Vimercate, al Banfi torna la notte nazionale del liceo classico

Il 17 gennaio è in programma una tavola rotonda dal tema “Scienza e archeologia: i risultati di una proficua collaborazione”.
Il Liceo scientifico e classico “Antonio Banfi” di Vimercate si sta preparando alla Notte nazionale del Liceo Classico e lo fa con una tavola rotonda aperta anche alla cittadinanza.
La ricorrenza fissata per il 17 gennaio, coinvolgerà almeno altri 400 Licei Classici italiani e ha lo scopo di promuovere la cultura classica e la sua tradizione.
In particolare a Vimercate, presso l’auditorium di via Adda, dalle ore 18 alle ore 21.30, esperti si confronteranno sul tema: “Scienza e archeologia: i risultati di una proficua collaborazione”.
Al tavolo dei relatori ci saranno due studiosi di fama internazionale, Cristina Cattaneo dell’Università degli Studi di Milano e Fabrizio Slavazzi dell’Università degli Studi di Milano, che dialogheranno con Mauro Reali professore del Liceo Banfi.
I due studiosi presenteranno alcuni esempi della collaborazione tra scienza e archeologia, alla luce di recenti esperienze che li hanno visti lavorare insieme. Ad esempio, lo studio del sarcofago e dei resti di Santi Ambrogio, Gervaso e Protaso, conservati nella basilica di Sant’Ambrogio a Milano; oppure le indagini relative agli abitanti della Milano romana (Mediolanum) e al sepolcreto della Ca’ Granda (oggi Policlinico di Milano) sotto la cripta della Chiesa della Beata Vergine Annunciata.
Il tutto in un contesto che prevederà musica, recitazione, danza e… buffet! L’iniziativa, oltre che ai docenti, agli studenti e alle loro famiglie, è aperta alla cittadinanza.
GLI ESPERTI
Cristina Cattaneo è medico e antropologo, professore ordinario di Medicina Legale all’Università degli Studi di Milano e direttore del Labanof, il Laboratorio di antropologia e odontologia forense, presso la stessa Università. La professoressa è forse l’anatomopatologa più famosa d’Italia, perché coinvolta in casi di cronaca che hanno emozionato la pubblica opinione, e per il suo instancabile impegno nel dare un nome ai “migranti senza nome” morti nel Mediterraneo in questi ultimi anni. Da sempre, però, ha manifestato anche interesse per l’archeologia perché, come lei stessa ha scritto, l’umanità si manifesta “con la sua storia e la sua dignità” parimenti “dalle ossa di una matrona romana rinvenuto in un sarcofago, di un bambino morto di tubercolosi nel Medioevo, oppure dai resti di un senzatetto accoltellato dieci anni fa, di una prostituta fatta a pezzi e gettata in un lago, dallo scheletro di un anziano malato di Alzheimer allontanatosi da casa o, infine, dai resti di un migrante morto in mare nel tentativo di raggiungere l’Italia (C. Cattaneo, Naufraghi senza volto. Dare un nome alle vittime del Mediterraneo, Raffello Cortina Editore, Milano 2018, pp. 10-11).
Fabrizio Slavazzi è archeologo, professore ordinario di Archeologia romana presso l’Università degli Studi di Milano. Grande esperto di statuaria, pavimenti e mosaici, nonché raffinato conoscitore della storia della tradizione classica, è autore di numerose pubblicazioni scientifiche. Ha condotto scavi in varie località del Mediterraneo (tra gli altri, quelli nell’area della Villa di Tiberio a Sperlonga, e nella città greco-romana di Gortina sull’isola di Creta) e studia da anni il materiale archeologico reperito nella Villa Adriana di Tivoli. Ha già partecipato ad altre edizioni della “Notte nazionale del Liceo Classico” presso il “Banfi” di Vimercate.