Monza, stadio Mauro: Federcalcio cede l’impianto, il Foa Boccaccio all’attacco

La struttura di via Rosmini dovrebbe essere acquistata da un privato per la riqualificazione. Si parla anche del Club Alpino. Il Centro sociale, che la occupa dal 2011, annuncia una dura battaglia.
“Eppur si muove” pronunciò lo scienziato Galileo Galilei davanti alla Santa Inquisizione a proposito del movimento della Terra intorno al Sole. Si può dire la stessa cosa, con le dovute proporzioni, per lo Stadio “G. Mauro” di Monza, l’impianto di via Rosmini.
Che, un tempo sede degli allenamenti della Primavera biancorossa e della squadra del Verga Triante, è stato completamente abbandonato nel 2010. Per poi essere occupato abusivamente nel 2011 dai ragazzi del Centro sociale Foa Boccaccio, che lì vi organizzano ancora feste, concerti, iniziative culturali e di aggregazione.
La Federcalcio Servizi, società della Figc (Federazione italiana giuoco calcio), proprietaria dello Stadio “G. Mauro” ha deciso ora di mettere in vendita l’impianto con l’intento di riqualificarlo. Anche perché l’affitto da 40mila euro l’anno è considerato da tempo insostenibile per le società sportive e le associazioni locali.
“Stiamo ragionando su alcune ipotesi che mantengano, comunque, il vincolo dell’uso sportivo della struttura, anche non per forza legato al calcio – spiega Mauro Grimaldi, Consigliere Delegato della Federcalcio Servizi, che si occupa per la Figc della gestione del patrimonio immobiliare e della prestazione dei servizi necessari – non è stato firmato ancora alcun atto di vendita, il nostro studio legale si sta occupando dei dettagli della vicenda”.
La decisione della Federcalcio Servizi si inserisce in un ragionamento più complessivo che riguarda anche altri impianti sul territorio nazionale. “Siamo in trattative per la vendita di nostre strutture anche a Lodi e Napoli, a Udine c’è un accordo con il Comune – afferma Grimaldi – a Monza, invece, per lo Stadio Mauro non c’è stato l’interesse né dell’amministrazione comunale né del Monza calcio”.
In pole position per aggiudicarsi l’impianto di via Rosmini, nei giorni scorsi si è parlato di uno Studio di ingegneria. Che avrebbe pronto un progetto di riqualificazione e dovrebbe firmare il compromesso per la vendita entro il 15 gennaio 2020. Ma ultimamente si è affacciata anche l’ipotesi che la sezione monzese del Club Alpino Italiano voglia acquistare l’area per realizzarvi la sua “Casa della montagna”.
Un progetto, chiamato “Quota 162”, l’altitudine di Monza sul livello del mare, di cui si discute da almeno due anni. E che si sarebbe dovuto inizialmente fare in via Della Lovere (leggi l’articolo).
“Vendere lo Stadio Mauro per noi non è una questione di business, ma la necessità di recuperare una struttura che è completamente da rifare – sostiene il Consigliere Delegato della Federcalcio Servizi – ecco perché non conta il suo valore di mercato, ma c’è bisogno di una perizia sullo stato attuale dell’impianto”.
Nell’attesa di conoscere il futuro dell’ex Centro sportivo di via Rosmini, il Centro Sociale Foa Boccaccio è già sul piede di guerra. E dalla propria pagina Facebook si dichiara apertamente pronto a contrastare qualsiasi possibilità di cambio di proprietà della struttura. Con relativo sgombero dei ragazzi e ragazze che attualmente la usano per le loro iniziative.
“Non ci sono progetti “buoni” per un’area già riqualificata da più di otto anni di attività e iniziative autorganizzate – si legge in un comunicato – ci hanno già provato a buttarci fuori, a farci sparire, ma come un bisogno vitale siamo rimasti, vivi e attivi in questa città”.
“Siamo pronti e pronte a difenderci e, quando necessario, al contrattacco, come abbiamo imparato in tanti anni di attività sul territorio – affermano i responsabili del Centro sociale – chi sta contro, imprenditori o politici o guardie, sappia che se vuole davvero buttarci fuori, dovrà pagare il conto sociale e politico dello sgombero dell’unico spazio autogestito monzese, che da 16 anni produce pensiero, cultura, aggregazione e conflitto”.
Il messaggio di aperto contrasto ad un progetto di vendita dello Stadio Mauro è chiaramente rivolto anche al Club Alpino Italiano. “Ci sono centinaia di palazzine vuote da scalare, qualche vostro collega le ha costruite, qualche altra associazione avrà immaginato di entrarci. E’ roba del vostro sacco” si legge in un secondo comunicato.
“Invece via Rosmini 11 non è vuota e non è da riqualificare: per alcuni è casa, per altri è luogo di passioni e relazioni, di politica e solidarietà – continua – per tutte e tutti è spazio antifascista e antirazzista, aperto ai progetti di affermazione del sé, alle singole tensioni e alle lotte contro il capitalismo, spesso incarnato in questi normalissimi mostri”.
“Non saremo noi a pagare per l’inadempienza dell’amministrazione comunale né per le urgenze progettuali di chicchessia – continua il testo del Foa Boccaccio – che questa trattativa di vendita/acquisto si interrompa subito o ciascuno si assumerà le responsabilità delle proprie scelte”.
Con queste premesse la partita dell’ex Centro sportivo di via Rosmini è metaforicamente ancora tutta da giocare. Chissà se l’effetto del Natale ormai alle porte riuscirà a portare almeno un po’ di fair play in campo.