Nova Milanese, i volti e le storie della “Festa del fùrmentun”

Speciale festa del “furmentùn”. A Nova Milanese un weekend per ricordare la tradizione contadina brianzola.
Le lancette dell’orologio si fermano e tornano indietro nel tempo per un vero e proprio tuffo nel passato. Il centro storico di Nova Milanese è chiuso al traffico e al posto delle macchine spuntano carretti, attrezzi da lavoro e abiti d’epoca. Nel comune brianzolo l’atto finale dell’estate è “La festa di Noa e del furmentùn”, che tra rievocazioni storiche e balli popolari, ricongiunge i novesi alla loro tradizione contadina.
Quest’anno la festa si è svolta sabato 14 e domenica 15 settembre in quattro location, situate a pochi metri l’una dall’altra: piazza Marconi, Via Roma, Villa Brivio e piazzetta Viviani.
In occasione della manifestazione abbiamo incontrato e intervistato le associazioni e i volontari che hanno lavorato per rendere possibile questa tredicesima edizione. Tra volti storici e ‘new entry’ un unico grande obiettivo: fare comunità.
Generazioni a confronto
Strumenti di lavoro e della quotidianità esposti nel cuore della città. In piazza Marconi c’è lo zampino di Giovanni Corati, volto noto nella comunità cittadina. Ex falegname, adesso ha una “casa-museo” di utensili storici e collabora con il comune per proporre progetti ‘ad hoc’ nelle scuole.
«Vengo dalla bassa parmense, posti di campagna – ci racconta – i miei genitori erano contadini, con il tempo ho sviluppato la passione per gli oggetti di lavoro. Ho tanti ricordi dei vecchi mestieri, di mio padre che a fine giornata affilava i suoi arnesi. La mia vita è sempre stata fare il falegname, ho portato anche i miei attrezzi oggi per mostrarli a una nuova generazione che forse non li conosce. A Nova sono venuto per aprire il mio laboratorio oltre 50 anni fa. Oggi ho una villetta di due piani e uno l’ho adibito a museo…per la felicità di mia moglie!”
A due passi da Corati una nuova generazione avanza: sono i ragazzi della Società Agricola ‘Ortofficina’. Marco, Matteo e Nicolò, età compresa tra i 23 e i 27 anni, producono a Nova Milanese – in un campo in centro città che va da via Fiume a via Pisacane – ortaggi, erbe officinali e miele. Alla festa arrivano con le api e catturano l’attenzione dei passanti. Matteo ci racconta il processo con cui producono miele e chiarisce: «Quello che avevamo lo abbiamo venduto tutto».
A gennaio hanno costituito una società agricola e hanno fatto rete (anche) con i giovani del territorio per farsi conoscere. Tra questi ci sono Chiara, Sara, Amanda e Guido, fotografi e artisti coinvolti anche loro nella festa.
«Abbiamo deciso per la prima volta di integrarci in questa manifestazione con i nostri lavori e proporre qualcosa di diverso dal solito – ci raccontano Chiara Militello e Sara Clemente. «Ci sono arti diverse che vanno dalla fotografia, al collage, fino alla manipolazione della creta. Abbiamo anche coinvolto amici e associazioni come i ragazzi di ‘Sensibili al cambiamento‘, che hanno costituito un piccolo laboratorio in cui creano colori naturali partendo dalle verdure di scarto».
«Non siamo un’associazione – proseguono – siamo cani sciolti. Negli ultimi anni si stanno conoscendo tra loro artisti della zona che magari non hanno mai avuto la possibilità di esporre o semplicemente sono persone che non studiano arte, ma “fanno arte da sé”. Insomma: sta nascendo in Brianza una rete di coinvolgimento molto positiva».
Le installazioni in città
Tra i giovani brianzoli di questa edizione c’è anche Giorgio Tagliabue, che nella vita è garden designer. Giorgio, una laurea in veterinaria e un corso di progettazione del verde alle spalle, è laureando in agraria. Con una collega ha partecipato quest’anno al ‘Radicepura Garden Festival’, un concorso internazionale che si tiene a Giarre in Sicilia, ed è stato selezionato tra i 10 progetti finalisti (tra oltre 300 partecipanti provenienti da tutto il mondo). È lui ad aver curato l’intero allestimento della “Festa del furmentùn”, coniugando tradizione e modernità. Il suo coinvolgimento è stato possibile grazie alla Cascina Triestina, storica realtà del territorio novese.
«Ho cercato di introdurmi in maniera “soft”, non in contrapposizione con quello che c’era stato gli anni prima, ma con uno sguardo mio, provando a vedere il mais, il “furmentùn” appunto, anche in una veste più “artistica”. Gli elementi agricoli sono il cuore dell’installazione, ma ci sono anche fiori e quelle che molti potrebbero definire “erbacce”, in realtà l’essenza di un giardino naturale».
La rete coinvolta
Momento clou della due giorni è stata la sfilata con abiti d’epoca a cura della Cascina Triestina.
«Lavoriamo per mesi in vista di questo evento – dichiarano i membri della Triestina. «I vestiti sono interamente cuciti da noi con cura, attenzione e rispetto della tradizione. Questo è il nostro undicesimo anno e siamo sempre felici di farne parte».
In piazza presenti anche diverse associazioni novesi: dall’Arci alla LAP-Libera Accademia di Pittura, fino al Corpo musicale Santa Cecilia e l’Associazione Impronte. Coinvolto nella festa anche l’Oratorio San Carlo, a due passi da piazza Marconi. Grandi protagonisti della manifestazione il Comune di Nova Milanese e l’Ecomuseo cittadino che, per l’occasione, è rimasto aperto e a disposizione dei visitatori.
Il comune dichiara una presenza complessiva di 83 volontari. Alcuni, come quelli che hanno montato e gestito l’osteria dei prodotti tipici, hanno iniziato ad allestire già dal venerdì pomeriggio. “E’ giusto così – ci racconta uno di loro prima dell’inizio della festa – qui le cose se le dobbiamo fare le facciamo bene”.