Varedo: riqualificare l’area Snia? Per ora si riparte da zero

Lavori fermi per l’ex area Snia. La società che si era aggiudicata l’asta ha rinunciato all’acquisto. Si riparte da zero
A Varedo, per il momento, sfuma il sogno di riqualificare l’ex area Snia. Dopo più di un anno di proroghe e 300 mila euro versati a titolo di acconto, la Predium, società spagnola che si era aggiudicata all’asta una porzione dell’ex area industriale, esattamente 166 mila metri quadri, ha rinunciato all’acquisto.
Un colpo che l’amministrazione comunale non si aspettava. Forse, dati i continui rimandi da parte di Predium. Verrebbe da pensare che qualcosa era prevedibile, ma d’altro canto il sindaco Vergani ha spiegato che “ci siamo incontrati più volte con la società, con Pgt e varianti alla mano. Più volte – ribadisce – ci siamo incontrati anche con i curatori già verso la fine del 2016, aperti a qualsiasi soluzione. Probabilmente hanno avuto problemi con gli operatori che stavano dietro la transizione”, conclude Vergani.
Ma l’opposizione, più di tanto non concorda. “Io lo immaginavo – spiega Stefano Zini (PD) – perché in mancanza di un progetto valido, non è assolutamente pensabile che una società investa milioni di euro senza sapere cosa possa poi realmente fare. Sarebbe stato necessario sedere ad un tavolo assieme a Regione e Provincia e delineare le strategie”. Nel frattempo Vergani rimbecca: “Regione c’entra poco. Una società che acquista all’asta deve sottostare al Pgt vigente e, ad ogni modo, abbiamo più volte dato la nostra piena disponibilità”.
Per quanto se ne discuta, la situazione non cambia. La Predium ha rinunciato all’acquisto e l’ex area industriale rimane lì, nel suo stato di degrado e abbandono. La vera domanda da porsi è e resta una. Ora quale sarà il futuro della Snia? “Stiamo lavorando perché quell’area diventi un corpo unico”, ha precisato Vergani che ha poi colto l’occasione per spiegare che a breve ci sarà una nuova asta, esattamente il 10 luglio. Insomma, la volontà dell’amministrazione è certo quella di combattere il degrado e l’illegalità proveniente dalla Snia.
Lo ha dimostrato, lo scorso lunedì 6 maggio, l’incontro che il primo cittadino di Varedo ha espressamente richiesto con il neo prefetto di Monza, la dottoressa Patrizia Palmisani.
Una tavola rotonda a cui hanno presenziato, assieme al vice sindaco di Varedo Fabrizio Figini, il questore monzese, Michele Sinigaglia e diverse autorità militari. Il prefetto, a questo punto, ha posto l’accento sulla necessità che tutte le parti intervengano in modo tempestivo per affrontare l’emergenza, soprattutto quella connessa alla presenza di rifiuti, parcheggiati all’interno della fabbrica dismessa ormai dallo scorso 2 agosto 2018.
Allo stesso tempo, secondo quanto ha dichiarato il neo prefetto, dovranno porsi in essere delle iniziative volte a mettere in sicurezza tutta l’area urbana limitrofa alla Snia. In sostanza, la parola d’ordine deve essere quella di mettere in sicurezza il centro cittadino.
Vergani ha quindi illustrato la strada che l’amministrazione Comunale ha già intrapreso e che continuerà a percorrere. Un insieme di azioni che l’amministrazione ha formalizzato durante il consiglio comunale, tenutosi proprio ieri, giovedì 9 maggio. Si è per l’appunto parlato delle linee guida finalizzate alla rigenerazione urbana.
A questo punto resta da capire se mai potrà aprirsi un dialogo tra le parti politiche, capace, come ha ben specificato Silvia Teston (M5s), di trovare una soluzione non politica, ma rivolta ai cittadini in grado di perdurare negli anni. “La riqualificazione dell’area Snia è un percorso che durerà 10/15 anni come minimo, per cui le chiavi dello sviluppo dell’area devono essere in mano ai cittadini e non a rappresentanti politici, noi compresi, che abbiamo un mandato di soli 5 anni”.
“Non resta – ha concluso il primo cittadino – che aspettare gli sviluppi, senza creare false aspettative”. Una frecciatina, quest’ultima, scoccata al consigliere PD Stefano Zini. “Anche secondo me – ha dichiarato Vergani -, così come disse Giorgio Gori (ex candidato PD per la presidenza di Regione Lombardia), il progetto di fare una Silicon Valley è una cosa utopistica“. A stretto giro posta Zini controbatte: “Gori disse tutt’altra cosa. Ossia che la situazione non è facile perché bisogna prima sbrogliare la situazione fallimentare delle diverse proprietà. Ma non ha certo detto – Zini lo precisa – che creare un piano di riqualifica ben preciso sia un’utopia”.
Volendo fare un’analisi, verrebbe da pensare che dietro c’è tanta politica. Volendo invece crederci, verrebbe da sperare in una soluzione del problema.