Prolungamento metrò: l’associazione Hq Monza punta il dito contro la burocrazia

Nuovo allarme del sodalizio che alza il livello di attenzione per non perdere gli stanziamenti decisi a Roma
L’associazione Hq Monza lancia un nuovo allarme sul porlungamento del metrò. A turbare le notti dei componenti del comitato è in particolare l’iter burocratico che, con le sue lungaggini, rischia di far slittare alle calende greche il progetto, materializzando così il rischio di vedere pure svanire la montagna di soldi stanziati da Roma per portare a termine i lavori.
Stiamo ovviamente parlando per prolungamento della linea 5 della metropolitana da Milano a Monza e in particolare del fatto che la bozza di convenzione stia galleggiando sospesa nell’incertezza fra gli uffici del Comune di Milano e quelli di Regione Lombardia in attesa di un sì.
“Poco più di un mese fa eravamo a sollecitare il Ministero Infrastrutture perché preparasse il testo della Convenzione da sottoscrivere con Regione e Comuni per vincolareetro, finalmente, i fondi statali messi a bilancio dallo Stato: 900 milioni stanziati ormai un anno fa – hanno spiegato gli esponenti dell’associazione -.Oggi siamo costretti a sollecitare Regione Lombardia e Comune di Milano i quali, in veste di capofila degli enti locali coinvolti, hanno in mano da 15 giorni la bozza della medesima Convenzione. Non solo qualche funzionario esperto deve leggere e verificare la bozza, com’è ovvio, ma anche occorre un ok con delibera delle rispettive Giunte. Poi bisognerà aspettare che queste due approvazioni diventino formalmente esecutive, prima di scendere a Roma per la famosa, indispensabile, preziosa firma collegiale”.
Il problema, secondo l’associazione, è che questi tempi infiniti rappresentano un rischio molto serio. “E’ trascorso un anno e a Roma si sta già preparando il nuovo documento di bilancio dello Stato – hanno aggiunto gli esponenti dell’associazione -. Poiché lo stanziamento dei 900 milioni per il prolungamento di M5 non è ancora definitivamente “blindato” dalla Convenzione, a qualche funzionario a caccia di fondi potrebbe venire in mente di stornare quel vecchio stanziamento inutilizzato a favore di altri obiettivi”.