Monza: in corso un progetto di musicoterapia con i ragazzi dell’Iride

Sette ragazzi accomunati da un interesse genuino hanno iniziato a verificare sulla propria pelle il “potere” della musica.
Si può comunicare e relazionarsi con gli altri senza l’ausilio della parola? Con l’aiuto della musica sì, anzi un percorso di musicoterapia può funzionare come abilitatore di rapporti e di scoperta di sé.
È quello che stanno sperimentando 7 ragazzi della Cooperativa sociale L’Iride tra i 22 e i 50 anni, accomunati da un interesse genuino per la materia, che hanno iniziato a verificare sulla propria pelle il “potere” della musica grazie a un laboratorio che si dipana per appuntamenti settimanali presso gli spazi monzesi della Cooperativa in via Boccaccio.
“L’obiettivo di questo percorso è aiutare i nostri utenti a esprimere la propria emotività attraverso un canale non verbale, a trovare un benessere personale che inevitabilmente porta effetti positivi nella relazione con l’altro – spiega Ambra Brocherio, educatrice – Questo lavoro non resta confinato nella “lezione” settimanale, ha un valore positivo perché porta beneficio anche nella quotidianità: l’utilizzo del canale musicale, infatti, riesce a toccare corde profonde e può migliorare lo stato di benessere in senso ampio”.
“Vediamo che i ragazzi, quando ascoltano musica, si muovono, tengono il tempo, ballano, ridono con gli altri (non degli altri), creano e consolidano relazioni positive – sottolinea Elisa Galli, musicoterapista – Qui la barriera del giudizio è abbattuta e si è liberi di sviluppare autonomamente, con i propri tempi, un atto creativo, dal gesto, al movimento, al canto”.
Il percorso di musicoterapia dei ragazzi della Cooperativa è interamente sostenuto da Disc to disc, solida realtà milanese di pubblicità e discografia. “Ogni azienda pensa a un regalo di Natale per clienti e collaboratori; noi conosciamo bene L’Iride e per quest’anno abbiamo deciso di mettere qualcosa di speciale sotto l’albero: offrire il sostegno a un progetto che giudichiamo bello e buono, che fa bene a chi lo frequenta” spiega il CEO, Antonio D’Ambrosio.
E così la musica favorisce la scoperta della personale creatività, orientata alla creazione di relazioni sane e allo sviluppo della consapevolezza del proprio potenziale.