Fiume Seveso, istituzioni in campo per fermare l’inquinamento

3 aprile 2019 | 15:28
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Fiume Seveso, istituzioni in campo per fermare l’inquinamento

A Cesano Maderno si è parlato del fiume Seveso. L’obiettivo è quello di riqualificarlo dallo stato di degrado riportandolo al suo splendore

Il fiume Seveso torna a far parlare di sé. La qualità delle sue acque sono state l’argomento centrale di un convegno a cui hanno partecipato, ieri sera 2 aprile, istituzioni e forze politiche. Da Regione Lombardia ai singoli Comuni. Tutti uniti, questo l’intento, per fare sinergia e, soprattutto, per rispondere ad una domanda ben precisa. “Il fiume Seveso, un problema o un’opportunità”?

Il quesito lanciato dal sindaco di Cesano Maderno Maurilio Longhin, è stato il tema centrale della tavola rotonda che si è tenuta all’interno della sala consiliare di Cesano Maderno, in piazza Duca D’Aosta. Un’intera serata, che si è posta un obiettivo ben preciso. Quello di sensibilizzare, ma soprattutto di fare cultura in merito all’attuale stato di salute del corso idrico. Una salute, si sa, che non è certo delle migliori. E allora la domanda sorge spontanea. Cosa fare? Se lo scopo della serata è stato quello di promuovere azioni comuni, il convegno ha quindi voluto snocciolare le strategie messi in campo, per riscattare il Seveso dal degrado in cui verte e riportarlo alla sua bellezza originaria.

LA PROVOCAZIONE

“Il fiume Seveso è un problema o un’opportunità”? Tuona agli astanti la provocazione di Longhin.

Una provocazione che è subito stata recepita dalla nutrita partecipazione di istituzioni, fondazioni e aziende idriche. “Il Seveso – ha dichiarato il presidente della Provincia di Monza Brianza Roberto Invernizzi – è un fiume che rappresenta un problema sia per l’inquinamento sia per le inondazioni. È quindi fondamentale un’alleanza tra tutte le parti al fine di mettere in campo azioni concrete. Il Seveso – conclude Invernizzi – deve diventare un fiume non dove buttare le cose, ma un fiume dove poter cogliere delle opportunità“.

Dalla Regione sono intervenuti l’assessore al territorio e Protezione Civile, Pietro Foroni e i consiglieri Alessandro Corbetta e Gigi Ponti. Hanno risposto all’appello anche il presidente di BrianzAcque, Enrico Boerci  e il presidente di Como Acqua, Enrico Pezzoli. “La qualità degli ambienti acquatici nel bacino del Seveso” è invece stato il tema su cui si è soffermato Fabrizio Piccarolo, direttore della Fondazione Lombardia per l’Ambiente.

LE INTENZIONI

Molte le voci. Tanti gli argomenti trattati. Un unico soggetto: la precaria salute del Seveso. A cosa si è giunti?

Quando Corbetta (Lega) prende la parola, subito si ricollega a quanto asserito da Invernizzi. “Un fiume da cui cogliere delle opportunità? Qualcosa di assolutamente necessario”. Poi sottolinea la necessità di fare cultura e di sensibilizzare. “Non dobbiamo pensare all’acqua come ad una risorsa scontata. Non lo é. Il futuro – sottolinea – risiede proprio nel farlo capire a tutti. E in questo – precisa – la politica dovrà assumersi delle responsabilità ben precise“. Guardare al futuro, insomma, e farlo nella speranza che per davvero possa nascere una sinergia in grado di fare e non solo di parlare.

“Questo non è un punto di arrivo – ha spiegato Foroni -, ma un punto di partenza. È quindi necessario – qui riprende le parole di Invernizzi – che i Comuni smettano di guardare al proprio orto e che al contrario si cominci a fare sinergia”. L’assessore pone quindi l’accento sul lavoro di squadra. Su un fronte comune, che è quello di rendere i corsi d’acqua una priorità. Una priorità che è però anche una sfida. “Non solo per il nostro stato di salute – dice l’assessore -, ma anche e soprattutto per una questione economica. Oggi non vince un Comune. Vincono tutti quegli enti che hanno fatto un passo in avanti per trovare una comune soluzione. Oggi  – chiosa Foroni – vince la valorizzazione del territorio“. Rimane da capire se il Seveso possa diventare un elemento d’unione. “Una bella sfida – risponde Foroni – che come Regione vogliamo cogliere”.

IL PROGETTO

“Il progetto del sottobacino – ha spiegato Dario Fossati, direttore vicario dell’unità organizzativa Difesa del suolo e Gestione attività commissariali – è un nuovo strumento voluto dalla Legge 12 a cui va integrato il piano di tutela delle acque”. La Legge regionale, infatti, promuove la riduzione di consumo di suolo, ma soprattutto la collaborazione con i comuni, la città metropolitana e le province, per il recupero e la riqualificazione delle aree degradate o dismesse al fine di tutelare l’ambiente e promuovere gli aspetti socio-economici.

Tutela delle acque che parte con 3 macro obiettivi. Qualità. Sicurezza. Promozione e tutela dei servizi ecosistematici.

I risultati attesi sono quelli di portare il livello delle acque ad una buona qualità entro il 2027. Diversi anni di lavoro, insomma. Diversi anni per educare il mondo al fatto che l’acqua non è un bene scontato.

BrianzAcque questo lo sa bene. Ed è per questo che ha deciso di mettere in campo droni a caccia di scarichi inquinantie misuratori di portata per controllare i flussi. Questo l’innovativo contributo di BrianzAcque per la salvaguardare il fiume Seveso. “Quest’attività avviata in via sperimentale – ha spiegato il presidente Boerci – è basata sull’utilizzo di tecnologie innovative 4.0, non si ferma alla costruzione del data base, ma va avanti con l’obiettivo di intensificare sempre più la lotta all’inquinamento delle acque fluviali in un contesto di rinnovata alleanza tra molteplici attori”.

A tal proposito, nel suo intervento, Boerci ha colto l’occasione per illustrare i risultati del primo step di Brianzastream, il progetto di censimento degli scarichi lungo il Seveso e il Certesa con i droni. Lungo i 15 km del tratto brianzolo dei due corsi d’acqua sono stati rilevati 494 punti di scarico: 142 a Seveso, 100 a Meda, 90 a Cesano Maderno e i rimanenti suddivisi tra Barlassina, Bovisio Masciago, Lentate sul Seveso e Varedo. In base alla tipologia, il 52% sono civili, per il 23% si tratta di drenaggi, il 15% industriali e un 10% fanno capo al gestore idrico di riferimento.