Sulbiate, l’Ex Filanda non decolla: gli scenari

Una nube d’incertezza aleggia sulla “fabbrica del saper fare”, a tre anni dall’avvio del progetto.
Interrogativi e possibili scenari sull’Ex Filanda di Sulbiate. La “fabbrica del saper fare”, nata nel 2016 da un bando di Fondazione Cariplo e affidata a tre operatori con finalità e ambiti di azione molto diversi fra loro – Consorzio Comunità Brianza, Make In Progress e DelleAli Teatro – da qualche mese a questa parte sta vivendo un processo che potremmo definire di “riorganizzazione delle idee”.
Guardando nel suo insieme il progetto, potremmo anche parlare di una fase naturale e preventivabile, vista la natura composita di un contenitore che fin dalla nascita si proponeva con un ampio assortimento di servizi, tra corsi, laboratori, camp estivi e consulenze erogati dal partner Make in Progress sulle tecnologie innovative 4.0. Passando per il supporto per la ricerca del lavoro fornito da Mestieri Lombardia. Fino agli spettacoli propinati da DelleAli Teatro. Il tutto cercando di coinvolgere le scuole del territorio e mettendo a sistema le diverse attività del polo. Insomma, una bella sfida.
A due anni dalla partenza dell’esperienza, si può dire che il piano dell’offerta non abbia reso esattamente come da previsioni. Lo dimostra, per esempio, il fatto che alcuni progetti, dopo nemmeno tre anni siano già “saltati”. Come l’agenzia del lavoro affidata a Mestieri Lombardia, realtà coordinata da Stefano Radaelli, lo stesso direttore dell’Ex Filanda (che a fine dell’anno scorso ha però lasciato l’incarico). Lo sportello lavoro da dicembre scorso ha chiuso definitivamente i battenti, complice una domanda sotto le aspettative, e con il servizio che è stato affidato al suo posto al progetto provinciale di AFOL.
E a far nascere il sospetto che il processo non stesse andando come da previsioni, si è messo anche il calo degli eventi in agenda. Insomma, i sospetti sulla tenuta del progetto hanno delle basi e ragion d’essere. A mettere un po’ di chiarezza alla situazione del polo ci ha pensato però l’assessore con delega alla Cultura, Valery Bertolini.
“In realtà non c’è nessuna crisi nell’Ex Filanda – ha precisato l’assessore – Non dobbiamo dimenticarci che stiamo parlando di un progetto complesso, e che la diminuzione di attività culturali non è un sintomo di malessere. Anche perchè molte di queste iniziative sono a costo zero, quindi non contribuiscono a mantenere la struttura. Sono una semplice cornice della parte principale del programma, che è il polo industriale e imprenditoriale. Semmai, bisogna rivalutare le varie realtà, che devono iniziare a ragionare in un’ottica di maggiore interazione tra loro, e non ognuna guardando al proprio pezzetto”.
Un messaggio chiaro, che deve tenere in conto, oltre agli obiettivi ambiziosi da cui partiva il progetto descritto nel bando, anche dei costi per sostenerlo. Spese nell’ordine dei 20mila euro annui di affitto dovuti al comune, e di circa 35mila per le utenze. Oltre a quelli assicurativi, di mantenimento e sponsorizzazione dei vari eventi. Costi che in totale superano i 100mila euro.
Insomma, se non serve un piano di rilancio, quantomeno di revisione e coordinamento degli obiettivi. Insieme a nuove idee sul tavolo da parte dei soggetti gestori, capaci di essere veramente attrattive per il territorio: a questo proposito l’associazione Make In Progress “si sta attrezzando” con un progetto sulla canapa che dovrebbe partire a breve.