Mega concerti nel Parco di Monza: il comitato: “Fateli altrove!”

6 maggio 2019 | 15:02
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Mega concerti nel Parco di Monza: il comitato: “Fateli altrove!”

Gli ambientalisti brianzoli denunciando un progressivo snaturamento del polmone verde

Da parco reale a verde attrezzato: secondo gli ambientalisti brianzoli è questo il destino che attende il Parco di Monza. Dopo la conferenza stampa della scorsa settimana il commiato per il Parco torna a puntare il dito contro il progetto che Sias ha presentato alla Sovrintendenza di Milano per utilizzare in pianta stabile il prato della Gerascia come area concerti.

Un’iniziativa che ha letteralmente mandato su tutte le furie gli esponenti del comitato che vedono in questo intervento la spia di un progressivo snaturamento delle prerogative originarie del polmone verde, concepito come area verde destinata a principi e re e oggi degradato a contenitore per maxi concerti.

“Negli ultimi anni la Soprintendenza ha autorizzato lo svolgimento nell’area suddetta di alcuni concerti sulla base della considerazione che si trattava di interventi che non avrebbero modificato il disegno paesaggistico originario dell’architetto Luigi Canonica, risalente ai primi anni del XIX secolo, potendosi ripristinare l’area nella sua configurazione precedente – hanno spiegato i portavoce del comitato -. Tale argomentazione è stata ritenuta non rispondente al dettato del Testo Unico dei Beni Culturali e nemmeno alle disposizioni contenute nella concessione, da parte dei Comitati a salvaguardia del complesso monumentale, che hanno presentato un esposto alla Procura della Repubblica, tuttora in esame”.

Gli ambientalisti temono che sarà questo l’orientamento alla base del masterplan regionale sulla riqualificazione del polmone verde, come è già evidente nel progetto che riguarda la Gerascia. “Un intervento che lascia trasparire l’intenzione di favorire economicamente la Sias che – come è stato confermato dallo stesso presidente di Aci, Angelo Sticchi Damiani, – versa in pessime acque e pretende che siano i soldi pubblici a toglierla dai guai”.

Il destino del Parco si intreccia dunque ancora una volta quello dell’Autodromo. Gli ambientalisti non hanno intenzione di abbassare la guardia e rivendicano per il Parco un ruolo ben diverso da quelle che stanno disegnando i vertici politici regionali e comunali. “Quanto all’interesse collettivo riguardo alla possibilità di svolgere concerti con grande afflusso di pubblico nel Parco – concludono -, si fa presente che è necessario e certamente più proficuo sotto tutti i punti di vista prendere in considerazione alternative valide quali, ad esempio, lo stadio rinnovato e le ex cave Rocca”.