Economia

Morti sul lavoro, i sindacati: ‘Serve più prevenzione e maggiori investimenti’

Hashtag #bastamortisullavoro: ieri Cgil, Cisl e Uil hanno fatto il punto sulla sicurezza nelle aziende.

Morti sul lavoro

Le morti sul lavoro sono una piaga che affligge ancora il nostro quotidiano: a livello nazionale, ad oggi, sono stati 248 gli incidenti mortali, un dato che sale a 505 se si comprendono anche i morti in itinere, ossia avvenuti nel tragitto casa-lavoro e viceversa.

Puntando la lente di ingrandimento sulla Brianza, sono 5 i lavoratori che hanno perso la vita sul proprio luogo di lavoro. Sono i dati emersi nel corso dell’incontro organizzato al Binario 7 di Monza da Cgil, Cisl e Uil, al quale hanno partecipato numerosi rappresentanti dei lavoratori della sicurezza (Rls).

In nome dell’hashtag #bastamortisullavoro, le tre sigle sindacali hanno evidenziato gli interventi da attuare con urgenza, affinché più nessuno debba piangere la scomparsa di un proprio caro.

 

‘La democrazia non può essere per pochi – spiega Giulio Fossati segretario Cgil – per questo noi dobbiamo diventare i protagonisti delle battaglie per affermare i diritti civili. La sicurezza sul lavoro è una questione fondamentale che va affrontata immediatamente. E’ fondamentale migliorare le condizioni di lavoro, ecco il perché di questo incontro e della manifestazione che abbiamo organizzato per il 7 giugno. Cgil, Cisl e Uil brianzole unite dai medesimi obiettivi, si riuniranno per la marcia degli Rls, che partirà nella mattinata dalla sede Inail per concludersi davanti alla prefettura di Monza’.

‘Lo scorso anno si sono verificate 7 morti sul lavoro, quest’anno siamo già a 5 infortuni mortali: 25 febbraio a Desio, 26 febbraio a Lentate sul Seveso, 26 marzo a Meda, 8 aprile a Lissone e 10 aprile a Sulbiate’, ha aggiunto il segretario.

Questo scenario evidenzia le diverse lacune dell’attuale mondo del lavoro che andrebbero colmate al più presto: esiste la necessità di incrementare la formazione del personale, sviluppare la cultura della prevenzione e aumentare i controlli nelle aziende, che al momento sono decisamente limitati.

‘La percentuale di ispezioni nei luoghi di lavoro da parte dell’ATS non supera il 5% – precisa Giulio Fossati – ciò significa che un’azienda potenzialmente viene controllata una sola volta ogni 20 anni. Per fortuna, a migliorare leggermente il dato in Brianza ci pensa la nostra ATS, che raggiunge sul territorio di competenza l’8%’.

A sottolineare l’importanza dei controlli più massicci è Pierluigi Rancati, membro della segreteria regionale della Cisl: ‘In Lombardia le ispezioni hanno interessato 30mila aziende su 480mila, serve un sistema più organizzato’.

Anche alcuni provvedimenti del Governo hanno contribuito a complicare la situazione, di fatto ostacolando le attività di contrasto agli infortuni sul lavoro. Il Decreto ‘Sblocca cantieri’, per esempio, ha ampliato la possibilità del subappalto dal 30% al 50%. Non solo, il taglio delle tariffe Inail per tre anni ha ridotto la premialità delle aziende che investono di più in sicurezza.

‘Non possiamo più ricevere notizie di vite spezzate sul lavoro. Sia che accada in fabbrica o cantiere, quello che ne scaturisce è dolore e sconcerto. Il problema è prima di tutto culturale – spiega Firmino Di Barbora di Anmil – per questo continuiamo ad andare nelle scuole e nelle aziende a raccontare cosa è successo a noi rappresentanti. Attraverso le nostre esperienze cerchiamo di far capire l’importanza delle norme sulla sicurezza e l’utilizzo di strumentazioni e dispositivi specifici al fine di protegge la vita dei lavoratori, sempre’.

‘Perché il lavoro è vita, dignità, riscatto sociale. Non può mai essere morte o mutilazione’, ha concluso Di Barbora.

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