Parte da Monza Interblend, il vino che unisce culture e nazioni lontane migliaia di km

25 settembre 2019 | 08:45
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Parte da Monza Interblend, il vino che unisce culture e nazioni lontane migliaia di km

Le bottiglie saranno in vendita online dal prossimo anno.

C’è un po’ di Monza nella nuova start up che farà parlare di sè il mondo del vino. Guillermo Pontis, enologo, argentino di nascita che vive nella città di Teodolinda da dieci anni, ha lanciato quella che, negli obiettivi del progetto, dovrebbe diventare a tutti gli effetti una nuova categoria di vino, l’Interblend. Un vino che ha una peculiarità unica nel panorama vitivinicolo internazionale, quello di essere creato dall’unione di vini che provengono, fisicamente, da nazioni e da continenti diversi.

I vini composti da miscele di vini diversi in gergo tecnico si chiamano blend e solitamente vengono composte unendo vini di provenienza nazionale. Le miscele dell’Interblend saranno invece formate da vini provenienti da nove nazioni diverse nel panorama mondiale.

Il vino verrà assemblato in una cantina in California da un team di enologi – coordinati da Luis Rovello,  socio di Pontis – che seguiranno tutto il percorso che porta alla creazione del prodotto finale.

Ecco allora che in bottiglia potremo trovare un vino composto, a sua volta, da vini prodotti negli Stati Uniti, in Argentina, in Francia, in Cile, in Spagna e anche in Italia. Tra i vini che verranno messi in vendita troveremo ad esempio un blend composto da un sangiovese italiano abbinato a un cabernet sauvignon californiano. O, ancora, un blend di pinot nero proveniente da Italia, Argentina e Stati Uniti.

In totale saranno 12 i vini che verranno messi sul mercato ognuno con una miscela di vini diversi. Verranno, perché i consumatori potranno acquistare questi prodotti a partire dal prossimo anno. Il costo partirà dalle 30 euro a bottiglia.

“E’ un progetto su cui lavoriamo da anni e in cui crediamo molto- ha commentato Guillermo Pontis-. I 12 vini che proporremo saranno una vera e propria scoperta, qualcosa di nuovo mai visto e mai degustato prima. Grazie a questi blend potremo unire vini di provenienza diversa mettendo in bottiglia le peculiarità di territori lontani anche migliaia di km. Uniremo metaforicamente ma anche concretamente culture e tradizioni diverse e popoli lontani”.

E se qualche purista della materia o sommelier al solo pensiero non potrà che saltare sulla sedia quello che è certo è che un prodotto del genere non si è mai visto prima.

“Non vogliamo fare altro che ricalcare quello che naturalmente da sempre avviene nel mondo: la naturale commistione di origini e di culture. Il vino storicamente cambia con il cambiare delle persone e con l’evoluzione delle tecniche- ha concluso Pontis-. Interblend è un esperimento di unione di vini. Un’unione che arricchisce il panorama vinicolo mondiale di un sapore in più da conoscere, come sempre si fa con un qualcosa o un qualcuno di nuovo”. Per il giudizio tecnico e per le degustazioni ufficiali c’è tempo.