Brianza, tasso PM10 alle stelle: ecco la classifica dei peggiori comuni

Polveri sottili alle stelle in Brianza, grazie a dati Arpa, ecco la classifica di dove si respira peggio e “meglio”
Inquinamento alle stelle, non solo a Milano, ma anche e soprattutto in Brianza. “Siamo in emergenza smog e la sequenza di superamenti dei livelli limite di Pm10 nell’aria è allarmante“, è quanto si apprende da un report prodotto da Legambiente nei giorni scorsi.
Sono passati circa 20 giorni, da quando in gran parte della bassa Lombardia, Brianza compresa, l’aria è irrespirabile. I livelli di PM10 nell’atmosfera, infatti, sono mediamente doppi rispetto ai valori limite che l’Unione Europea considera tollerabili per la salute dei cittadini.
LA SITUAZIONE IN BRIANZA:
La fotografia scattata da Arpa (dati aggiornati al 16/01/2020) produce una mappa che spacca, letteralmente, la Lombardia in due parti. Una zona irrespirabile, un’altra più pulita e respirabile ( clicca qui per vedere la mappa). Quella della Brianza è tra le peggiori, nonostante le numerose zone boschive e i parchi presenti nel territorio. Un dato, questo, che non stupisce. Basti pensare che il territorio brianzolo è una delle zone più cementificate di Italia. Il record lo detiene Lissone con il 71,3% del suolo consumato. In terra brianzola, lo smog la fa da padrone.
LA CLASSIFICA
Tra i comuni con il tasso di PM10 più alto – il valore limite è di 50 µg/m³, c’è il comune di Meda con un tasso di 93 µg/m³. Si pensi che la situazione a Milano è pari a 90 µg/m³. A seguire Muggiò con un a percentuale di 84 µg/m³, Nova Milanese con un tasso di 83 µg/m³, Varedo con i suoi 82 µg/m³, Bovisio Masciago e Seveso con un “buon” 80 µg/m³. Monza, Desio e Seregno registrano invece 78 µg/m³. Lissone, nonostante sia il paese più costruito, raggiunge un tasso di 74 µg/m³. Sul podio, salgono Arcore con un 69 µg/m³, Biassono con un 68 µg/m³. Al primo posto, tra i comuni dove meglio si respira, c’è Besana in Brianza con il tasso di 58 µg/m³.
LA DENUNCIA DI LEGAMBIENTE:
Quello in cui viviamo è un contesto in cui le misure di emergenza programmate fino ad oggi, si stanno rivelando sistematicamente inefficaci. Se da una parte è vero che, il livello degli inquinanti ha teso a ridursi, grazie alle innovazioni tecnologiche di motori e di impianti termici/industriali, la situazione peggiora quando bisogna fronteggiare condizioni meteoclimatiche “avverse” . Non piove, i livelli di PM10 si alzano.
“Aver abbandonato misure drastiche e impopolari, come i blocchi del traffico, se da un lato è stato giustificato dalla scarsa efficacia di questi interventi spot, ha però portato a disperderne il valore educativo”, ha dichiarato Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia. “Oggi – continua – la gente non pensa più che di fronte all’emergenza smogsi debba anche modificare il proprio comportamento. Respiriamo un’aria tossica, ma il traffico è sempre lo stesso”, conclude.
La colpa, a onor del vero, è dovuta al fatto che, troppe volte l’auto viene utilizzata anche per piccoli spostamenti. Non usarla in questi casi, porterebbe ad un impatto migliorativo sulla qualità dell’aria.
Non solo emissioni – Dati INEMAR, chiariscono come le emissioni di polveri più rilevanti non sono da attribuire ai gas di scarico, ma derivino dall’usura dei mezzi di trasporto e delle strade. Il consumo dei freni, degli pneumatici e dell’asfalto contribuiscono ad inquinare tanto quanto i gas di scarico. “Sebbene non siano ancora disponibili inventari emissivi con dati più aggiornati – specifica Legambiente -, la situazione è sicuramente peggiorata per le emissioni da usura, soprattutto a causa delle autovetture di maggior peso: un SUV da due tonnellate e mezzo – chiarisce Legambiente – , oltre ad inquinare di più con i gas di scarico, causa sicuramente maggior usura su freni, pneumatici e fondo stradale, rispetto a una utilitaria da nove quintali”.