Bosco delle Querce, simbolo del disastro ICMESA, un’opportunità educativa e ambientale

11 luglio 2019 | 09:30
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Bosco delle Querce, simbolo del disastro ICMESA, un’opportunità educativa e ambientale

A 43 anni dal disastro che cambiò per sempre la Brianza, si torna a fare il punto della situazione. Il luogo simbolo della diossina, pronto a migliorarsi di nuovo ma gli occhi rimangono puntati sulla Pedementana

Per la comunità della Brianza Ovest la data del 10 luglio e il luogo dove sorge il Bosco delle Querce sono profondamente simbolici. Questo parco infatti, quel caldo sabato del 1976, è stata l’area, tra Seveso e Meda, che fu maggiormente colpita dall’esposizione della nube di diossina dell’ICMESA.

Da quel tragico giorno sono passati 43 anni, un disastro impossibile da dimenticare che però è riuscito a trasformare la Brianza Ovest in un territorio virtuoso e il Bosco delle Querce in un parco che vuole sempre di più essere una grande opportunità educativa e ambientale per i cittadini perché, come afferma il sindaco di Seveso Luca Allievi: “rispettare ogni giorno questo parco, significa rispettare tutte quelle famiglie che in quel periodo hanno sofferto. L’obiettivo dell’Amministrazione, infatti, è quello di rendere sempre più fruibile quest’area verde che può dare molto”.

I numeri di quel tragico giorno arrivano in Senato

“Era il 10 luglio 1976, un caldo giorno d’estate come tanti, quando in Brianza accadde un incidente che avrebbe segnato per sempre quel territorio”. In occasione del 43esimo anniversario del disastro ICMESA, il Senatore Gianmarco Corbetta del Movimento 5 Stelle ha deciso di raccontare e ricordare, in Senato, quei tragici avvenimenti che hanno segnato per sempre la Brianza.

“Alle ore 12 e 37 dallo stabilimento Icmesa di Meda fuoriuscì una nube tossica contenente almeno 15 chili della più pericolosa tra le diossine. Spinta dal vento, la nube si diffuse in un territorio con 36 mila abitanti, tra i comuni di Seveso, Meda, Cesano Maderno, Bovisio Masciago e Desio. L’erba ingialliva, le foglie cadevano. 3300 animali morti. 80 mila abbattuti in seguito. 736 persone evacuate; 41 famiglie non tornarono più nelle loro case perché furono abbattute. Centinaia gli adulti e bambini intossicati – ricorda – Quell’anno aumentarono notevolmente gli aborti spontanei e le malformazioni alla nascita. Così come le patologie epatiche e altri problemi di salute. Ufficialmente la diossina non causò nemmeno una vittima, eppure i comuni coinvolti registrarono un incremento della mortalità che qualcuno si spinse a calcolare tra i 126 e i 157 morti. E questo per limitarci ai soli effetti nel breve periodo. I materiali contaminati, la terra, le macerie, i resti degli animali vennero interrati in due grandi vasche appositamente costruite nella zona A, quella più colpita, l’unica che venne bonificata.”

E le vasche in questione si trovano proprio al Bosco delle Querce, in via Ada Negri, dove – i cittadini testimoni di quel 10 luglio – hanno lasciato foto e vecchi articoli di giornale proprio per non dimenticare.

“Dal danno all’opportunità”, il riscatto ambientale promosso da Agenzia Innova21

Nell’anno 2000, sotto lo slogan “dal danno all’opportunità” è stato avviato il percorso di Agenda 21 Intercomunale con l’intenzione di operare il riscatto ambientale di un territorio segnato dall’incidente ICMESA del 10 luglio1976. Dopo 5 anni di Forum, nel 2005, i comuni decisero di costituire l’Agenzia InnovA21 per lo Sviluppo Sostenibile, un’associazione nata per supportare le pubbliche amministrazioni nella progettazione e l’attuazione di progetti ambientali a servizio della comunità locale.

Seveso è un luogo che ha cambiato la storia europea, dall’evento che ha colpito il territorio sono nate le direttive che portano il nome della città e hanno cambiato in meglio le condizioni di produzione industriale rendendole più sicure e sostenibili – dichiara Marzio Marzorati, presidente dell’Agenzia InnovA21 –  l’Europa ha saputo trasformare in vantaggio sociale e ambientale per tutta la comunità del vecchio continente ciò che prima era solo un disastro. Dobbiamo anche considerare i profondi cambiamenti che hanno attraversato la nostra società dal punto di vista ambientale, oggi la presenza di ARPA che con 1000 persone specializzate, attraverso processi scientifici validati svolge una attività quotidiana di monitoraggio e controllo unici al mondo. La nuova frontiera dell’ENTE regionale è lo studio dei cambiamenti climatici e le azioni da mettere in campo per contrastarli e mitigarli. Sono onorato di far parte del Comitato di Indirizzo che segue i lavori dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente e rappresentare il punto di vista ambientalista in un luogo di controllo e guida. Questa opportunità la dice lunga su come le cose sono cambiate dal 1976 e come la sfida ambientale oggi deve essere condivisa e affrontata scientificamente in modo partecipato”.

Il Bosco delle Querce: “unico e da valorizzare”

E’ il simbolo del disastro, un territorio che in molti pensavano potesse trasformarsi in un “cimitero” di brutti ricordi e invece, oggi, è un’area verde bella e molto frequentata. Ma qualcosa in più, ancora, si può fare.

“L’ambizione progettuale di InnovA21, considerata l’unicità del Bosco delle Querce, è quella di dare maggiore valorizzazione all’area inserendola in circuiti storici e culturali anche di carattere europeo, attraverso la collaborazione e il coinvolgimento delle due Pubbliche Amministrazioni di Seveso e Meda  – spiegano dall’Associazione – Le celebrazioni del 40esimo anniversario dell’incidente, con il percorso “Seveso +40” gestito da InnovA21 che ha coinvolto cittadini, associazioni e protagonisti dell’evento storico, hanno, infatti, messo in luce il grande patrimonio storico, culturale e di conoscenze che può ancora essere condiviso”.

Ed è assolutamente d’accorso anche il sindaco di Seveso, Luca Allievi che è pronto a creare sempre più eventi per rendere il più fruibile possibile il parco: “questo è un luogo che va rispettato – dice- mi arrabbio molto quando vedo immondizia in giro lasciata da qualche incivile. L’obiettivo dell’Amministrazione, oltre a quello di creare più eventi culturali e di socializzazione all’interno del Bosco delle Querce, è anche quello di potenziare il sistema di video sorveglianza e di garantire più controlli, con guardie ecologiche o vigilanza urbana”.

Nel giorno del ricordo, gli occhi sono puntati su Pedemontana

E’ impossibile dimenticare quel 10 luglio 1976. Impossibile non ricordare la paura della gente, poco informata. Impossibile dimenticare le immagine dei visi dei bambini con la pelle bruciata pubblicati sulla stampa dell’epoca. Ogni anno, questo giorno, diventa il giorno del ricordo. E mai come in questo giorno, si parla di Pedemontana e del rischio che la diossina, quella che è da anni è letteralmente sepolta sotto i piedi dei brianzoli, possa riemergere a causa dei lavori per la costruzioni dell’autostrada.

“Nel 85 Regione Lombardia istituì il divieto di costruzione e scavo nell’area contaminata ma – incredibilmente – nel 2009 la stessa Regione derogò il divieto, per consentire il passaggio dell’autostrada Pedemontana lombarda, portando avanti quel tragico processo di rimozione collettiva. Eppure, come dimostrano i campionamenti effettuati anche in anni recentissimi, dopo 43 anni la diossina è ancora lì, presente nei terreni ben oltre i limiti di legge – commenta il Senatore Corbetta – Sull’altissima tossicità della sostanza oggi non ci sono dubbi: è cancerogena, danneggia tessuti grassi, fegato, reni, sistema cardiocircolatorio e nervoso centrale, produce danni embrionali e malformazioni, diminuisce la fertilità e la capacità riproduttiva. Gli studi epidemiologici effettuati sulla popolazione esposta al disastro hanno confermato un aumento significativo dell’incidenza dei tumori e altre malattie” – e aggiunge -“Solo grazie all’intervento del MoVimento 5 Stelle nella scorsa legislatura regionale si è posto concretamente il tema della bonifica dei terreni su cui dovrebbe passare Pedemontana, imponendo una preventiva attività di analisi e la predisposizione di un piano di bonifica. E anche per i terreni agricoli ci sono finalmente novità. Da pochi giorni abbiamo una norma che impone alle ASL di controllare i prodotti agricoli di terreni contaminati e stabilire le misure per la tutela della salute – conclude nel suo intervento al Senato – Ma intanto sono passati 43 anni dal disastro dell’ICMESA; la legislazione ambientale, proprio partendo da quell’incidente, ha fatto passi da gigante in tutto il mondo, ma il tempo perduto nella tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini della Brianza nessuno lo potrà mai recuperare”.