Fridays For Future, il 27 settembre nuova manifestazione: “Non ci saranno solo i ragazzi”

18 settembre 2019 | 09:15
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Fridays For Future, il 27 settembre nuova manifestazione: “Non ci saranno solo i ragazzi”

Fridays For Future è un movimento ambientalista in crescita in tutto il mondo. Un gruppo di giovani attivisti opera anche a Monza e si prepara al terzo sciopero globale previsto per il prossimo 27 settembre. Li abbiamo intervistati.

C’è una nuova generazione che torna ad occupare uno spazio politico che per anni è stato messo da parte. Sono giovanissimi (hanno mediamente dai 15 ai 20 anni) e condividono un progetto globale di protesta pacifica iniziato solo pochi mesi fa – Skolstrejk för klimatet, letteralmente “sciopero per il clima” – in cui chiedono azioni concrete atte a prevenire il riscaldamento globale e il cambiamento climatico.

Non esiste un pianeta B” gridano nelle piazze e hanno ragione: l’emergenza climatica è la vera emergenza dei nostri anni e di quelli a venire. Diffusi ormai in modo capillare in tutto il mondo, i giovani attivisti di “Fridays For Future” (i cosiddetti “venerdì del futuro”) sono ovunque, anche nella nostra provincia.

Nicolas, Benjamin, Ludovico e Arianna, sono lo zoccolo duro di Fridays For Future Monza. Li incontriamo al Centro Sportivo NEI, che negli ultimi anni, dopo l’apertura dell’aula studio, è diventato un punto di riferimento per gli studenti monzesi. Ci raccontano dello sciopero globale che ci sarà il 27 settembre – il terzo dopo quello del 15 marzo e del 24 maggio scorsi – e della rete che con perseveranza stanno costruendo con associazioni e amministrazioni comunali.
Sono adolescenti o poco più, molti membri del movimento frequentano ancora le scuole superiori e portano con sé quell’entusiasmo giovanile che non si vedeva da un po’ di tempo nel nostro paese.
Adesso si preparano a tornare in piazza per ricordare anche ai “grandi” che la battaglia per il clima riguarda tutti noi.

Lo sciopero del 27 settembre

«Questo sciopero è diverso dagli altri – esordisce Nicolas, villasantese, coordinatore provinciale di FFF Monza – perché per la prima volta ci rivolgiamo anche agli adulti. Il nostro obiettivo è eliminare o almeno ridurre il ‘gap’ generazionale che c’è quando parliamo di questi temi. Sarebbe impossibile avere un rapporto “uno a uno”, ma stiamo lavorando con associazioni, sindacati e amministrazione comunali per portare in piazza più persone possibili».

«Sappiamo che l’opinione pubblica è po’ divisa su noi – prosegue Arianna – ma qui non si tratta di stare da una parte piuttosto che un’altra. Sappiamo che tanti, anche tra gli adulti, ci sostengono, ma diversi ci hanno attaccato sui social e alcuni anche preso in giro. Ci hanno detto che scioperavamo di venerdì per fare “il weekend lungo” o di “lottare per il clima” e poi lasciare le piazze sporche, ma non è così e basterebbe venire alle nostre manifestazioni per capire qual è il nostro obiettivo: premere su chi ha il potere politico di fare qualcosa, sensibilizzare, creare una nuova consapevolezza».

Cosa è cambiato a Monza?

«Una città come Monza deve fare di più – ci racconta Ludovico – perché ci sono state tante buone parole, ma adesso ci aspettiamo più azioni concrete. Un dialogo con l’amministrazione comunale c’è, eppure non è ancora stata dichiarata l’emergenza climatica e ricordo che Monza è la terza città più inquinata d’Italia. Chiediamo concretezza: interconnessione tra le piste ciclabili, più raccolta differenziata, percorsi di sensibilizzazione nelle scuole, un investimento sul traporto pubblico».

«C’è una nuova generazione a Monza che si è fatta sentire – continua Benjamin. «Il primo sciopero ha portato in piazza oltre 2000 ragazzi e da allora abbiamo fatto riunioni ogni venerdì, ci siamo mobilitati. Abbiamo una partecipazione a più livelli: ci sono i membri del coordinamento, le assemblee aperte e una comunità sui social in crescita (130 partecipanti al gruppo What’s App e oltre 1300 followers su Instagram). Ci guardano con curiosità tanti mondi: li stiamo incontrando piano piano e stiamo spingendo per una maggiore partecipazione».

Dal locale al globale

Gli chiediamo quali “buone pratiche” possiamo seguire noi per rispettare l’ambiente.
«Su questa rispondo io – interviene Arianna, che da quando è entrata nel movimento confessa di aver cambiato le sue abitudini in modo radicale.
«Ci sono piccole accortezze che ognuno di noi può seguire: stare più attenti a fare la raccolta differenziata, utilizzare borracce per l’acqua, diminuire il consumo di carne a due volte alla settimana, utilizzare la coppetta mestruale al posto degli assorbenti, non utilizzare la plastica come imballaggio per frutta, verdure, ecc.
Provare, poi, a parlare con gli altri, coinvolgere anche solo un amico a fare queste cose: anche quello è il cambiamento».

«Sono d’accordo, ma dobbiamo sempre tenere a mente che si tratta di una questione globale – prosegue Ludovico. «100 grandi aziende producono il 70% dell’inquinamento mondiale. Quindi che fare? Il nostro consiglio? Scendete in piazza».

Il movimento torna tra le strade di Monza venerdì 27 settembre. L’evento Facebook ufficiale è disponibile qui.