Sola con un bimbo di 15 giorni, da Monza scatta la gara di solidarietà

Valentina, professionista, giornalista e mamma, è stata la protagonista di una grande storia di umanità e solidarietà che sta facendo il giro del web proprio in questi giorni.
Valentina Nuccio, di origine pugliese e residente a Monza da cinque anni, è giornalista e autrice del libro “Terra d’ombra bruciata“, con la prefazione di Erri De Luca, dedicato a Taranto e agli abitanti che conducono una lotta incessante contro l’Ex Ilva. Valentina, professionista e mamma, è stata la protagonista di una grande storia di umanità e solidarietà che sta facendo il giro del web proprio in questi giorni.
Sabato pomeriggio ha presentato il suo libro al salone della cultura di Milano. Di ritorno a casa ha preso la metro da porta Genova per scendere in Stazione centrale. Ha visto un posto libero e si è seduta notando un “fagottino” dentro una carrozzina.
Una tenera immagine che ha fatto breccia nel cuore della giornalista monzese. “Ho chiesto alla sua mamma quanti giorni avesse. – ha raccontato a MBNews Valentina – Mi ha detto 15 giorni e allora le ho chiesto quanti anni avesse lei. Mi ha risposto 22″.
Nelle poche fermate, Valentina è riuscita a sapere che la giovane mamma è originaria de El Salvador e che è completamente sola. “Abbandonata dal compagno incinta di sei mesi, oggi vive nella periferia di Milano grazie a un sussidio della Chiesa. Abita in casa con altri connazionali. Ho fatto in tempo a chiederle il numero di telefono poco prima di scendere”.
Un incontro che ha lasciato il segno nella scrittrice che, una volta arrivata a casa, ha recuperato dei vestitini di suo figlio (che adesso ha tre anni) e ha preparato una borsa colma di cose che potevano tornare utili alla giovanissima mamma. Un cappello, una sciarpa, termometro, latte, biscotti e prodotti per l’igiene personale: Valentina ha pensato proprio a tutto.
“Domenica sera, accompagnata da mio marito, sono andata da lei. L’ho abbracciata e le ho detto che da quel momento non sarebbe stata più sola. Dorme sul divano in uno spazio veramente piccolo. Le ho promesso che non l’avrei abbandonata. La sera stessa ho aperto una pagina Facebook che si chiama Aiutiamoci ad Aiutare, e una sottoscrizione che consente di comprare con i fondi dei buoni spesa nei supermercati e farmacie”.
Cosa ti ha spinta a compiere questo nobile gesto? “Sono da poco mamma di una bambina e ho un bambino di tre anni. L’ho vista così indifesa, sola, soprattutto perché non parla italiano. Cosa potevo fare se non aiutarla?”
Hai mantenuto contatti con la giovane mamma dopo l’incontro ?” Sì sabato la incontrerò per portarle le tante cose recuperate grazie alla rete dei social. Tantissime mamme, papà, persone si sono mosse per aiutarmi ad aiutare Vanessa e il suo piccolo”.
Hai un messaggio per tutti i nostri lettori? “Non giratevi dall’altra parte. Anche con poco si può aiutare il prossimo. L‘indifferenza ci sta uccidendo, recuperiamo un minimo di umanità”.
Valentina, grazie al suo libro, devolverà inoltre parte del ricavato al polo oncoematologico pediatrico dell’ospedale di Taranto.