Monza, varato il Piano delle alienazioni: la giunta conta di incassare 30 milioni di euro

31 ottobre 2019 | 16:33
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Monza, varato il Piano delle alienazioni: la giunta conta di incassare 30 milioni di euro

Fra le aree messe in vendita l’ex Fossati e Lamperti e il centro commerciale Cantalupo di via della Robbia.

Un tesoro da 30 milioni di euro. E’questo l’obiettivo che l’amministrazione comunale ha intenzione di racimolare col nuovo Piano delle alienazioni licenziato dalla giunta municipale la scorsa settimana. Una delibera con la quale l’esecutivo citando guidato da Dario Allevi mette in vetrina alcune delle aree più importanti della città.

Aree dismesse, ovviamente, che il primo cittadino spera possano attirare l’attenzione di investitori privati in grado di finanziare interventi importanti di recupero e così come è stato fatto per la palazzina ex Inam di via Giuliani.

L’area regina fra quelle messe in vendita è senza dubbio l’ex Fossati e Lamperti, alla quale è stato attribuito in valore di quasi 17 milioni di euro. A ruota segue l’ex Tpm, vale a dire il lotto dove sorge il vecchio deposito dell’azienda dei trasporti locali valutato poco più di 10 milioni e mezzo di euro.

Fra le pieghe del Piano emerge poi un’altra area che potrebbe assumere un ruolo strategico molto importante, vale a dire il centro commerciale Cantalupo di via Luca della Robbia, composto da una unità commerciale libera e e da quattro unità commerciale il locazione, più un locale interrato una volta adibito a ex cinema.

Il valore di quest’ultima area è di un milione e 200 mila euro. La delibera approvata dalla giunta comprende poi anche il Piano delle Valorizzazioni.

Vale a dire quelle aree che l’amministrazione non ha intenzione di vendere, ma di strappare al degrado e utilizzare. In totale sono sette e fra queste compare l’ex Lavatoio di via Marsala, vero e proprio gioiello in stile Liberty abbandonato a se stesso oramai da anni.

Come già annunciato in altre circostanze, l’amministrazione ha intenzione di recuperalo a un uso sociale e pubblico, così come era stato fatto una ventina di anni fa quando i locali dell’ingresso erano stati utilizzati per ospitare ragazze vittime della tratta