“No agli animali in mostra”. Lettera di protesta di un lettore

Riceviamo e pubblichiamo le considerazioni di un lettore sulla mostra “I gatti più belli del mondo” e Reptilia che si terrà ad Agrate Brianza.
Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un lettore che esprime il suo disappunto sull’esposizione dei gatti più belli del mondo che si terrà ad Agrate Brianza, quando a suo parere bisognerebbe aiutare i gatti che aspettano di essere adottati e curati nei gattili e nelle colonie feline. E anche per quanto riguarda la mostra Reptilia, il lettore nutre dubbi sullo scopo didattico e culturale dell’evento, perché ritiene che un animale debba essere vivere ed essere studiato nel suo habitat.
LA LETTERA
“Gentili signore e signori,
ho appreso dai mezzi di informazione https://www.expofelina.it/expo_Agrate_Brianza_2020.html che il 18 e 19 Gennaio ad Agrate Brianza (MB) si svolgerà “I gatti più belli del mondo. Esposizione internazionale felina” «un appuntamento di valore internazionale che vedrà presenti i rappresentanti di tante razze feline dalle più note alle più rare. I maestosi Maine Coon, i loro cugini europei Norvegesi e Siberiani (…) gli Ocicat maculati come leopardi in miniatura ed ancora il Singapura ed il Ceylon (…) i sontuosi Persiani (…) gli eleganti Siamesi ed i misteriosi Sacri di Birmania (…) gli “alieni” Devon Rex (…) e tante altre razze feline, ognuna con le sue caratteristiche e tutte ugualmente affascinanti. Centinaia di magnifici gatti verranno poi giudicati nel BEST IN SHOW da Giudici internazionali. Un’esposizione felina è una vera e propria sfilata di bellezza destinata a tutti i gatti di razza. (…)»
Ci sono gatti che aspettano di essere adottati e curati nei gattili e nelle colonie feline ma ad Agrate Brianza ci si adopera per creare il culto della razza che considero estraneo a una cultura di rispetto degli animali, anche se esso non fosse causa diretta di concreti maltrattamenti.
Spesso si promuovono queste fiere come occasioni per conoscere e tutelare il mondo degli animali nelle loro “razze” ma ciò è contraddittorio poiché in natura non esistono le razze che invece sono il frutto di una selezione operata dall’essere umano nel tempo per soddisfare interessi ornamentali o economici.
Le razze, a differenza delle specie, non hanno nulla di naturale ma sono mantenute dagli allevatori attraverso l’incrocio selettivo di esemplari con caratteristiche particolari.
Questo evento è una kermesse basata su allevamento e commercio: un messaggio che considero negativo nel rapporto tra esseri umani e non umani. Inoltre penso che in questo spazio gli animali non si sentano a proprio agio perché migliaia di visitatori creano un ambiente caotico non gradito, se non addirittura ostile, agli animali.
«Inoltre, con lo stesso biglietto, potrai visitare una affascinante mostra culturale REPTILIA EXPO ® RETTILI VIVI DA TUTTO IL MONDO. La più grande e qualificata mostra di rettili in Italia dove potrai ammirare tanti serpenti tra i più belli ed affascinanti: pitoni australiani, africani ed indiani (…) i potenti boa costrittori, l’aggressivo pitone di Seba, l’irascibile pitone di Sumatra, la temibile anaconda, colubridi asiatici, africani ed americani, il falso corallo ed il boa arcobaleno, il pitone verde ed il “falso cobra” sudamericano, i serpenti velenosi opistoglifi (…) il collerico teide (…), il gigante geco africano to-kay, il drago barbuto, la lucertola gigante africana, una giovane testuggine africana, e tanti altri; tutti naturalmente VIVI ! (…) MOSTRA NATURALISTICA CULTURALE (…) »
Nutro molti dubbi sullo scopo didattico e culturale della mostra perché penso che un animale debba essere studiato, oltre che protetto, nel suo habitat: come si può pretendere di mostrare le peculiarità di una specie animale se la si esamina prigioniera? Un animale libero di muoversi a piacimento ha comportamenti diversi se lo si tiene racchiuso in spazi angusti e, così facendo, non lo si conoscerà mai davvero a fondo.
Anche per gli esseri umani accade ciò: se fossero rinchiusi in una struttura detentiva, per quanto fossero ben nutriti e ben curati, sarebbero persone molto diverse rispetto a come lo sarebbero in libertà. Ridurre in schiavitù un animale per studiarlo e proteggerlo è frutto di un pensiero antropocentrico oltre a essere un errore metodologico.
Non comprendo che cosa spinga gli esseri umani a imprigionare gli esseri non umani: se provassimo a guardare il mondo da una gabbia, contando i centimetri cubici a disposizione per muoverci, credo che ci passerebbe quella smania compulsiva di prigionia che manifestiamo sistematicamente nei confronti degli animali.
Queste iniziative non aiutano a creare la cultura della tutela dei diritti animali: al contrario, fanno un passo indietro rispetto a tutto ciò che molte amministrazioni locali hanno fatto finora e sono intenzionate a fare in futuro. Pur riconoscendo la legalità di questi appuntamenti, hanno fatto una scelta etica, deliberando regolamenti comunali col divieto di usare gli animali per esposizioni, fiere, spettacoli, giochi, lotterie.
Esistono rifugi e santuari che accolgono animali da allevamenti, macelli, laboratori di sperimentazione animale: qui gli animali vivono e muoiono felici, attorniati dall’amore sincero e incondizionato di chi li cura. I santuari e i rifugi per animali nel mondo sono tanti ma mai abbastanza per salvare tutte le vite che meriterebbero di essere salvate. Molti di essi funzionano bene, fanno progetti didattici, sono aperti alle visite del pubblico e insegnano una convivenza interspecifica sia tra animali che tra esseri umani e animali nel segno della pace e della nonviolenza. Questi sono i luoghi in cui gli animali si conoscono per come sono veramente e nulla hanno a che fare con fiere come quelle di Agrate Brianza.
Cordiali saluti
Paola Re”.
Lettera firmata. Ricevuta in redazione il 13 gennaio 2020