Treni in ritardo, Regione (Terzi) contro Trenitalia e Codici contro Trenord

Lunedì11 novembre un guasto sulla linea Monza-Lissone ha causato ritardi per oltre 100 minuti.
E’ stata una settimana da incubo per i pendolari quella appena terminata. Treni in ritardo, viaggi annullati, treni soppressi e mancanza di informazioni certe hanno reso il viaggio casa-lavoro una vera e propria tragedia per tanti viaggiatori delle linee lombarde e in particolare per quelli delle tratte della provincia di Monza, del lecchese e del bergamasco. Problemi (clicca qui) che sembrano proseguire anche in questi giorni. Lunedì 11 novembre, in particolare, un guasto sulla linea tra Monza e Lissone ha causato lunghi ritardi e treni cancellati per problemi tecnici ma soprattutto ha lasciato i viaggiatori di quella tratta nella totale incertezza e senza alcuna informazione su come poter proseguire il viaggio verso la stazione di destinazione.
“Il treno 25064 che ieri (lunedì 11 novembre ndr) si è guastato tra Monza e Lissone era un convoglio di 36 anni appartenente alla flotta conferita da Trenitalia, per il quale, come se non bastasse, viene corrisposto un canone di affitto – ha precisato l’assessore regionale ai Trasporti Claudia Maria Terzi –. Il Governo si dia una mossa e si decida a investire in Lombardia: siamo la discarica dei treni vecchi di Trenitalia e dobbiamo fornire un servizio su una rete di Rfi totalmente inadeguata, che non viene potenziata e nemmeno manutenuta. Regione ha messo in campo 1,6 miliardi di euro per comprare 176 treni che andranno progressivamente a svecchiare la flotta di Trenitalia. Abbiamo investito e continueremo a farlo. Il Governo faccia altrettanto”.
Una situazione difficile che ha fatto alzare la voce sia a Regione Lombardia sia all’associazione dei consumatori Codici.
“Una nostra associata, che stava rientrando da lavoro sulla linea S9 Milano Saronno, si è trovata coinvolta. Ci ha raccontato che nella stazione di Milano Greco Pirelli ha dovuto cambiare treno, convoglio che l’ha poi lasciata a Monza e da lì non c’era più alcun mezzo che transitava verso Lissone, sua stazione d’arrivo – ha spiegato Davide Zanon, Segretario Regionale di Codici Lombardia –. Il personale di assistenza Trenord presente sulla banchina non si è rivelato di alcuna utilità, anche perché sprovvisto di alcun tipo di altoparlante e difficile da sentire nella calca, e ancora una volta è stato il cameratismo tra le persone a farla da padrona. L’associata è riuscita a tornare a casa viaggiando con un autobus di linea perché Trenord non ha attivato alcun piano straordinario per gestire l’emergenza, ma al contrario ha lasciato i viaggiatori in attesa sulle banchine senza fornire alcun tipo di informazione.
E’ inaccettabile che Trenord non abbia ancora capito che l’informazione è essenziale. Bisogna prevedere che in ogni stazione il personale addetto all’assistenza clienti sia formato e preparato, e che in casi del genere faccia sentire ben chiara la sua voce fornendo indicazioni su soluzioni alternative di viaggio, sui diritti dei passeggeri coinvolti e su cosa Trenord sta facendo per risolvere il disservizio”.
In generale, problematica sulla linea tra Monza e Lissone a parte, la situazione sta diventando sempre più insostenibile per i pendolari che ogni giorno si trovano a dover affrontare ritardi, cancellazione di treni e modifiche senza alcun tipo di preavviso e senza poter avere soluzioni alternative.
“Nell’ultimo periodo in particolare i pendolari stanno subendo disagi inaccettabili a causa dell’inefficienza delle Ferrovie dello Stato. – ha spiegato l’assessore regionale Terzi -. I malfunzionamenti della rete di Rfi (Fs) e dei treni vecchi conferiti da Trenitalia (Fs) stanno mettendo a dura prova la pazienza di tutti. Ieri si sono verificati problemi alla stazione di Greco Pirelli che hanno generato gravi disservizi sulla S11 Milano-Chiasso, S9 Milano-Albairate, S8 Milano-Lecco, S7 Milano-Molteno-Lecco, Milano-Tirano, Milano-Bellinzona e Milano-Paderno. La totale mancanza di informazioni non ha permesso a molti utenti di trovare alternative per raggiungere il posto di lavoro. Ho scritto ai vertici di Rfi: la società statale deve fornire spiegazioni rispetto ai disagi. È sorprendente che lavori per il miglioramento dell’infrastruttura, pianificati da tempo, possano determinare ripercussioni così negative sulla circolazione ferroviaria”.