Juventus, arrestati 12 capi ultrà: perquizioni anche in Brianza

16 settembre 2019 | 01:00
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Juventus, arrestati 12 capi ultrà: perquizioni anche in Brianza

L’inchiesta ha portato alla luce anche una rete di biglietterie compiacenti in giro per l’Italia.

L’operazione “Last banner” allunga le sue radici anche in Brianza, con perquisizioni anche a Monza. È di questa mattina, lunedì 16 settembre, la notizia dell’arresto di 12 capi ultrà della curva della Juventus: sei sono finiti in manette, mentre per altri 4 sono stati disposti gli arresti domiciliari domiciliari e per altri due l’obbligo di dimora. Ma le indagini non si esauriscono qui: altre 39 perquisizioni sono state fatte in giro per l’Italia, coordinate dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione e con la collaborazione anche della Digos di Monza, insieme a quelle di Alessandria, Asti, Como, Savona, Milano, Genova, Pescara, La Spezia, L’Aquila, Firenze, Mantova, Bergamo e Biella.

L’operazione, condotta dal Polizia di Stato di Torino, coordinata dal Gruppo Criminalità Organizzata della locale Procura della Repubblica, ha permesso di trarre in arresto i principali referenti dei “Drughi”, di “Tradizione-Antichi Valori”, dei “Viking”, del “Nucleo 1985” e di “Quelli … di via Filadelfia”, indagati a vario titolo per associazione a delinquere, estorsione aggravata, autoriciclaggio e violenza privata.

Secondo il PM Chiara Maina e il Procuratore Aggiunto Patrizia Caputo, che hanno coordinato le indagini, gli arrestati avevano costituito un’associazione a delinquere che ricattava esponenti della Juventus per cercare di avere continuamente biglietti agevolati per le partite e gestire così il bagarinaggio.

Le indagini sono partite un anno fa, a seguito di una denuncia da parte della Juventus, che aveva portato alla luce il ricatto cui era sottoposta dai suoi ultrà: a seguito dell’interruzione di alcuni privilegi concessi ai gruppi, le tifoserie avevano cercato di ripristinare la loro posizione di forza nei confronti della società, con reazioni spesso violente e minacciose, ad esempio con cori cantati durante le partite, con frasi quali: “Se non ci date i biglietti vi facciamo squalificare  con i cori razzisti”.

L’inchiesta ha portato alla luce anche una rete di biglietterie compiacenti in giro per l’Italia.