Friday For Future, protesta green per le strade di Monza. “Per l’ambiente nessuno ha fatto niente!”

Tornano gli studenti di Friday For Future Monza. Un corteo per chiedere alla politica azioni concrete contro il cambiamento climatico.
Non si arresta il movimento ‘Friday For Future Monza’, nato dopo il primo sciopero globale del clima dello scorso 15 marzo. Cartelli, slogan e canti riempiono le vie del centro – non più solo Piazza Trento e Trieste – mentre ragazze e ragazzi chiedono un cambiamento delle attuali politiche ambientali, in un maggio destinato a essere ricordato come il più freddo degli ultimi 70 anni.
“Dicono che ci restano solo 12 anni per invertire le tendenze – ci raccontano gli studenti – ma di azioni concrete se ne vedono poco e il territorio ne risente“.
Ed è vero: l’emergenza climatica riguarda tutti noi e gli episodi di maltempo delle ultime settimane, e in particolare la violenta grandinata dell’altro giorno che ha provocato danni per milioni di euro all’agricoltura, lo dimostrano.
A due mesi dalla grande manifestazione di piazza che aveva portato oltre due mila studenti al grido “siamo tutti ecologisti”, oggi c’è stato un vero e proprio corteo con circa 500 persone che ha invaso il centro città, facendo tappa man mano che avanzava davanti ai principali istituti superiori monzesi.
Studenti divisi. Qualche polemica è volata, soprattutto con chi ha deciso di stare in classe e non manifestare. “E’ un loro diritto – tuona una giovane manifestante – ma che sappiano che siamo qui anche per loro. Non abbiamo paura di dire che c’è una generazione che sta chiedendo di salvare il pianeta”.
Il corteo
Al corteo mezzo migliaio di ragazzi delle scuole superiori. Un flop di partecipazione? “No, anzi avevo paura di arrivare e trovare un centinaio scarso di persone – commenta Nicolas Torri, coordinatore provinciale di Friday For Future. “L’attenzione mediatica è un po’ calata rispetto al mese di marzo, per noi è un successo aver realizzato il corteo con questi numeri”.
“Siamo tornati in piazza – prosegue – perchè non è ancora cambiato nulla, né a livello amministrativo, né a livello legislativo. Qualche comune ha dichiarato lo stato di emergenza climatica, ma niente di più. Noi a Monza chiediamo cestini per la raccolta differenziata, politiche che mirino a ridurre il consumo della plastica, meno polveri sottili. E a livello regionale ci mobilitiamo per avere un miglior servizio di trasporto pubblico”.
I prossimi passi
“E adesso? – aggiunge Torri – uno statuto nazionale. Non siamo un’organizzazione territoriale, ma nazionale. Abbiamo fatto una prima Assemblea Costituente a Milano, ne faremo un’altra a settembre a Napoli. Monza c’è, risponde bene: ad oggi siamo circa 150. Nel nostro piccolo non molliamo: da un paio di mesi ogni venerdì ci incontriamo e discutiamo idee e proposte. E’ il nostro punto di partenza”.