
Dopo la manifestazione dello scorso sabato il sindaco ha rivolto parole molto dure ai partecipanti. Qui la replica dei genitori.
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa dei genitori e rappresentati nel consiglio di istituto dell’istituto comprensivo di via Adua, a Seveso, in merito alla manifestazione per la scuola “Toti”, a Baruccana.
«Siamo genitori e rappresentanti dei genitori nel Consiglio dell’Istituto Comprensivo di Via Adua di Seveso, che
comprende anche il plesso Toti di Baruccana – scrivono nel comunicato inviato giovedì 4 luglio -. Anche noi regolarmente eletti, in questo caso anche da quei genitori che il sindaco diffama con la sua comunicazione, pertanto pienamente legittimati a parlare a nome di tutti coloro che sono interessati da questa vicenda. Non siamo gli organizzatori della manifestazione del 29 giugno. Tuttavia, non ci sottraiamo dal giudicare quello che è avvenuto e, soprattutto, la reazione irricevibile del Sindaco. Siamo pur sempre rappresentanti anche di quei genitori che si sono mossi con l’unico scopo di tutelare pacificamente i diritti dei loro bambini. Non siamo espressione della politica e di alcun partito. Le nostre posizioni sono sì l’espressione di un’alta forma di interesse e impegno per il bene comune (nello specifico quello dei bambini in età scolare e della loro istruzione) ma non siamo di parte, cioè di un partito.
Procediamo a rispondere al comunicato.
1. In esordio di comunicato si parla di “atti di violenza verbale” e di “irruzione all’interno del Municipio”. Vorrà il Sindaco dirci quali frasi violente sono state pronunciate e contro chi. Una locuzione generica nulla dice, se non qualcosa di infondato su fatti precisi. Confidiamo che il Sindaco sappia che non si possa parlare di “irruzione” in un luogo aperto al pubblico, come il Municipio, a maggior ragione se egli stesso, come afferma, vi si trovava nell’orario di ricevimento dei cittadini e nello specifico, come da lui sostenuto, per ricevere “le persone più bisognose della città che venivano a chiedermi la possibilità di un aiuto”. È necessario usare i toni di questo comunicato per stigmatizzare il fatto che chi è entrato in Municipio non aveva un appuntamento? E i bambini che frequentano il plesso Toti, unitamente ai loro genitori, non sono degni e bisognosi di ascolto e di aiuto da parte del primo cittadino?
2. Il Sindaco indica l’oggetto della protesta (meglio sarebbe stato dire manifestazione) come contro le “politiche di sicurezza” dell’Amministrazione ed afferma che la “camminata di protesta è andata oltre il lecito consentito dall’autorizzazione della Polizia Locale”. Siamo certi che il Sindaco conosca la Costituzione della Repubblica, anche quando, all’art. 17, riconosce il diritto di manifestare senza chiedere autorizzazioni, tantomeno alla Polizia Locale. Ciò che è lecito non è definito e non è sottoposto al giudizio della Polizia Locale, ma della Magistratura. Autorizzazioni necessarie forse in Corea del Nord, non a Seveso. Per il resto la necessaria comunicazione della manifestazione era stata regolarmente consegnata e protocollata, senza ricevere alcun riscontro con prescrizioni particolari dalla Polizia Locale. D’altra parte, pur comprendendo l’ossessione per la parola “sicurezza” propria della campagna elettorale del Sindaco, nel comunicato peraltro ripetuta all’infinito, si vuole rendere chiaro che oggetto della manifestazione e di quanto chiesto e scritto fino ad ora dai rappresentanti dei genitori ha per oggetto “il diritto all’istruzione” e non la solo la mera “sicurezza”.
3. Coerente con l’ossessione per il termine “sicurezza” il Sindaco lo indica come stella polare del suo operato e delle ragioni per cui è stato eletto. Parla, in comunicato, di disapprovazioni dei Vigili del Fuoco, ma si è rifiutato e si rifiuta di consegnarci i relativi documenti. Riduce il problema all’aggiunta di un’aula, quando esso è ben diverso, più complesso e profondo, come diverse volte è stato a lui comunicato dall’Istituto e dai genitori stessi. Dopo aver, al solito, buttato la colpa sull’Amministrazione precedente a guida PD, che esente da responsabilità non è, il Sindaco si eleva a paladino del benessere dei nostri figli, facendo coincidere il concetto con la ripetuta “sicurezza”. Vorrà il Sindaco lasciare a noi genitori di occuparci di questo benessere, aiutando le nostre scelte, non facendole egli per noi. Ribadiamo che non siamo in un paese totalitario, ma in una Repubblica democratica.Se volesse davvero il Sindaco occuparsi di ciò che propriamente si usa definire “sicurezza”, perché non ha rimediato agli atti di furto e vandalismo subiti dalla Scuola Toti e puntualmente denunciati dalla dirigente scolastica?
4. Il Sindaco afferma che le soluzioni da lui proposte “sono state immediatamente boicottate da docenti e genitori”. Questo è falso: esprimere perplessità ed elencare criticità in pubblici comunicati e in lettere indirizzate al Sindaco, ad oggi peraltro senza riscontro, non è boicottare. L’espressione, di cui chiediamo rettifica, è diffamatoria. Parimenti diffamatoria è quanto egli si permette di dire di seguito, con riferimento a noi genitori e cioè che avremmo “evidentemente messo al primo posto nella scala di importanza le [nostre] comodità, come quella di “parcheggiare” i figli il più vicino possibile a casa”. Anche questa espressione necessita di una rettifica. Allo stesso modo è diffamatoria l’uscita del Sindaco: “Mi ha particolarmente colpito la strumentalizzazione fatta dei bambini, questo loro utilizzo a fini politici, come scudi umani da portare avanti per imporre con la forza le proprie volontà.”. Anche questo è dai noi rappresentanti dei genitori qualcosa di parimenti irricevibile, diffamatorio e che necessita di una rettifica pubblica. Infine, stigmatizziamo anche l’insistere a dire che i genitori non hanno a cuore la sicurezza dei loro figli invitandoli ad un “esame di coscienza” come qualcosa di parimenti irricevibile e qualcosa di non degno di risposta ulteriore. In generale, è opportuno che il Sindaco moderi le espressioni. Siamo in un contesto ben lontano da scenari di guerra propri della cronaca internazionale. Per quanto sia importante la città di Seveso, ricordiamo che si trattava di una manifestazione pacifica per il diritto locale allo studio di bambini delle elementari. Non ci sono genitori “mostri” che boicottano scelte e parcheggiano i bambini per i loro comodi quando non li usano come scudi umani.
5. I genitori vengono accusati di essere antidemocratici perché non accettano compromessi sulle scelte inerenti i loro figli. Al di là del fatto che non è vero, perché al compromesso ragionevole, se venisse proposto, saremo sempre pronti, ma l’espressione di una voce dissenziente da chi ha il potere in Comune non è contro la democrazia, anzi, ne è il cuore, il senso ultimo, la ragion d’essere. A meno che non si intenda la democrazia come dittatura della maggioranza sulla minoranza, cosa che, anche questa, avviene in Corea del Nord, non a Seveso.
6. Il sindaco si lamenta della posa all’ingresso del Municipio di un mazzo di crisantemi, di insulti a lui (che vorrà dimostrare) e di “tentativo rumoroso (schiacciando il citofono in continuazione e facendo baccano con trombe e fischietti)”. Ora, e si sperava di non doverlo spiegare, i crisantemi ci è stato riferito essere stati posti per commemorare la “morte” del diritto all’istruzione e alla scelta della scuola per i propri figli. Si intendeva rappresentare la sentita morte del diritto ad una istruzione dignitosa ed adeguata ai tempi, che non può essere quella che prevede il sacrificio di laboratori e il vulnus al piano dell’offerta formativa con atti d’imperio del Comune. Quindi, preghiamo il Sindaco di non prenderla sul personale. Per il resto, stante che buona parte dei manifestanti erano bambini, vorrà il Sindaco avere la pazienza di sopportare trombette e fischietti durante l’espressione democratica del dissenso. È fuori luogo perciò l’espressione per cui si sarebbe trattato di “insultare, forzare, aggredire verbalmente e se non fossero intervenuti gli agenti di Polizia Locale e i Carabinieri chissà cos’altro sarebbe successo…”. Suvvia, signor Sindaco, non eravamo alla presa della Bastiglia. Bastava forse che Lei si affacciasse e comunicasse ai bambini e ai loro genitori che di li a poco li avrebbe ricevuti, ma ciò, ci è stato riferito, non è successo. La ritenevamo più coraggioso nell’affrontare pochi genitori e i loro bimbi, memori peraltro degli attributi che vecchi leader leghisti si riconoscevano.
7. Stupisce una frase del Sindaco, mentre si lamenta della c.d. “irruzione” in cui narra che stava ricevendo persone bisognose che chiedevano a lui aiuto. Egli le avrà ovviamente indirizzate ai competenti servizi sociali e darà certamente atto del tipo di aiuto che un sindaco si sente di dare di persona e senza atti normativi generali ed astratti nell’interesse di tutti. Dal momento che, in diverse formali richieste, si è avanzata al Sindaco la necessità di parlare pacatamente dei problemi della Toti, riteniamo di essere anche noi genitori “bisognosi” di risposta.
8. Si vuole ribadire un concetto: se il Sindaco ha una idea di democrazia come la dittatura della maggioranza sulla minoranza, ebbene noi ribadiamo che la democrazia è il potere del popolo, non il potere dei rappresentanti pro tempore di una parte, ancorché maggioritaria, sul resto del popolo. Fondamento della nostra democrazia sono i principi della Costituzione Italiana, che garantisce la manifestazione del pensiero e quelle pubbliche in piazza, come parte essenziale della democrazia. Fondamento della democrazia non è il potere arbitrario che pensa di avere un partito per aver vintole elezioni. Far coincidere la manifestazione di sabato scorso con uno schieramento politico, sconfitto o vincitore, è una menzogna, è la realtà mistificata al fine di ridurre il problema a quello che non è, cioè uno scontro tra partiti. Noi rappresentanti dei genitori siamo uniti nel criticare le scelte dell’amministrazione sulla Toti. E si prega il Sindaco di considerare noi come la voce dei genitori, perché anche noi siamo stati eletti e, a differenza dei rappresentanti comunali, non siamo divisi.
9. Stupisce ancora la scelta del Sindaco di definire “container” i moduli prefabbricati dove suggeriamo di collocare i laboratori sacrificati per far posto alle aule. Non si tratta di container, ma di moduli prefabbricati, ovvero qualcosa all’avanguardia delle tecniche edilizie, di prassi utilizzati anche in scuole di eccellenza e non solo in casi d’urgenza. Vorrà il Sindaco spiegare che cosa ha una priorità maggiore per l’impiego di tali fondi rispetto al miglioramento dell’istruzione dei bambini delle elementari.
10. Le soluzioni proposte dall’Amministrazione sono anch’esse foriere di costi, non risolvono i problemi,
ne creano di nuovi e
a. nel caso dell’utilizzo delle aule dell’Oratorio, si tratta di una proposta non solo problematica, ma fatta senza assenso dell’ente ecclesiastico competente, mentre
b. nel caso dell’utilizzo delle aule di via De Gasperi, rendendo promiscuo l’ambiente tra elementari, medie e superiori, si arriverebbe all’annullamento del piano dell’offerta formativa lì già previsto, come spiegato all’assessore all’istruzione Borroni nelle opportune sedi.
11. Infine, se qualche ex rappresentante dell’Amministrazione ha ritenuto di intervenire e piegare a fini partitici l’evento, ebbene questo non può essere addebitato ai genitori e a noi loro rappresentanti. Non è infatti la piazza la voce dei genitori, ma siamo noi loro rappresentanti. Che numerose volte abbiamo sottoposto civilmente al Comune quelle che per noi sono le criticità delle loro proposte. L’ultimo consiglio d’istituto ha approvato all’unanimità un documento in questo senso e lo ha pubblicato sul proprio sito istituzionale, inviandolo formalmente al contempo all’Amministrazione. Il tutto, ovviamente, senza riscontri nel merito da parte degli assessori competenti. Se il Comune volesse adire “azioni legali”, qualunque cosa significhi (confidiamo infatti che “azioni illegali” non siano all’ordine del giorno), auspichiamo e speriamo, anche con analoga iniziativa di
rappresentanti di genitori, che la vicenda, a questo punto, passi al vaglio di giudici terzi e imparziali. Crediamo nella giustizia e non nei proclami del Sindaco, della Giunta e del loro ufficio stampa».