San Gerardo: follow up del carcinoma mammario in collaborazione col territorio

Il San Gerardo presenta un nuovo progetto-pilota rivolto alle pazienti con diagnosi di carcinoma mammario: follow up per 5 anni con il medico di base in stretta collaborazione con l’oncologo.
Follow up sul territorio: i vantaggi
A livello nazionale, ogni anno, si ammalano di tumore alla mammella circa 52.000 donne. Per circa due terzi di queste pazienti l’iter terapeutico prevede l’intervento chirurgico e un successivo quinquennio di sola terapia ormonale. E’ questo il cosiddetto follow-up: per tutto il corso dei 5 anni sono previste diverse visite mediche, nonché alcuni esami strumentali (ecografia mammaria e mammografia bilaterali) e di laboratorio (analisi del sangue). Soprattutto nel primo periodo la frequenza dei controlli è più serrata (quattro-sei mesi), poi vanno diradandosi (una volta all’anno fino al quinto anno). Sono oltre 2000 le visite che vengono eseguite ogni anno dagli oncologi per la sorveglianza del tumore mammario.
Il nuovo modello, messo a punto dall’ospedale San Gerardo, permetterà alle pazienti di svolgere la maggior parte dei controlli presso lo studio del proprio medico di base, riducendo di fatto il numero di accessi in ospedale. Naturalmente il medico di famiglia lavorerà a stretto contatto con l’oncologo di riferimento, con il quale potrà confrontarsi tramite un numero di telefono e un contatto mail dedicati.
Una vera e propria rete assistenziale che dalla stanza di ospedale estenderà le sue maglie sino al domicilio della paziente.
‘L’oncologo e il medico di famiglia saranno sempre in stretto contatto per rispondere ai bisogni di salute del malato. In qualsiasi momento del percorso di controllo – spiega la Prof.ssa Marina Cazzaniga, Direttore facente funzione dell’Unità operativa complessa Centro di Ricerca di Fase 1 e responsabile per la patologia mammaria dell’oncologia medica – in caso di dubbio clinico o di sospetta recidiva, il medico di famiglia potrà contattare l’oncologo di riferimento. Nel malaugurato caso in cui dovesse essere confermata la diagnosi di recidiva, la paziente verrebbe nuovamente presa in carico dall’ospedale’.
‘Non saranno più necessarie lunghe file al CUP per prenotare le visite di controllo – aggiunge la Prof.ssa Cazzaniga – la paziente, dopo la prima visita con l’oncologo, riceverà una lettera dettagliata che fornisce istruzioni al suo medico di famiglia su quali esami dovrà eseguire e dopo quanto tempo’.
I vantaggi di svolgere i follow up sul territorio sono quindi molteplici: da un lato, per le pazienti significa risparmio di tempo e riduzione dell’ansia, dall’altro per l’azienda ospedaliera si traduce in un contenimento dei costi e un’opportunità di focalizzare le energie del personale medico nella giusta direzione.
‘Si tratta di un progetto pilota, per il momento abbiamo identificato un gruppo di pazienti, residenti nel Comune di Monza, con rischio di recidiva molto basso. Naturalmente è previsto anche un percorso formativo per i medici di base, cosicché possano far fronte all’importante ruolo che andranno ad assumere nella gestione di queste pazienti. Ci saranno inoltre due visite intermedie per verificare che il progetto effettivamente stia procedendo nella maniera corretta’, ha aggiunto la Prof.ssa Cazzaniga.
‘Il nostro obiettivo è rendere l’eccellenza del nostro ospedale accessibile a tutti – spiega il Direttore Generale, Mario Alparone – per questo la collaborazione con le strutture del territorio è fondamentale. Grazie a questo progetto le pazienti potranno eseguire il controllo clinico in un ambiente più familiare e meno formale. I Medici di Medicina Generale proseguiranno la tradizione di essere il punto di riferimento per le proprie pazienti e gli specialisti ospedalieri avranno maggiori disponibilità da riservare alle situazioni cliniche più complesse o di difficile gestione. Si tratta di un ottimo modello di interazione che favorisce la ripresa alla normalità della vita quotidiana delle pazienti, valorizza e rafforza il legame clinico tra specialisti ospedalieri e Medici di medicina generale e ottimizza l’utilizzo delle risorse’.
‘Certamente l’iniziativa rappresenta un valore aggiunto nella gestione delle patologie che necessitano un iter di follow up prolungato nel tempo – aggiunge Carlo Maria Teruzzi, Presidente OMCeO Monza Brianza – e certamente il carcinoma della mammella ne è un esempio paradigmatico. Tuttavia è un valore aggiunto che dovrebbe rappresentare la normalità: è così che si dovrebbe fare in qualsiasi settore della sanità pubblica e privata laddove il paziente ha la sfortuna di dover essere seguito nel tempo. L’Ordine dei Medici di Monza Brianza plaude a tale iniziativa che vede la medicina delle cure primarie e la medicina ospedaliera incontrarsi e collaborare per il bene dei cittadini. L’Ordine sarà sempre di supporto alle iniziative che le ASST e le Cure Primarie intraprenderanno per la reale presa in carico del paziente cronico’.
In conclusione, il direttore generale ha anticipato che il San Gerardo continuerà a lavorare nell’ottica di costruire una rete sempre più fitta e solida con il territorio. A tal proposito ha anticipato: ‘Non ci fermeremo al coinvolgimento diretto dei medici di base, presto saranno interessate anche le farmacie, che si occuperanno di prenotare gli esami per i pazienti più anziani’.