Confimi Industria Monza e Brianza: “La famiglia e l’impresa nell’era del 4.0”, istruzioni per l’uso

Confimi Industrie porta in scena esempi pratici insegnando alle imprese come crescere e come tutelarsi nell’era del 4.0
Fare impresa oggi, nell’era del 4.0, all’interno di un panorama che è quello della famiglia imprenditoriale. Quali sono i rischi e quali le azioni da intraprendere? Ne ha parlato Confimi Industria Monza e Brianza durante il convegno “La famiglia imprenditoriale 4.0”.
Un convegno dal titolo programmatico, quello che si è tenuto ieri, martedì 26 novembre, presso la sede monzese di Confini in via Locarno 1. “In un panorama economico globale in continua evoluzione, la famiglia imprenditoriale ha bisogno di abbattere i costi e gestire i rischi in modo integrato tra continuità aziendale e il patrimonio familiare”.
La domanda, che poi è la principale sfida, è come concretizzare la teoria con la pratica. Questo il motivo per il quale l’associazione di categoria, davanti ad una platea di imprenditori, ha inviato degli esperti di settore ad illustrare gli strumenti e le soluzioni pratiche per poter vivere e crescere anziché sopravvivere nella giungla del mercato.
Il professore Claudio Davecchi, dal Centro di Ricerche sulle imprese di Famiglia e il presidente Confimi Industria Nicola Caloni, sono stati i moderatori dell’incontro. Innovare, prima di tutto, è convincersi del fatto che tutto quello che è stato creato venga gestito nel migliore dei modi.
GLI ESEMPI
Protagonisti del meeting sono stati Tommaso Mansutti della Mansutti Spa, Valeria Troisi della Prometeia Advisor SIM e Claudio Furio Colombo della Colombo&Partners.
“Innovarsi – spiega Mansutti, significa soprattutto proteggersi e tutelarsi. Il miglior modo, con l’avanzare del 4.0, è quello di avere solide coperture assicurative. Prima tra tutte, una “cyber risk”. Gli attacchi informatici sono all’ordine del giorno. Gli errori umani sono inevitabili. Dati alla mano “l’80% delle aziende – testimonia Mansutti – dichiara di non avere adeguate difese, mentre almeno una volta alla settimana, abbiamo un’azienda che dichiara di aver subito un attacco informatico“. Capire l’evoluzione del mercato e del mondo odierno è quindi fondamentale tanto quanto il dialogo generazionale che nelle aziende famigliari deve per necessità avvenire. “La nostra fortuna – conclude Mansutti – è stata quella di aver avuto un dialogo in perfetta sintonia tra una generazione e l’altra, mentre gli investimenti fatti in ambito di innovazione hanno portato un consistente incremento di fatturato“.
La secondo testimonianza arriva dalla dottoressa Valeria Troisi: “Conoscere per innovare”, questo il titolo della presentazione. “Per noi – spiega – innovare significa prima di tutto far passare un concetto, che l’azienda è sì della famiglia, ma che l’impresa costituita deve avere una propria specificità“. L’azienda, quindi, non deve essere vista come patrimonio famigliare, ma come “un’entità” con un suo proprio patrimonio.
Dello stesso avviso Claudio Colombo: “Durante un passaggio generazionale – specifica – è davvero importante tutelare la conservazione e la continuità del patrimonio. A tal proposito – chiosa – abbiamo raggruppato e messo in azione professionisti provenienti da settori diversi, creando un unico grande team. L’azienda, infatti, deve vivere di vita propria ed è quindi necessario creare degli strumenti adeguati capaci di far sopravvivere le aziende durante l’insorgere di problematiche”.
Nei detti popolari, spesso si trova un assioma: “prevenire è meglio che curare” ed è questo il principio con cui Colombo conclude: “Nella vita di un’azienda è bene valutare tutti gli scenari possibili. Coprirsi le spalle mediante adeguati investimenti, capire che non si è soli e avvalersi della figura di un professionista, è spesso la cosa migliore da fare”. Il tempo è quindi la cosa più importante. Sì, perché quando gestire e gestirsi bene non basta, pianificare il futuro è invece fondamentale.