Al Parco delle Groane si educa all’ambiente per proteggere il futuro

4 febbraio 2020 | 07:00
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Al Parco delle Groane si educa all’ambiente per proteggere il futuro

Quest’anno sono quasi oltre 9.000 gli studenti coinvolti in attività di educazione ambientale promosse dal Parco. Il commento del presidente Della Rovere.

Buone notizie dal Parco delle Groane. Secondo il recente report di gennaio, infatti, stanno aumentando sempre di più gli studenti coinvolti nelle attività di educazione ambientale: 9.497 per l’anno scolastico in corso, dalle scuole dell’infanzia alle superiori, per un totale di quasi 3.000 ore. Basti pensare che solo tre anni fa gli studenti partecipanti ai progetti del parco erano appena 2.000. «Una crescita costante che testimonia il buon lavoro fino a qui svolto dal nostro staff commentano dalla presidenza del Parco -, e che corre parallelamente all‘ampliamento dei confini della nostra area protetta estesasi nella provincia di Como con l‘annessione dell’ex Plis della Brughiera Briantea».

I progetti sostenuti dal Parco, con il supporto della Cooperativa Sociale Senza Frontiere per la parte a sud del Parco, e di Eliante Cooperativa Sociale per la parte nord, si concentrano sui comportamenti umani e la loro influenza sul cambiamento climatico (“AmbientiAMOci”, finanziato dal Parco con 60mila euro di risorse proprie) e sulla conoscenza e valorizzazione della diversità biologica e culturale (“Semi ambasciatori di Biodiversità”, per cui il Parco ha vinto un bando di Regione Lombardia, che ha messo a disposizione 10mila euro totali). Investimenti che, secondo il presidente Roberto Della Rovere, contribuiranno a vincere la scommessa fatta sulle generazioni future, «consapevoli del fatto che potranno contribuire alla salvaguardia del nostro pianeta e alla sopravvivenza del genere umano».

Questi dati sono stati inoltre uno spunto per un utile confronto con il presidente della Rovere, da cui risulta evidente che le attività con le scuole sono anche la manifestazione di una volontà del Parco di giocare un ruolo sempre più concreto nella formazione ambientale. «Credo che di fronte alle mutazioni in atto a livello climatico globale, investire in termini di sensibilizzazione e formazione delle nuove generazioni al rispetto della natura e dell’ambiente debba essere uno dei cardini principali attorno ai quali deve ruotare la funzione di un Parco regionale come il nostro – ha confermato infatti Della Rovere quando gli abbiamo chiesto quali saranno i prossimi obiettivi in ambito educativo del Parco delle Groane -. Dobbiamo investire sempre di più e sempre meglio ampliando anche la platea dei soggetti da coinvolgere. Credo che gli stimoli emersi in consiglio di gestione di coinvolgere anche scuole e classi nel Comune di Milano debbano essere valorizzati e oggetto di una attenta valutazione positiva».

Da un punto di vista più ampio, invece, quali sono gli obiettivi a lungo termine?
«Diciamo che sotto il profilo delle potenzialità, e quindi degli obiettivi importanti da porsi per i prossimi mesi e anni, l’attuale strutturazione del Parco, con il suo recente ampliamento, presenta molti campi di sfida – sostiene il presidente -. Se parliamo di quanto riguarda l’assetto territoriale bisogna chiudere un percorso di confronto con le amministrazioni locali e con Ersaf per definire gli eventuali termini di adesione del Parco regionale delle Querce alla proposta di fusione con il Parco delle Groane e della Brughiera Briantea. È un percorso delicato dove devono essere considerate in modo attento e rispettoso le diverse sensibilità territoriali. Credo però che il percorso già effettuato con le amministrazioni in occasione dell’ampliamento abbia dimostrato come l’approccio dell’ente gestore del Parco delle Groane si sia sempre svolto con la massima attenzione alle richieste dei comuni e delle province. Dal punto di vista infrastrutturale ritengo che, aldilà della normale manutenzione del patrimonio, di debba investire nel prolungamento e collegamento delle pedociclovie del Parco delle Groane verso i nuovi territori della Brughiera Briantea. Il grande progetto è quello di realizzare un’unica e grande dorsale sud/nord, e viceversa, che colleghi le prime propaggini di Milano al Lago di Como».

In questi anni di presidenza ha visto cambiare il Parco? Come?
«Sicuramente in questi cinque anni c’è stata una valorizzazione importante delle aree e delle strutture del Parco. Dopo una fase durata anni nella quale questo meraviglioso polmone di verde e naturalità era visto con qualche timore e pregiudizio, ora in molti ne hanno compreso il valore e lo apprezzano. Testimonianza sono le decine di migliaia di frequentatori occasionali e continuativi che nel corso di tutte le stagioni dell’anno ne hanno fatto il loro punto di svago e relax preferito. In questo contesto è contata non poco l’operazione di marketing territoriale che in questi anni è stata fatta per rilanciare e migliorare l’immagine del Parco. Ciò ha voluto dire investire in termini di risorse umane ed economiche ma, alla fine, i risultati sono iniziati ad arrivare. C’è sicuramente ancora molto da fare ma credo che questa sia la strada giusta. Sicuramente bisogna incrementare la relazione tra l’ente parco e tutti gli operatori economici del territorio e in primis con le attività agricole che sono una risorsa preziosa da valorizzare. Un percorso non semplice ma obbligato».