Brianzacque, Asst Monza e CNR al tavolo per parlare della qualità dell’acqua MB

Promossa la rete idrica dell’azienda pubblica brianzola che gestisce le casette dell’acqua in 55 comuni della provincia
Essenziale per la vita dell’uomo, l’acqua è oggi sempre più al centro dell’interesse pubblico. Sotto indagine non è la quantità, problema fortunatamente risolto alle nostre latitudini, quanto la qualità dell’acqua che scorre nei nostri rubinetti e che quotidianamente beviamo.
“L’Italia è il primo consumatore in Europa e il terzo al mondo per consumo di acque minerali confezionate, ma molte acque potabili sono di gran lunga superiori per qualità alle acque in bottiglia”. Ad affermarlo è Vito Felice Uricchio, Direttore dell’Istituto di Ricerca sulle Acque del CNR, tra i relatori del convegno sulla ‘Comunicazione della qualità dell’acqua’ che ha avuto luogo ieri presso la sala congressi dell’Ospedale San Gerardo di Monza. Tra queste acque pubbliche di qualità c’è l’acqua “super controllata” che scorre nella rete di Brianzacque, l’azienda pubblica che gestisce industrialmente il ciclo idrico integrato nella Provincia di Monza e della Brianza.
Dati medico-scientifici dimostrano che la qualità dell’acqua condiziona la nostra salute. Il CNR ha individuato ben 1.186 sostanze neurotossiche per l’uomo, tra cui piombo, mercurio, arsenico, DDT, che possono generare gravi malattie, dai disturbi respiratori, visivi e uditivi al ritardo mentale neonatale fino a patologie oncologiche. Tra i contaminanti emergenti, ovvero gli elementi inquinanti delle nostre acque, troviamo farmaci, fitofarmaci, antibiotici, detersivi, droghe, micro e nano plastiche.
È fondamentale, quindi, per la nostra salute che l’acqua che beviamo sia essa stessa in salute, quindi priva di tossicità. Per la rimozione di agenti tossici inquinanti è necessario l’impiego di tecnologie di depurazione all’avanguardia, capaci di rendere l’acqua “buona e sicura”. È quello che fa Brianzacque, grazie alla collaborazione con IRSA CNR del professor Uricchio. Questa alleanza ha portato alla realizzazione di uno screening di ampio spettro, per cercare di individuare il più possibile quelle sostanze che possono creare problemi alla salute.
“La qualità dell’acqua di rete in Brianza non ha nulla da invidiare all’acqua in bottiglia – ha dichiarato Enrico Boerci, presidente e amministratore delegato Brianzaacque – Avvantaggiata dal fatto che proviene dalla falda acquifera profonda e diffusa della Brianza, l’acqua è calcarea, ovvero ricca di calcio e magnesio, e in assenza di patologie particolari è bevibile senza rischi. È oligominerale e iposodica. È un’acqua buona e soprattutto controllata. Ogni mese vengono effettuati analisi ai pozzi e all’intera rete e ogni mese pubblichiamo il livello e le caratteristiche della nostra acqua. I valori sono così sempre aggiornati”.
Un doppio controllo quello effettuato sulle acque di Brianzacque: uno interno da parte del laboratorio dell’azienda idrica brianzola e uno esterno da parte di ATS. Nel 2018 sono stati 7.551 i prelievi di campioni di acqua per un totale 183.804 parametri analizzati. Un controllo costante per limitare i rischi e rendere l’acqua brianzola sicura per la cittadinanza.
Brianzacque serve 55 comuni della provincia di MonzaBrianza oltre al comune comasco di Cabiate, gestendo un totale di 63 casette dell’acqua, che nel 2019 diventeranno 70, e 21 erogatori nelle scuole e negli enti pubblici. E si apre la possibilità di installare alcuni erogatori targati Brianzacque, già fornitore dell’ASST di Monza, anche negli ospedali dell’azienda sanitaria territoriale.
Considerando solo le casette dell’acqua nel 2018 sono stati 7,7 milioni i litri di acqua erogati da Brianzacque, equivalenti a 5,1 milioni bottiglie di plastica da un 1,5 litri risparmiate. Un risparmio che fa bene all’ambiente ma non solo: costa 5 centesimi al litro l’acqua dei chioschi pubblici di Brianzacque e ciò si è tradotto in 1,3 milioni di euro risparmiati dalle famiglie della Brianza.