 sotto la lente, la neo ingegnere Passoni: “Ripensiamo l’impianto a impatto zero”

9 aprile 2019 | 12:49
Share0
CTL3 sotto la lente, la neo ingegnere Passoni: “Ripensiamo l’impianto a impatto zero”

Bernareggio, da una studentessa di ingegneria l’idea di rendere ecosostenibile l’attuale campo sportivo.

Modernizzare un campo sportivo in chiave ecosostenibile. Questo è stato l’oggetto di studio di Sabrina Passoni, 25 enne di Carnate, neo laureata alla facoltà di Ingegneria Edile all’Università degli Studi di Bergamo.

Il 29 maggio ha ottenuto un punteggio di 107 su 110 presentando la tesi dal titolo “Riqualificazione energetica ed ampliamento di un impianto sportivo di atletica leggera tramite materiali termoriflettenti: studio applicativo del campo sportivo comunale CTL3 situato in Bernareggio (MB)”

In Italia il patrimonio edilizio è sempre in continuo movimento. Dati mostrano che la Brianza è una delle più costruite dell’intero Bel Paese; poche le aree verdi che resistono a nuove edificazioni. Perché non concentrarsi allora sulle strutture già esistenti e e valorizzarle?
Sabrina Passoni ha voluto immaginare un progetto di riqualifica energetica proprio di un luogo a lei caro e che ha frequentato fin da piccola: il campo sportivo CTL3 di Bernareggio. E così la studentessa ha unito la passione per lo sport e agli studi di ingegneria. Righello alla mano, ha pensato come aggiornare la tribuna utilizzando elementi strutturali a impatto zero e, anzi, produttori di energia.

“La scelta di questo argomento nasce innanzitutto dalla volontà di lavorare a un progetto di riqualifica che è un tema di forte attualità e che credo fermamenterappresenti il futuro dell’edilizia. Inizialmente non mi venivano idee sul caso di studio, mi era stato proposto un progetto di nuova costruzione, ma io volevo fare una riqualifica, allora ho pensato di proporre di analizzare il campo sportivo dove mi alleno e che frequento dall’età di 5 anni.” Queste le parole di Passoni per descrivere il lavoro di conclusione del suo percorso di studi. La tesi ha incuriosito la commissione di laurea che ha premiato la neo dottoressa con il massimo del punteggio, sei punti su sei.

La tesi prevede l’uso della tecnologia a secco. Gli elementi vengono avvitati o inseriti dentro guide, questo permette qualora si volesse demolire la struttura, di riciclare i vari materiali che costituiscono la parete. L’innovazione consiste inoltre nell’inserire all’interno di queste stratigrafie a secco dei particolari materiali termoriflettenti multistrato che limitano la trasmissione del calore per conduzione, convezione e soprattutto per irraggiamento.

Ad oggi, pur essendo realizzabile, il lavoro ha studiato solo una delle diverse dimensioni strutturali necessarie all’intera rivalutazione dell’area . Di ostacolo al progetto anche la gestione delle risorse economiche dell’area e dell’impianto per compensare l’investimento.