In Brianza l’app che combatte lo spreco alimentare

5 febbraio 2020 | 01:24
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In Brianza l’app che combatte lo spreco alimentare

Si costruirà una rete di prossimità. Gli esercenti locali, che intendono donare le eccedenze alimentari, potranno contattare in modo immediato i volontari dediti al loro recupero.

Lo spreco alimentare è oramai parte della vita quotidiana, avviene in tutte le fasi della filiera, dalla produzione al consumo domestico. Oggi nel mondo si gettano più di un miliardo di tonnellate di cibo all’anno. Una cifra sorprendente, così per sensibilizzare maggiormente la popolazione, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha istituito la giornata internazionale della consapevolezza sullo spreco alimentare, e oggi, 5 febbraio, la si celebra in Italia.

UN PROGETTO BRIANZOLO

A tal proprosito, proprio oggi ATS Brianza e CSV Monza Lecco Sondrio presentano uno strumento informatico che darà una risposta concreta al territorio nell’ambito della lotta allo spreco di cibo.

ATS Brianza e CSV hanno infatti sottoscritto una convenzione per l’attivazione di un progetto che prevede l’implementazione di una piattaforma informatica e di un’APP in grado di creare un rete di prossimità per la ridistribuzione di cibo in esubero o con difetti non pregiudizievoli la sicurezza alimentare.

COME FUZIONA

L’elemento innovativo del sistema informatico è la capacità di mettere in contatto in modo semplice ed immediato gli esercenti locali, che intendono donare le eccedenze alimentari, con i volontari dediti al loro recupero. Sarà così possibile non solo valorizzare anche esigue quantità di alimenti che allo stato attuale finiscono nei rifiuti ma anche quantificare  in modo istantaneo l’eventuale detrazione fiscale per i donatori.

L’altra novità è la presenza di indicazioni pratiche per la composizione di un pasto equilibrato, partendo dalla donazioni ricevute, e per uno stile di vita sano.

Nicoletta Castelli, Direttore del Dipartimento di Igiene e Prevenzione Sanitaria dell’Agenzia di Tutela della Salute spiega: “Inauguriamo in questa giornata una delle azioni del progetto Recupera chi OSA a cui teniamo molto. Lo sviluppo della APP e del sito web si inseriscono all’interno di un sistema  coordinato e supportato da ATS per promuovere il contrasto allo spreco alimentare e garantire l’accesso ad un pasto anche alle fasce più deboli della popolazione. L’unione di intenti con tanti soggetti come il CSV, i Comuni e le scuole fornirà sicuramente uno sprint maggiore per ottenere risultati tangibili”.

Filippo Viganò, Presidente del CSV Monza Lecco Sondrio aggiunge: “Si tratta di un’importante collaborazione tra il mondo del Terzo Settore per e con i giovani studenti che, attraverso l’alternanza scuola-lavoro, hanno prodotto qualcosa di innovativo; ciò dà nuovo impulso ad un lavoro che si sta portando avanti, per il recupero di eccedenze alimentari (in particolare quelle fresche, una delle novità di questo progetto) da distribuire ai bisognosi del territorio. ATS e CSV hanno fornito impulso e appoggio a questo progetto che vede tanti attori coinvolti e che produrrà sicuramente tanti effetti positivi”.

ALCUNI DATI

Ma quali sono i Paesi più spreconi al mondo? L’indice di sostenibilità alimentare (Food Sustainability Index), redatto dalla Fondazione Barilla Center for Food & Nutrition (BCFN), ci permette, grazie ad una ricerca svolta in più di 60 Paesi sulla base di indicatori ambientali, sociali ed economici, di esplorare l’argomento. In cima a questa particolare (e negativa) classifica si trovano gli Emirati Arabi Uniti, seguiti da Bulgaria e Russia.

D’altra parte, tra i Paesi più virtuosi si posizionano Francia, Olanda e Canada. Ma in che modo si può arginare questo fenomeno? La Francia è diventata negli ultimi anni un modello da seguire per quanto riguarda la riduzione dello spreco alimentare, infatti, è attiva sia a livello pubblico che privato contro questa tendenza. Innanzitutto, è stato il primo Paese a proibire ai supermercati di gettare il cibo invenduto che è vicino alla scadenza, il quale dovrà invece essere devoluto ad enti benefici. Il Paese punta inoltre a cambiare le abitudini dei consumatori: a Parigi è stata lanciata un’iniziativa per riciclare i rifiuti organici. Distribuendo dei kit di riciclaggio, accompagnati da una guida, l’obiettivo è quello di raccogliere i rifiuti organici e trasformarli per poterli riutilizzare come fertilizzanti o biocombustibili. Oltre a ciò, la Francia è tra i Paesi con una quota di obesità tra le più basse al mondo, ed è in prima linea nell’adattamento di strategie agricole rispettose e attente al cambiamento climatico.

A livello internazionale, le Nazioni Unite si sono prefissate nel programma «Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile» degli obiettivi da raggiungere nel prossimo decennio, tra cui il garantire modelli di consumo e produzione sostenibili. Uno degli scopi prefissati è quello di dimezzare lo spreco alimentare globale pro-capite e ridurre le perdite di cibo durante le catene di produzione e di fornitura. In determinati Paesi, vi sono inoltre diverse App che mirano a ridurre lo spreco alimentare ritirando il cibo invenduto da negozi e ristoranti. Nelle case degli italiani, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”,  27,5 kg di cibo finiscono, ogni anno, nella spazzatura. Tra gli alimenti più sprecati verdura e latticini. Le previsioni per il futuro non sono delle migliori, perché si stima che nel 2030 lo spreco aumenterà del 25%. E tutto questo quando più di 815 milioni di persone nel mondo sono denutrite. Se fosse possibile recuperare tutto il cibo che sprechiamo, si potrebbero sfamare quasi 2 miliardi di persone.