Seveso, per le novità sulla “Toti” si aspetta l’11 luglio

Si terrà l’11 luglio il consiglio comunale aperto per discutere del futuro della scuola Toti: a oggi non c’è ancora una soluzione condivisa per dare spazio alle future classi quinte.
I genitori della scuola “Toti” di Baruccana, a Seveso, non si lasciano zittire: e rispondono al sindaco. Il primo cittadino Luca Allievi, infatti, si era pronunciato in modo molto duro in merito alla manifestazione di sabato 29 giugno, in cui studenti e genitori della Toti avevano sfilato fino sotto (e dentro) il municipio, minacciando anche di ricorrere a vie legali «volte a tutelare in particolare il rispetto delle istituzioni e dei luoghi che le ospitano»). Una reazione che ha colpito e preoccupato molte persone, tra cui anche Milena Mauri, la rappresentante d’istituto che lo scorso sabato, insieme ad altri tre genitori, è riuscita a farsi ricevere proprio da Allievi per un colloquio sul futuro della “Toti”: «è stato gentile, cortese e disponibile – ha raccontato incredula -, un atteggiamento del tutto diverso sia da quello del comunicato, sia dai post comparsi in questi giorni sulla pagina Facebook della Lega Nord di Seveso (che il partito locale usa in modo ufficiale, ndr)».
Anche per questo genitori e rappresentanti di istituto hanno deciso di rispondere al sindaco punto per punto, con un comunicato diffuso a mezzo stampa. «Il tono è pacato – sottolinea Mauri – molto diverso da quello usato da loro. Ci hanno accusato di attaccarli per fare politica, ma io non sono nemmeno di sinistra! Abbiamo sempre ripetuto che la nostra azione è separata dalla politica, ma vorrei correggermi: avrei dovuto dire che siamo apartitici. Non c’entriamo niente con i partiti, però è vero che con la nostra battaglia per la Toti stiamo facendo “politica” nel senso più alto, stiamo lavorando per la città: che non significa essere di destra o di sinistra, parteggiare per un partito politico o per un altro». In definitiva l’impressione dei genitori è che, ancora una volta, l’amministrazione non sia mai stata troppo disposta al dialogo, né a voler cercare insieme delle soluzioni condivise.
Così, anche se è stata proposta una soluzione, ancora da verificare, per non spostare le classi dall’edificio di Baruccana (si tratterebbe di utilizzare lo spazio educativo al piano terra), per il momento l’amministrazione non ha mostrato segni di apertura nei confronti delle istanze dei genitori. Bisognerà aspettare il consiglio comunale aperto dell’11 luglio per eventuali novità.
Sulla questione, intanto, si è pronunciato anche il consigliere di minoranza Paolo Butti, ex sindaco Pd: «Governare significa gestire situazioni complesse dove serve buon senso e disponibilità al confronto – ha affermato, criticando la scelta dell’attuale amministrazione di investire 100mila euro in telecamere al posto di altre priorità nell’ambito della sicurezza, come le strade e, appunto, le scuole. E a proposito della “Toti” ha aggiunto -: Abbiamo cercato di accelerare il più possibile per l’ampliamento finanziando con le poche risorse disponibili la progettazione e partecipando al bando per il finanziamento dell’opera. Ma ora se quella strada è rallentata serve trovarne un’altra, subito. Un mutuo. Ora servirebbe andare avanti spediti, così per gli aspetti sicurezza: i tecnici hanno predisposto una terza uscita di sicurezza al primo piano, che ora si dice che non sia perfettamente a norma. E allora intervenire per renderla tale. Si è consapevoli che la situazione non sia delle migliori ma le alternative sono perfette? In tutte le scuole ed edifici pubblici si deve intervenire per rendere perfettamente a norma le strutture, tant’è che per l’ennesima volta il termine per l’adeguamento indicato dal governo è slittato al 2021. Ciò non significa sedersi». Butti ha detto inoltre di essersi messo a disposizione per dare una mano, anche incontrando l’assessore ai Lavori pubblici Natale Alampi per proporgli di utilizzare lo spazio educativo al primo piano per trasformarlo in un’aula in vista del prossimo anno. Chissà che le maggioranza e opposizione non riescano, finalmente, a collaborare per il bene comune.