Stato di agitazione all’Asst Monza. Sindacati in presidio davanti al San Gerardo

13 giugno 2019 | 15:50
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Stato di agitazione all’Asst Monza. Sindacati in presidio davanti al San Gerardo

I sindacati lamentano carenza di personale con a rischio la qualità dell’assistenza ai cittadini. Pronta la replica della direzione sanitaria che accusa i sindacati di essersi chiusi al confronto.

C’è tensione tra il personale sanitario e l’Asst di Monza. Una situazione difficile che ha portato mercoledì alla dichiarazione dello stato di agitazione e oggi a un sit in con volantinaggio fuori dall’ospedale San Gerardo. Le sigle sindacali e le Rsu (Cgil, Cisl, Uil, Usb, Cub, Nursing Up, Nursid) hanno unito le forze per alzare l’attenzione sulla carenza di personale dell’Azienda Socio Sanitaria Territoriale e rappresentare il disagio dei lavoratori e delle lavoratrici che operano al suo interno.

LE MOTIVAZIONI

La questione degli organici, secondo quanto riferito dalle rappresentanze sindacali, ha impatti importanti sui carichi di lavoro e questo stato nel periodo delle ferie estive risulta sempre meno gestibile. La preoccupazione dei sindacati è che a risentire negativamente di questa situazione non sia solo il personale dipendente dell’ASST Monza ma la cittadinanza per un calo della qualità dei servizi. “Stiamo facendo un ragionamento sui livelli di prestazione: siamo a favore di livelli essenziali  che non vuol dire livelli minimi. L’obiettivo di questo stato di agitazione è la difesa della qualità dell’assistenza” hanno spiegato unitariamente le rappresentanze sindacali.

Dopo l’indizione dello stato di agitazione di mercoledì 12 giugno le segreterie territoriali delle sigle sindacali e la RSU hanno incontrato la direzione dell’azienda, alla presenza del Prefetto di Monza, Patrizia Palmisani, per un tentativo di conciliazione. “La direzione ha riferito che i numeri sono a credito e che addirittura in alcuni reparti ci siano degli esuberi. Noi dissentiamo da questa analisi, riteniamo che i criteri di valutazione siano obsoleti e che gli organici debbano essere aumentati” hanno dichiarato le rappresentanze durante il presidio.  Alla fine dell’incontro con il Prefetto, RSU e organizzazioni sindacali hanno ritenuto che non vi fossero le condizioni per revocare lo stato di agitazione.

“Nonostante la mancanza di certezze circa la risoluzione delle criticità, la qualità dei servizi e delle prestazioni è stata finora garantita anche grazie all’impegno e al forte senso di responsabilità del personale,  L’obiettivo è di mantenere anche in futuro i livelli di eccellenza di questa azienda, riconosciuta come fiore all’occhiello della Brianza e della sanità lombarda” sottolinea Vincenza Manco, coordinatrice RSU ASST Monza.

PRONTA LA REPLICA DELL’ASST MONZA

La direzione dell’ospedale ci tiene però a far sapere che nonostante la disponibilità al confronto i sindacati hanno preferito interrompere il dialogo. “Abbiamo fornito ampi dati sulla componente ospedaliera – sottolinea il direttore Generale Mario Alparone – e ci siamo resi disponibili a completare l’informazione con le attività territoriali. Le organizzazioni sindacali si sono però chiuse al confronto, chiedendo lo stato di agitazione tre giorni dopo il primo incontro, ribadendo la loro decisione anche ieri in Prefettura: nonostante la nostra disponibilità a riprendere la discussione, i sindacati hanno deciso unilateralmente di interrompere i colloqui e i tentativi di mediazione. Una dimostrazione di mancanza di volontà costruttiva“.
La direzione sanitaria precisa inoltre che “dalle analisi prodotte non emerge un deficit di personale assistenziale. Sia i dati di assunzione e fuoriuscita, sia i dati di assorbimento sono stati formalmente consegnati alle OO.SS. il 30 maggio 2019 e per questo si ritengono assolutamente immotivate ed infondate le considerazioni sul tema della presunta mancanza di personale”.
C.P.