Ambiente

Basta strade e cantine allagate: in primavera pronta la vasca volano Macherio – Biassono

In Brianza, in 4 anni, realizzati 8 bacini di laminazione delle acque. Entro fine mese via alla costruzione di altre 3 vasche e 6 sono in progettazione. Obiettivo? Arrivare a 150

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In 13 mesi sono stati eseguiti oltre la metà dei lavori, cioè il 65%. Dunque, salvo imprevisti, la vasca di laminazione delle acque sarà pronta per la primavera 2020. Non certo un punto di arrivo, anzi, Enrico Boerci ha le idee molto chiare: “continuare ad investire fino a raggiungere quota 150 bacini sul territorio di Monza e Brianza“.

“Il successo di quest’opera di fondamentale importanza lo si deve solo ad un gran lavoro di collaborazione e rete che si è creata tra tutti gli enti – commenta Luca Santambrogio, neo presidente della Provincia – ma soprattutto un ringraziamento va ai comuni aderenti che hanno capito l’importanza della vasca, loro sono le prime sentinelle che possono comunicare quali sono le necessità a cui bisogna porre rimedio. In questo caso gli allagamenti di strade e abitazioni private”.

E ieri mattina, per l’appunto, tutti i protagonisti di questo lavoro sinergico (Presidente della Provincia e di BrianzAcque, Sindaci di Macherio e Biassono, Assessori di Vedano al Lambro e Sovico) si sono trovati in cantiere per un sopralluogo e fare così il punto della situazione iniziando a tirare le somme di quanto è stato fatto finora.

 

Stato di avanzamento dei lavori

Visivamente, il bacino di laminazione delle acque, dalla caratteristica pianta a trapezio, ha già assunto la sua forma definitiva. Restano da realizzare la copertura e tutti i collegamenti con la rete fognaria.

“Con gli inizi della prossima primavera consegneremo al territorio e alla collettività un’opera necessaria e fondamentale per la protezione da allagamenti ed esondazioni, causati dalle sempre più ricorrenti conseguenze dei mutamenti climatici e dall’urbanizzazione massiccia  – spiega Boerci – questa è l’ottava vasca che ci aggiungiamo a completare, tre saranno cantierizzate entro fine mese con l’obiettivo finale di dotare il territorio di 150 bacini”.

Dunque la situazione è questa:  od oggi sono già attive le vasche di Desio, Agrate, Nova Milanese, Ronco Briantino, Arcore e Bernareggio con una capienza totale di quasi 56mila metri cubi d’acqua. Tre sono quelle in fase di partenza, a settembre: Busnago, Agrate e Arcore. E, infine, ci sono altre sei vasche in progettazione.

L’opera

Interrata a una profondità media di circa 12 metri, la vasca interessa un’aerea a cavallo tra i due centri urbani, a lato della Strada Provinciale 6, vicino a un insediamento commerciale. Costruita in calcestruzzo armato è suddivisa in due comparti: uno, per la raccolta delle acque di prima pioggia e uno, di dimensioni più grandi, per la laminazione delle portati di piena. Ha una capienza complessiva di 22 mila metri cubi. Particolarità assoluta dell’intervento è rappresentato dalla realizzazione di diaframmi in cemento armato lungo l’intero perimetro della vasca, che scendono fino ad una profondità di 20 metri sotto terra.

“Le vasche volano sono una delle strategie possibili per promuovere l’adattamento dei centri urbani ai cambiamenti climatici – sottolinea l’Ingegner Massimiliano Ferazzini, direttore del settore progettazione e pianificazione – adattarsi significa agire concretamente contro gli effetti del climate change, diminuendo la vulnerabilità ambientale e implementando al contempo la resilizienza, ossia la capacità di reagire ai fenomeni, migliorandosi sempre di più.”

Regione Lombardia: in prima linea contro il cambiamento climatico

Naturalmente le vasche volano sono solo una delle soluzioni per far fronte agli eventi meteo estremi: BrianzAcque sta applicando il concetto di invarianza idraulica e idrologica così da ridurre l’apporto delle acque meteoriche che finiscono nelle fognature, anche agendo su aree green con effetto spugna.

Ma non sono solo questi gli interventi a lungo previsti. Anche Regione Lombardia, infatti, è già pronto a lavorare su questo tema: “Insieme alla resilienza dobbiamo lavorare insieme per incidere sui fattori che inducono i cambiamenti climatici – comunica il Presidente Santambrogio – stiamo mettendo a punto due importanti strumenti urbanistici: il PTCP e il PUMS. Con il primo si inciderà fortemente sulla riduzione del consumo di suolo e dunque, anche attraverso la rigenerazione, su una componente essenziale che aumenta la capacità del territorio di assorbire acqua; con il secondo, invece, anche attraverso azioni sperimentali, si potrà incidere sulla riduzione delle emissioni in atmosfera, soprattutto derivanti da traffico e anche questo contribuirà a ridurre i cambiamenti climatici”.

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