A Vimercate arriva la videosorveglianza, ma nel progetto non c’è Velasca

Il sindaco: “È solo il primo lotto”. La Consulta: “Vogliamo vedere certi impegni scritti nero su bianco”
È questa la settimana della svolta: con l’apertura delle buste delle società interessate, si darà un nuovo input al percorso che porterà alla nascita del “Grande Fratello” vimercatese, un sistema di videosorveglianza per il controllo del territorio comunale.
28 TELECAMERE, UN GRANDE ESCLUSO
Dieci i punti videosorvegliati, 28 le telecamere in tutto, divise in “di lettura targhe“, “di contesto” (fisse) e “di osservazione” (speed dome), 5 i centri di raccolta della rete IP wireless attraverso cui saranno trasmesse le immagini. Ed è qui che “casca l’asino”, perché da progetto sembra ci sia un grande escluso: ancora una volta lei, la frazione di Velasca.
La questione è stata portata nell’ultimo Consiglio Comunale dal centrosinistra. «Quando ho visto il progetto ho pensato: stanno facendo i pozzi perché manca l’acqua, hanno contemplato tutto il mondo tranne l’Africa – ha chiosato il consigliere PD Davide Nicolussi – Come si fa a escludere un progetto di sicurezza nel territorio più insicuro della città?». PD e Vimercate Futura poi hanno proposto tra gli altri un emendamento per “destinare quota parte delle risorse destinate al capitolo Polizia Municipale – Acquisto attrezzature per estendere il sistema di videosorveglianza alla frazione di Velasca”.
IL SINDACO: «SOLO IL PRIMO LOTTO»
A emendamento respinto, ci ha pensato il sindaco Francesco Sartini a rassicurare i presenti… o almeno a provare a farlo, annunciando che ci sarà, in seguito a questo, un secondo lotto: «Non c’è nessuna indicazione di voler escludere Velasca né nessun altra parte del territorio – ha spiegato – Abbiamo già detto più volte che si tratta di un primo lotto, che la maggior parte dell’investimento va per la realizzazione della centrale di controllo e abbiamo sempre spiegato che in questa prima fase non sarebbe stato possibile coprire tutto il territorio».
Il progetto, in effetti, come spiegato anche dal Vicecomandante della Polizia Locale Ermes Perera, prevede il coinvolgimento delle aree più centrali della città e le intersezioni più trafficate. «Vimercate ha un territorio molto esteso in termini chilometrici – ha commentato – Sono circa 21 chilometri quadrati. Se consideriamo poi che confina con 8 comuni, garantire telecamere a tutti i varchi d’accesso sarebbe stato molto dispendioso. Per questo l’Amministrazione ha deciso di iniziare da un primo lotto, partendo dal centro per estendersi man mano verso la periferia. Il secondo lotto prevede il coinvolgimento delle frazioni, il terzo dei parchi, con un discorso a parte che riguarda l’abbandono dei rifiuti».
LA CONSULTA: «SCRIVETELO NERO SU BIANCO»
La cosa che fa discutere, però, è il collocamento dei centri di raccolta, le “antenne” del sistema wireless che trasmetterà le immagini alla sala di controllo che si troverà presso il comando di Polizia Locale di piazza Marconi: cinque in tutto, uno sul campanile del Santuario della Beata Vergine di piazza Roma, uno sul Campanile di Oreno, uno sul campanile di Ruginello, uno sulla torre dell’acquedotto di via Fiume e in ultimo uno sulle Torri Bianche. E Velasca? Ecco il problema: il nome della frazione non compare da nessuna parte.
Sulla questione è scesa in campo anche la Consulta: «Siamo sicuramente soddisfatti per le parole del Sindaco Sartini, dell’Assessore Calloni (in Consiglio Comunale) e della Polizia Locale, circa l’installazione di telecamere anche a Velasca in una fase secondaria – ha commentato il Presidente Paolo Galli – Ma vorremmo vedere certi impegni scritti nero su bianco. Siamo anche preoccupati, perché nessuno ha ancora saputo indicare le tempistiche di questa seconda fase e dobbiamo prendere atto che, purtroppo, Velasca è stata in ogni caso esclusa dalla fase in cui si creerà l’ossatura del sistema. Abbiamo richiesto chiarimenti, in vista di una assemblea pubblica con i Velaschesi. Ad oggi, siamo ancora in attesa».
ECCO DOVE SARANNO
Nel dettaglio, il sistema prevede alla rotonda di Ruginello, tra le vie Cadorna e Adda, e all’incrocio tra via Galbussera e San Giorgio, due telecamere di contesto e due di lettura targhe, mentre alla rotonda tra le vie Milano e Santa Maria Molgora e tra Piazzale Marconi e via Vittorio Emanuele ce ne saranno tre, due lettura targhe e una sola telecamera fissa. Lo stesso dicasi per le intersezioni tra via Rota e via Lecco, tra via Cremagnani e via Trieste, tra via Motta e via Mazzini. In piazza Roma e in piazza Unità d’Italia, invece, sono previste temecamere “speed dome” orientabili e teleguidate, capaci di fare riprese a 360 gradi, con zoom ad alta definizione. Stessa telecamera tra via Mazzini e Pinamonte, che affiancherà una videocamera di lettura targhe.
Questa la base del progetto presentato dall’Amministrazione, che in corsa potrebbe vedere delle variazioni.