Assolombarda parla di futuro: va in scena la Monza del prossimo ventennio

Assolombarda presenta il convegno L’altra urbanistica: un modo per presentare il futuro delle nostre città
Futuro e mobilità. Un binomio letto in chiave 4.0 in cui le nuove tecnologie sono la chiave di volta per le città di oggi e di domani e che al loro centro vogliono mettere l’uomo. Se ne è parlato durante il convegno “L’altra urbanistica“, promosso da Assolombarda all’interno della sua prestigiosa sede di via Francesco Petrarca a Monza. L’obiettivo, è stato quello di presentare una visione di sviluppo per Monza e in generale delle città da qui ai prossimi 20 anni.
Monza, lunedì 21 ottobre. Grazie ad Assolombarda, al Centro Studi Liberi nell’Agorà e all’ANCE Milano Lodi e Brianza, è andato in scena il futuro. E davanti ad un’attenta platea è stato Andrea Dell’Orto, presidente del presidio territoriale Monza e Brianza ad aver fatto gli onori di casa, sottolineando come “siano davvero tante le trasformazioni che oggi subiamo. Il 21 secolo – ha specificato – lo si può definire come il periodo del nuovo Urbanesimo, un contesto all’interno del quale nessun territorio può pensare di non mettere l’individuo al centro di questa visione di sviluppo”.
Questo il punto di partenza. Protagoniste dell’evento, sono infatti state la mobilità e le future dinamiche di sviluppo urbano. Bruno Santamaria, presidente Centro Studi Liberi nell’Agorà e Stefano Venturi, vice presidente di Assolombarda hanno fornito le testimonianze principali dell’incontro.
“Connessi o estinti”, verrebbe da dire. Sul fronte della mobilità è necessario iniziare ad essere consapevoli che siamo solo all’inizio di un cambiamento epocale. Tecnologico, ma soprattutto sociale. La trasformazione principale riguarderà i servizi connessi agli oggetti e sarà quindi prerogativa dell’individuo compiere delle scelte affrontandole con consapevolezza e partecipazione.
“Oggi – testimonia Santamaria – si parla ancora poco dell’uomo e dei suoi comportamenti. Questo incontro vuole quindi essere prima di tutto uno stimolo a riflettere. Un invito rivolto anche alle amministrazioni affinché imparino a guardare più nel profondo le persone e a rivalutare la tipica classificazione “centro – periferia”. In buona sostanza, le sue parole, quelle di Bruno Santamaria, portano a pensare ad una sorta di nuovo umanesimo urbano connesso, ma soprattutto interconnesso. “Stiamo pensando alle città dei prossimi 20 anni – conclude -, e per poterlo fare ci sono principalmente due punti da seguire. Il primo è quello di guardare agli sviluppi dei PGTprendendo in considerazione altre figure professionali come gli artisti, i filosofi e i musicisti“. Una città del resto, non è solo un luogo dove abitare, ma principalmente un posto dove vivere, ascoltare e pensare. “Il secondo punto – continua – è quello di guardare la vicina Milano come ad una grande opportunità i cui collegamenti strutturali diventano essenziali”.
Realtà o fantascienza? “Parliamo assolutamente di realtà”, spiega Stefano Venturi. La rigenerazione urbana riguarda il nuovo modo, abilitato proprio dalle nuove tecnologia, di abitare le città. “Assolombarda – chiarisce Venturi -si fa portavoce di questo tema chiamato per l’appunto rigenerazione urbana. Basti guardare gli esempi di City Life o di Gae Aulenti a Milano. Grandi piazze vissute dai cittadini e che in più svolgono la funzione di aggregatori di business. Quando si parla di nuove aree urbane – spiega Venturi – bisogna infatti ragionare principalmente su un concetto. Ossia sulla tecnologia che viene impiegata nella costruzione o ristrutturazione di un edificio”. Non è più possibile, oggi, parlare di soli mattoni, ma diventa al contrario necessario comprendere che alla base di tutto, esiste una vera e propria filiera di tecnologia.
Non è un caso che assieme alla Camera di Commercio, Assolombarda stia cercando di dare un maggiore impulso all’innovazione della mobilità, proprio attraverso il coinvolgimento di aziende e start up. “Quello a cui noi come Assolombarda puntiamo – testimonia il vice dell’associazione -, è mettere assieme il mondo dell’industria e dei servizi, con il mondo dell’edilizia”.
Dati alla mano, quella di Monza e Brianza, assieme a quella di Milano, è l’unica provincia in Lombardia dove l’economia negli ultimi 10 anni è in costante crescita. Le 64 mila imprese brianzole, circa il 17% del totale lombardo, lo testimoniano.
In questo contesto la rigenerazione urbana, stando alle spiegazioni di Stefano Venturi, diventa quindi un’occasione di sviluppo territoriale. Un futuro, quello paventato, che vuole giungere ad un nuovo “umanesimo urbano”, capace di cogliere la sfida come occasione per accrescere le attrattive del territorio e, come detto, mettere l’uomo al centro di questo nuovo vivere la città.