Monza celebra il 25 Aprile. Il sindaco Allevi: “Con la cultura si combattono le polemiche”

25 aprile 2019 | 16:54
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Monza celebra il 25 Aprile. Il sindaco Allevi: “Con la cultura si combattono le polemiche”

Monza celebra il 74esimo anniversario della Liberazione. Un occasione attraverso cui Allevi zittisce tutte le critiche

Oggi, giovedì 25 aprile, è festa nazionale. Si celebra l’anniversario, il 74esimo, da quel 25 aprile del 1945 in cui l’Italia è diventata una democrazia. Ci sarebbe da festeggiare. Certo, ma il 25, forse, è rimasta una festa per pochi, per chi crede nella democrazia e nella libertà. E così il sindaco di Monza Dario Allevi ha puntato il dito contro le critiche che ormaida giorni piovono sulla celebrazione.

Monza si unisce ai festeggiamenti nazionali dedicando alla ricorrenza un’intera mattinata, che iniziata alle 9 con la celebrazione della Santa messa presso la cappella del cimitero, si è conclusa in piazza Trento e Trieste intorno alle 12.

Erano le 11, quando davanti al monumento dei caduti, alla presenza delle autorità cittadine e militari, la piazza si è tinta dei volti di centinaia di cittadini. In silenzio per ascoltare. Uniti per festeggiare. Peccato, però, che da festeggiare ci sia ben poco. Colpa delle critiche, che anche quest’anno, sembrano andare tanto di moda. C’è il sindaco di Lentate, che non celebra ufficialmente il 25 aprile e c’è chi coglie l’occasione per fare polemica. Si inneggia al fascismo o peggio ancora, si banalizza il 25 aprile con domande del tipo “liberati da cosa?” oppure “festeggiare per cosa?”. Ecco, se questi sono i presupposti, più che festeggiare sarebbe meglio ricordare. Ad averlo fatto è stata Cecilia Strada, attivista dei diritti umani. “Il 25 aprile – spiega – è la festa più bella dell’anno perché non c’è niente di più bello che celebrare la fine di una guerra”. Questo è il motivo principale per cui, a 74 anni dalla liberazione, si scende ancora in piazza. “Lo si fa – chiosa Cecilia – per ricordare ciò che è stato e per ricordare chi ha dato la vita per combattere il fascismo”. Un regime dittatoriale, è bene ricordarlo, che non è un opinione come un’altra, “ma un crimine – precisa l’attivista – che ha richiesto un prezzo altissimo”.

Il 25 aprile è allora il nostro passato ed il nostro presente. È prima di tutto la base della nostra Costituzione ed è anche il nostro futuro. “Una lettera d’amore – conclude Cecilia – da ricordare e trasmetterei alle generazioni che verranno “.

Tra il plauso degli astanti, la parola è poi passata agli studenti dell’ istituto Frisi Francesca Muriano e Paolo Torri. Loro, giovanissimi, pongono l’accento sull’importanza della celebrazione e forniscono una diretta testimonianza di come molti giovani ancora la intendono, questa festa. “Il 25aprile – dichiarano – è la sintesi di una Libertà da non sottovalutare e non sempre concessa in altri Stati.  E allora cosa è oggi questa libertà? “È combattere per ciò che si crede. Ed è per questo motivo – testimonia Vincenzo Di Paolo, consigliere provinciale di Monza e Brianza – che è nostro dovere riscoprirne il senso ed il valore”.

Sono parole, quelle del consigliere, che il sindaco Dario Allevi coglie e condivide appieno. È un tono perentorio, il suo, attraverso cui punta il dito a tutte quelle critiche che ultimamente vanno tanto di moda. “Sono stati più gli elementi divisivi che non quelli unitari che rappresenta questa data. Bisogna allora germogliare amore per sconfiggere questo odio“. E la soluzione? Allevi non le manda certo a dire. “Il modo migliore per vincere questi atteggiamenti arriva dalle testimonianze dirette, ma soprattutto dalle buone letture che sarebbe bene fare. Del resto – conclude Allevi – se si leggessero dei libri, passerebbe anche l’inutile voglia di polemizzare”.

E allora, in tal senso, forse aveva ragione Indro Montanelli. Se non si ha e soprattutto se non si conserva la memoria storica, l’Italia non ha futuro.