Riusamò, per il Centro del Riuso di Monza è ormai il tempo del game over

La struttura, che sarebbe dovuta essere gestita dalla cooperativa sociale Manitese all’ex Mercato ortofrutticolo, non si farà più. Insuperabili per il Comune i problemi tecnici.
Tanto tuonò che piovve. In questi giorni di caldo africano, naturalmente può essere solo una metafora. Ma rende l’idea di come sia finita male la vicenda di Riusamò, il Centro del Riuso di Monza finalizzato al recupero e alla raccolta di beni non più utilizzati dai cittadini. Che, gestito dalla cooperativa sociale Mani Tese, avrebbe dovuto inizialmente aprire a settembre 2017 all’ex Macello, poi, con rinvio all’estate 2018, negli spazi dell’ex Mercato Ortofrutticolo all’angolo tra via Mentana e via Buonarroti.
Mesi di attesa, con tanto di cartello “Prossima apertura Riusamò” che ancora campeggia su quello che doveva essere l’ingresso del potenziale Centro del Riuso. E alla fine tutto cadrà nel nulla. Perché, manca ormai solo la comunicazione ufficiale del Comune di Monza, il progetto è chiuso ancora prima di essere mai partito ufficialmente.
Il motivo? Semplice, quanto piuttosto desolante. I problemi tecnici, che hanno impedito di utilizzare prima l’ex Fossati Lamperti, poi l’ex Macello, quindi l’ex Mercato Ortofrutticolo come sede della nuova struttura, si sono rivelati insuperabili. Non ci sono le condizioni di sicurezza minime per aprire il Centro. E, così, i termini per evitare di perdere i fondi regionali, 26.741 euro su un investimento complessivo di 90mila euro, un terzo a testa tra Mani Tese, Comune di Monza e appunto Regione Lombardia, sono ormai scaduti.
Le tempestiche, previste dal bando vinto dalla cooperativa sociale Mani Tese, avevano come iniziale data ultima quella dell’8 luglio 2018. Ma, anche grazie all’approvazione lo scorso 26 giugno, da parte della Giunta comunale di Monza, della delibera dal titolo “Conferma di prosecuzione del progetto Ecoscambio, uso e riuso di beni e assegnazione di una nuova area e relativo immobile per sopraggiunto interesse istituzionale”, si era ottenuta una proroga fino a febbraio 2019. Purtroppo non è servito.
LE TAPPE DELLA VICENDA
Diffondere sul territorio il tema della sostenibilità ambientale. Era questo l’obiettivo fondamentale con cui viene annunciato ormai più di due anni fa l’ormai imminente apertura di Riusamò, il Centro del Riuso di Monza. C’era ancora la giunta Scanagatti a Piazza Trento e Trieste. La sede è quella dell’ex Macello (leggi l’articolo).
E, sorgono, i primi problemi. Perché, come ha dichiarato ad MBNews Simone Villa (nella foto in alto), attuale vicesindaco di Monza e Assessore al Patrimonio e ai Lavori Pubblici, “quella sede non era adeguata perché già si sapeva che lì sarebbe sorto un polo scolastico innovativo (clicca qui)”.
Così la prima inaugurazione della struttura, che la cooperativa sociale Mani Tese avrebbe dovuto gestire, viene procastinata oltre settembre 2017. Intanto a giugno 2017 Scanagatti viene battuto. Primo cittadino diventa Dario Allevi. Passano i mesi. Si arriva a metà 2018. Il bando regionale, con i fondi destinati a Riusamò, sta per scadere. Bisogna intervenire immediatamente.
E, così, in extremis, si decide di spostare la prima sede individuata di poche centinaia di metri. Sarà l’ex Mercato Ortofrutticolo il luogo in cui a Monza si cercherà di diffondere il seme dell’economia circolare, cioè della valorizzazione delle risorse a nostra disposizione attraverso la riduzione degli sprechi, il riuso dei prodotti e il riciclo.
La delibera del 26 giugno 2018 prevede anche che la convenzione tra Comune di Monza e la cooperativa Mani Tese duri 24 mesi, quindi fino al 26 giugno 2020. Poi ci sarà la rendicontazione per valutare come sono stati spesi i soldi investiti (vedi l’approfondimento).
Tutto a posto? Manco a dirlo. Manitese comincia i lavori di adeguamento della struttura prescelta. Dall’impianto elettrico da mettere a norma ai bagni, fino alla tettoia della piattaforma ecologica. A dicembre 2018, però, arriva la doccia fredda. Il nuovo responsabile unico del procedimento comunica che non ci sono le condizioni minime di sicurezza per svolgere le varie attività previste per Riusamò, dall’accoglienza al vaglio del materiale consegnato dai cittadini fino alla rivendita.
All’inizio del 2019 si susseguono incontri tra il Comune di Monza e Manitese per cercare di trovare una nuova soluzione. Si parla dell’area ex Philips (clicca qui), oltre 25 mila metri quadrati in via Casati. Ma non ci sono le condizioni logistiche adeguate. Il tempo è ormai scaduto. Game over.
IL FUTURO
Il tramonto di Riusamò ha avuto lo strascico di un accordo economico tra il Comune di Monza e Manitese. La cooperativa sociale, infatti, aveva anticipato le spese per l’adeguamento dell’ex Mercato Ortofrutticolo. Nei prossimi giorni dovrebbe arrivare una delibera con la quale si certifica il risarcimento economico che Piazza Trento e Trieste riconoscerà alla Ong milanese. A Monza, però, il tema del riuso e dell’economia circolare potrebbe ancora restare all’ordine del giorno.
“La piattaforma del riuso è nel capitolato di gara per il nuovo appalto rifiuti, insieme all’implementazione della piattaforma ecologica – afferma l’assessore comunale all’Ambiente e all’Urbanistica, Martina Sassoli (nella foto in alto) – su base volontaria il cittadino conferirà qualcosa che non è un rifiuto, ma un oggetto da gestire in maniera diversa”.
Sui tempi di realizzazione, però, meglio non sbilanciarsi. “L’appalto rifiuti di Monza è molto grande, c’è una notevole e gradita attenzione da parte di Anac (Autorità nazionale anticorruzione) – continua – restiamo in attesa, anche perché la procedura sta diventando oggettivamente lunga (ecco i dettagli)”. Insomma, ci sarà ancora da aspettare. E pensare che, invece, pochi giorni fa a Vimercate, proprio con il bando regionale di Riusamò, è stato inaugurato il Centro del Riuso “Panta Rei” (qui la news).