Sgarbi riempie piazza dell’Arengario a Monza: lectio magistralis con sferzate d’attualità

Grande successo per la serata di Sgarbi a Monza. Nella storica cornice dell’Arengario, il professore ha tenuto una lectio magistralis in cui ha abilmente intessuto la storia dell’arte con la politica, non senza colpi di scena e battute spiazzanti.
‘Fortunatamente siamo fuori campagna elettorale’, esordisce Vittorio Sgarbi, che si sente quindi legittimato a dire la sua sull’attuale Governo. ‘Ci fanno rimpiangere persino Don Camillo e Peppone. Don Camillo era la democrazia cristiana, lo scudo crociato, la croce era il simbolo di un partito laico’.
Il Cristianesimo è storia e patrimonio culturale
E’ immediato il collegamento all’annosa questione dei crocifissi nelle classi delle nostre scuole: ‘Perché dovrei togliere il crocifisso dalle aule? E’ un uomo, non Dio, un uomo che si è messo in croce e ha cambiato la storia. Quando un insegnante impedisce che ci sia il crocifisso in aula e proibisce il Presepe da cui inizia la storia di un uomo straordinario, sta negando non una religione, ma una civiltà, una cultura, che si è espressa in una quantità straordinaria di opere d’arte meravigliose nel nome di Cristo, uomo. Quindi laico non è contrapposto a cristiano ma a clericale. La Democrazia Cristiana era un partito laico basato su valori cristiani che sono valori di formazione e cultura. Non vorrei mai essere musulmano, voglio essere cristiano e voglio essere orgoglioso di questa mia posizione’.
https://www.facebook.com/MBNewsQuotidianoOnlineMonzaeBrianza/videos/3023773587647606/?epa=SEARCH_BOX
‘Il Cristianesimo è storia – prosegue il professore – e Benedetto Croce, il più grande filosofo laico del ‘900, diceva: non possiamo non dirci cristiani, vale anche per gli atei. E ve ne do la misura: quando chiedete che ora sia, non potranno che rispondere: 21.30 del 20 giugno 2019 Post Cristum Natum. Noi abbiamo ogni minuto nel nome di Cristo‘.
Poca cultura nella politica
Sgarbi disserta del Cristianesimo, in termini di storia e immenso patrimonio culturale, per poi rimarcare il ruolo che dovrebbe avere la politica a tal proposito:
‘Vi ho fatto questo ragionamento perché la funzione del politico in ambito culturale, è quella di non avere paura della storia e di difendere i monumenti che spesso sono chiese, emblemi di civiltà. Da un lato è doveroso difendere la cultura, dall’altro è fondamentale promuoverla. Nel nostro Paese invece vige una grave sottovalutazione, un’insufficiente presenza della cultura nella politica’.
Sbarbi: ‘Abbiamo bisogno di un governo più colto’
La lectio a questo punto prende una piega duramente critica nei confronti dell’attuale governo. Il professore non si risparmia…
‘La politica non è per forza una brutta cosa, può essere fatta da persone insufficienti. A tal proposito Croce diceva: il vero politico onesto è il politico capace, l’incapace è disonesto. E noi ora abbiamo un governo profondamente disonesto. L’Italia è un Paese ricco che ha bisogno di una classe politica che ne capisca l’enorme valore. La sua ricchezza è la civiltà, il patrimonio artistico’.
‘Possibile che nessuno partito abbia mai scelto di chiamarsi con la parola più alta e più bella, che vale letteralmente per quello che dice: Rinascimento? No, oggi abbiamo partiti che si chiamano 5 Stelle, ma che vuol dire? Non sono mica ristoranti! Forza Italia? Ma che siamo allo stadio?’.
‘La politica deve saper difendere il nostro immenso patrimonio culturale, per questo bisogna sperare che non sia la Raggi sindaco di Roma, ma un uomo di cultura, come fu Giulio Carlo Argan. Se continuiamo a sottovalutare la cultura umilieremo la politica! E non saranno i magistrati nella loro ignoranza a moralizzare il Paese, interrogando per due ore il Presidente della Regione come se fosse un delinquente. Devono smetterla anche loro, abbiamo già avuto un campione di ignoranza, che si chiamava Di Pietro e con lui è cominciata la fine dell’economia italiana’.
Sgarbi ne ha persino per il Papa: ‘Se un leader ha il coraggio di alzare il crocifisso, il Papa dice che non va bene. Quando Salvini ha fatto quel gesto, ha detto meglio ateo che cristiano ipocrita. In realtà voleva dire che Salvini è uno str…o’.
Il professore, come di consueto, ha tinteggiato il nostro presente politico, non senza forti coloriture. Il pubblico ha più volte sottolineato il proprio apprezzamento con lunghi applausi.
Poi è iniziata la ‘vera lectio magistralis’: Sgarbi cambia registro, indossa i panni del professore e critico di storia dell’arte e si destreggia nella descrizione delle grandi opere d’arte che sono custodite non soltanto nella città di Monza, ma anche a Milano, Bergamo e Mantova. Si va dagli affreschi degli Zavattari e dell’Appiani, alla Villa Reale del Piermarini, dal Duomo di Monza a quello di Milano e naturalmente non manca l’Ultima Cena di Leonardo.
Due ore senza interruzioni (fatta eccezione per un clacson insistente e un ‘infiltrato’ urlante ‘caprone!’), in cui il pubblico è rimasto inchiodato al proprio posto ad ascoltare. Entusiasta e senza parole.