Culture senza Frontiere, la scuola che in Brianza insegna italiano agli stranieri

10 aprile 2019 | 00:29
Share0
Culture senza Frontiere, la scuola che in Brianza insegna italiano agli stranieri

Nasce 20 anni fa a Seregno la scuola di italiano per stranieri, Culture senza Frontiere. Ragazzini, bambini, donne e uomini provenienti da ogni parte del mondo studiano la nostra lingua con insegnanti volontarie. Il racconto della coordinatrice.

Il corso di italiano per adulti stranieri 

‘La scuola Culture senza Frontiere nasce 20 anni fa, precisamente il 2 febbraio del 1999, nei locali della parrocchia, sotto l’egida della Caritas. L’idea di creare una realtà scolastica che si occupasse di insegnare l’italiano agli stranieri – ci spiega la coordinatrice Laura Borgonovo – è emersa da una necessità del territorio. Iniziavano a essere molte le persone che arrivavano qui per lavorare e non conoscevano la lingua, di fatto il mezzo più importante per poter comunicare e integrarsi nel territorio. Ci siamo quindi rivolti alla Caritas, che ci ha dato la disponibilità dei locali della parrocchia. Subito dopo abbiamo iniziato a cercare degli insegnanti disponibili a seguirci in questo progetto. Oggi ne abbiamo ben 32, più 4 persone che si occupano del corso di taglio e cucito. Nel corso dei 20 anni sono passati 85 insegnanti, alcuni non lo erano propriamente ma affiancandosi alle professoresse hanno poi acquisito le competenze per poter seguire una propria classe’.

‘Abbiamo iniziato preparando un programma minimo per la sera e dopo qualche anno, quando hanno iniziato ad arrivare anche le donne, abbiamo introdotto un corso anche al pomeriggio. Per le arabe, marocchine e pakistane uscire la sera senza il marito o un famigliare era praticamente impossibile’.

‘Abbiamo redatto una scheda di iscrizione, che tutti i partecipanti devono compilare. Tuttavia qui non funziona come nelle scuole tradizionali, in cui l’iscrizione corrisponde alla frequenza. Da noi chi si iscrive non sempre riesce a seguire. Diciamo che su 250 persone iscritte la frequenza è pari a due terzi. Le classi vengono formate in base al livello di conoscenza della lingua: partiamo dal livello zero, ovvero quello degli analfabeti, poi abbiamo un livello base e uno più alto. Inizialmente erano classi miste, poi con l’arrivo delle donne abbiamo capito che era meglio creare gruppi divisi. Tuttavia se capita e c’è la possibilità non disdegniamo ancora le classi miste’.

‘E’ doveroso sottolineare – spiega Paola, una delle insegnanti – che noiaiutiamo anche le donne analfabete. Nonostante si tratti di un impegno difficile, sappiamo bene quanto sia fondamentale imparare a leggere e scrivere per integrarsi nella società. Noi ci impegniamo a pieno per aiutare queste donne, anche se sono in netto aumento. Loro, devo dire fanno altrettanto, sono tenaci e positive, hanno voglia di imparare. Alcune hanno 50 anni e tanta voglia di cambiare la loro vita. Partiamo proprio da zero, da come si impugna la penna, come si tiene il quaderno. Siamo una scuola della Caritas, noi accogliamo tutti e siamo pronti a gestire anche situazioni complesse come queste’.

Il sostegno scolastico per studenti stranieri

‘Nel 2003 è nata l’esigenza di aiutare anche i ragazzi stranieri che frequentavano le scuole. Iniziavano a essere tanti ed erano in difficoltà con l’apprendimento delle materie, non conoscendo la lingua, così abbiamo stretto una convenzione con il Comune di Seregno. Da allora riceviamo un contributo annuale per questo tipo di lavoro che si concretizza in un vero e proprio sostegno didattico’.

Gli insegnanti della scuola Culture senza Frontiere si occupano infatti di insegnare ai ragazzi non soltanto la lingua italiana, ma anche la Storia, la Geografia, il Diritto e la Matematica, ‘la materia più ostica per tutti’.

‘Quando arrivano dall’estero ragazzi di 13 anni che non conoscono affatto l’italiano vengono comunque iscritti alle medie. E’ qui che interveniamo noi: potenziamo le loro conoscenze della lingua – spiega Nuccia, un’altra insegnante – permettendo loro di affrontare l’anno scolastico in cui sono stati inseriti. Purtroppo non abbiamo una legge adeguata che gestisce l’inserimento scolastico. Senza le strutture di supporto come la nostra questi ragazzi finirebbero per essere bocciati più volte. A un certo punto, stanchi e senza volontà di studiare, finirebbero per ingrassare le fila della dispersione scolastica‘.

La scuola pubblica offre un sostegno agli studenti in difficoltà, tuttavia si tratta di un paio d’ore alla settimana.

‘Pensi che ci sono capitati due ragazzini egiziani totalmente analfabeti, che sono stati inseriti in prima e seconda media. E’ impossibile possano farcela da soli. Per questo è molto importante mantenere anche i contatti con la scuola di provenienza dei giovani studenti – aggiunge un’altra Paola – così da avere un controllo a 360 gradi sul loro percorso di apprendimento. Con alcuni istituti riusciamo a collaborare a stretto contatto, con altri purtroppo la comunicazione è ridotta al minimo. Le scuole più attive e disponibili vogliono addirittura sapere qual è la frequenza dei ragazzi alle nostre lezioni, inoltre ci informano sulle loro carenze. Questo ci permette di portare avanti realmente un lavoro di squadra’.

Tra noi e i ragazzi si crea anche un bel rapporto, perché nel limite del possibile cerchiamo sempre di seguire gli stessi. Pensi, c’è un ragazzo che ora studia all’Università in Inghilterra, che ogni 3 mesi ci chiama, ci chiede della scuola e di Seregno in generale. Quando torna in Italia non perde occasione per venire a trovarci. Per noi è la ricompensa più grande’, ci confida Paola.

Il corso di taglio e cucito

La scuola Culture senza Frontiere di Seregno non si ferma mai, è in continua evoluzione.

Nel 2014 è nato anche un corso di taglio e cucito – ci racconta Laura Borgonovo – volevamo aiutare gli adulti stranieri anche in altri ambiti, oltre a quello dell’insegnamento della lingua. L’obiettivo era favorire la loro integrazione sul territorio in senso più ampio. Così abbiamo dato vita a questo nuovo corso serale. Inizialmente è stato gestito da una ragazza brasiliana, che era molto brava a realizzare cuscini, tende, insomma non proprio cose semplici. Poi, quando lei ha trovato un altro impiego, abbiamo rivisto le lezioni pensando più alla quotidianità di saper fare un orlo ai pantaloni o accorciare un vestito. Questo percorso piace molto, lo scorso anno abbiamo avuto tra i partecipanti anche due uomini pakistani, molto appassionati di cucito’.

‘Con questo corso coniughiamo l’economia domestica con l’utilizzo dell’italiano, che è sempre il nostro obiettivo principale. Inoltre è un valido espediente per far uscire di casa le donne e farle socializzare tra loro’.

‘Abbiamo organizzato anche un corso sulla Costituzione Italiana con la collaborazione di un avvocato. Poi sono venuti i Vigili Urbani per insegnare la segnaletica stradale, mentre la Croce Rossa ha tenuto un corso di primo soccorso. In alcuni casi aiutiamo i nostri studenti anche nelle questioni quotidiane: se devono recarsi in un ufficio pubblico, svolgere qualche pratica burocratica o andare dal medico. In un primo momento diamo loro tutte le informazioni perché possano muoversi autonomamente, se questo non è sufficiente li accompagniamo personalmente’.

Tirando le somme Laura ci confida: ‘C’è sempre un grande rapporto di rispetto nei nostri confronti, sia da parte dei ragazzi che degli adulti. In 20 anni non abbiamo mai avuto problemi rilevanti. I piccoli intoppi non sono mancati, ma li abbiamo sempre risolti. Naturalmente abbiamo imposto delle regole sin dall’inizio: rispetto degli orari, delle religioni e delle culture altrui. Io personalmente mi trovo decisamente migliorata nell’approccio e nel rapporto con le altre etnie’.

La scuola di Seregno, Culture senza Frontiere è un ottimo esempio di buona accoglienza, un progetto con 20 anni di esperienza sulle spalle che merita di essere raccontato.

2 / 2