Infortuni e malattie professionali, Inca: “Fari accesi sul danno differenziale”

3 ottobre 2019 | 00:36
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Infortuni e malattie professionali, Inca: “Fari accesi sul danno differenziale”

Da questo mese lo sportello del Patronato Cgil apre i battenti anche a Cesano Maderno e Vimercate. L’obiettivo è fare consulenza su tutto quello che non è coperto dall’assicurazione Inail.

I numeri avrebbero bisogno di poche aggiunte. E, almeno, nella loro evidenza, dovrebbero far riflettere tutti. In Italia il 2019 rischia di essere un anno nero sul fronte del lavoro. A fine agosto nel nostro Paese, infatti, più di 600 persone hanno già perso la vita mentre cercavano di guadagnarsi uno stipendio. Una media, in crescita rispetto all’anno scorso, di 3 morti al giorno. E la Lombardia, in questa triste classifica, è al primo posto tra le Regioni. Con la Brianza che svetta in maniera preoccupante. Ma le brutte notizie non vengono quasi mai da sole.

Così, accanto al numero di morti, aumentano anche le malattie professionali e resta alto il conteggio degli infortuni sul lavoro. Elementi che dovrebbero destare l’attenzione di opinione pubblica ed istituzioni. Ma, invece, anche nel circuito mediatico, passano in secondo piano rispetto ai decessi.

Ecco perché tutto sommato si può considerare un’operazione dal sapore culturale la decisione del Patronato Inca Cgil Brianza di aumentare gli sportelli che sul nostro territorio garantiscono consulenze in tema di infortuni e malattie professionali. Da questo mese di ottobre, infatti, le lavoratrici e i lavoratori brianzoli interessati a contattare lo Sportello Inca Salute possono recarsi anche a Cesano Maderno e a Vimercate (Gli Sportelli).

“L’utenza che necessita di un appuntamento con lo sportello Inca Salute – spiega Davide Cappelletti, Direttore Provinciale del Patronato Inca Cgil Brianza – potrà, in base alla residenza o al luogo di lavoro, concordarlo non solo con la sede di Monza, ma anche con Inca Cesano Maderno e Inca Vimercate”.

L’obiettivo di Inca Brianza, parallelamente all’ampliamento dell’offerta di consulenze su infortuni e malattie professionali, è di diventare un punto di riferimento in tema di danno differenziale. Che sostanzialmente riguarda tutto quello che non è coperto, o non lo è adeguatamente, dall’assicurazione Inail e dalle sue tabelle per il danno biologico.

Perché spesso le prestazioni erogate dall’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, nonostante gli interventi legislativi nel corso degli anni, non coprono componenti fondamentali come il danno biologico temporaneo, il danno morale, il danno biologicopermanente fino al 5% compreso, il danno biologico da morte e il danno esistenziale.

“Parlare di prevenzione senza preoccuparsi di sanzionare i comportamenti scorretti del datore di lavoro è una contraddizione – afferma Cappelletti – pertanto la tutela risarcitoria si lega direttamente all’obiettivo, primario per noi, della prevenzione”. L’impressione è che questa strada possa essere molto lunga. Almeno fino a quando l’Italia continuerà ad essere, quasi sempre, il Paese degli interventi post emergenza. Perché, in fondo, la mentalità imperante spesso è quella del “finché la barca va”.