Rinnovo contratto, Fisac Cgil MB: “Vogliamo una cabina di regia con Abi”

La trattativa tra sindacati ed Abi entrerà nel vivo in autunno. Tra gli obiettivi di chi difende i lavoratori ci sono il coinvolgimento nelle scelte aziendali e un incremento salariale di 200 euro mensili.
L’estate ci sta regalando giorni di caldo intenso. Ma per i bancari le temperature, naturalmente in modo simbolico, rischiano di essere elevate anche nel prossimo autunno. Sarà quella, infatti, la stagione in cui entrerà nel vivo la trattativa tra Abi (Associazione bancaria italiana) e le organizzazioni sindacali per il rinnovo del contratto nazionale di questa categoria di lavoratori. Una questione spinosa, visto che l’accordo tra le parti, attualmente in vigore, è scaduto il 31 dicembre 2018.
A Monza la trattativa, iniziata con 3 incontri interlocutori prima della pausa estiva, interessa più di 3mila bancari. Che vivono sulla propria pelle le problematiche di un settore sempre più coinvolto in una navigazione con acque agitate. Come dimostra anche la recente notizia che Unicredit, uno dei primi gruppi bancari italiani ed europei, starebbe per presentare un nuovo piano industriale in cui sono previsti un taglio fino a 10mila posti e una riduzione fino al 10% dei costi operativi.
“Negli ultimi dieci anni l’avvento della digitalizzazione ha portato una diminuzione dell’attività bancaria tradizionale, con un conseguente calo del personale e del numero di sportelli – spiega Carlo Capuano (nella foto in alto), segretario generale della Fisac (Federazione italiana sindacale assicurazione e credito) Monza e Brianza– il turnover dei lavoratori non è più garantito, in media c’è un nuovo ingresso ogni tre uscite, e a Monza e in Brianza tra il 2017 e il 2018 sono stati chiusi 30 sportelli”.
Questo scenario rende particolarmente delicata la negoziazione per il rinnovo del contratto nazionale di categoria. “Abbiamo presentato una piattaforma, approvata in diverse assemblee dal 99% dei lavoratori, in cui uno dei punti centrali è una cabina di regia con Abi per fare una contrattazione d’anticipo di fronte alle novità di tipo tecnologico – spiega Capuano – riteniamo sia necessario affrontare in maniera condivisa e preventiva il cambiamento e valorizzare la formazione dei dipendenti, soprattutto di quelli che, come accade in particolare nei grandi gruppi bancari, hanno un’età media piuttosto alta”.
Le richieste del sindacato affrontano anche alcune questioni specifiche di cui da tempo si dibatte. “Chiediamo l’abolizione del salario di ingresso, che per i giovani prevede uno stipendio inferiore del 10% nei primi quattro anni di assunzione – afferma il segretario generale della Fisac Monza e Brianza – inoltre puntiamo sulla reintegra in caso di licenziamento ingiustificato e su un incremento salariale medio di 200 euro mensili per il triennio 2019-2021”.
La trattativa tra Abi e sindacati non si preannuncia facile. E, probabilmente, sarà necessario affrontare singolarmente i vari argomenti sul tavolo per cercare di conciliare le posizioni in campo. La Cgil, comunque, è pronta a dare battaglia. E l’estate potrebbe essere il classico periodo di quiete prima della tempesta. D’altro canto già nel 2015, l’anno del precedente rinnovo contrattuale, uno sciopero generale dei bancari riuscì a sbloccare lo stallo.
“All’epoca l’Abi aveva addirittura presentato una contro-piattaforma rispetto alla nostra, cosa che stavolta non è ancora accaduta” ricorda Capuano. Un passo positivo che potrebbe aumentare i margini di speranza per una conclusione positiva della trattativa. In attesa degli eventi, comunque, anche a Monza e in Brianza non mancano altri fronti delicati per questa categoria di lavoratori, un tempo ritenuta particolarmente privilegiata.
“Al Banco di Desio il contratto integrativo aziendale è scaduto da 12 anni, stiamo lottando per il rinnovo e abbiamo anche fatto un presidio lo scorso marzo (leggi l’articolo) – spiega il segretario locale della Fisac Cgil – alla fine del 2019, poi, scadrà anche il contratto dei bancari delle Banche di Credito Cooperativo che, ormai, in Italia fanno riferimento a due grandi gruppi, Iccrea (Istituto centrale della casse rurali ed artigiane) e Cassa centrale banca. Quest’ultima è una partita che ci sarà il tempo di giocare su altri campi”.