“Donne cancellate. Storie di donne cancellate e altre visibilità”

7 ottobre 2019 | 00:25
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“Donne cancellate. Storie di donne cancellate e altre visibilità”

La mostra è allestita all’ospedale di Vimercate.

Settimana scorsa all’ospedale di Vimercate, è stata inaugurata la mostra fotografica, curata da Gin Angri.

Questa mostra è caratterizzata da immagini, presenti nell’archivio, che raffigurano le donne che si trovavano nell’ex ospedale psichiatrico San Martino di Como.

La mostra è allestita  al piano terra, adiacente all’area cup strumentali. E’ promossa, nell’ambito della rassegna “Far Rumore”, dall’Associazione Mutar con la partecipazione di AVOLVI.

Le immagini, 140, organizzate in 50 pannelli, rappresentano una ampia documentazione fotografica che trae spunto da 42.000 cartelli di donne ricoverate – meglio sarebbe dire, internate – presso la struttura manicomiale di Como, tra il 1882 e il 1948. Donne con lo stigma della devianza, annichilite da elettrochock e quant’altro alla base della pratica dei manicomi prima la legge Basaglia li chiudesse.

L’esposizione è un’occasione eccezionale per riflettere, attraverso storie individuali, su come
per anni la società ha guardato alla malattia mentale. Per il mondo non esistevano, per i medici del manicomio di Como erano solo donne “cancellate”. La mostra di Gin Angri restituisce loro dignità, le fa diventare protagoniste; ridà memoria a soprusi, ingiustizie, scandalose dimenticanze.

Donne, persone “mentecatti, folli, alienate, pazze” che hanno sofferto tanto, a lungo: Eloisa che aspettava invano il suo amato Carlì, Enrica che veniva legata al letto per calmare il suo carattere irascibile, Maria morta di depressione, Liliana orfana di padre per le quali furono autorizzate iniezioni di sangue malarico, così da “buttar fuori il demone”.