Coronavirus. Monza molti in farmacia per l’amuchina, ma pochi in giro

24 febbraio 2020 | 08:09
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Coronavirus. Monza molti in farmacia per l’amuchina, ma pochi in giro

Come è andata a Monza dopo l’attivazione delle misure speciali per il Coronavirus? Siamo andati a vederlo.

Macchine con le quattro frecce in mezzo alla strada, file alle casse, qualche scambio di opinioni mentre si aspetta il proprio turno. Nelle farmacie di Monza si respira questo clima. «Avete finito l’amuchina, vero?» chiede un uomo affacciandosi dentro la farmacia di via Borgazzi.

Tutto questo è la conseguenza del Coronavirus, il virus arrivato da Wuhan (Cina) che negli ultimi giorni si è diffuso in Lombardia, generando paura e preoccupazione tra i cittadini del nord Italia. E’ impossibile dare un numero definitivo dei contagi, perché minuto dopo minuto la cifra cresce: ad ora, nella mattinata di lunedì 24 febbraio, le persone risultate positive al test del Coronavirus nella nostra Regione sono 112. Di questi, 56 sono attualmente in ospedale. (Ultimo aggiornamento qui)

Mentre Regione Lombardia, in collaborazione con il Ministero della Sanità, elabora una strategia per contenere la situazione ed evitare inutile allarmismo (ecco tutte le misure attivate a Monza), i cittadini reagiscono in modo diverso: c’è chi ha seriamente paura, chi non si fa fermare dal virus e chi, pur rispettando le indicazioni di Regione e Ministero, esprime qualche perplessità su come stiamo gestendo questa faccenda.

Come MBNews siamo andanti in giro per Monza, per vedere la situazione della città capoluogo di provincia dopo l’attivazione delle misure provenienti da Regione Lombardia.

Poche persone in giro per la città

«Ha un volto strano la città – ci racconta un passante – però penso che sarà così ovunque in Lombardia, non siamo noi a fare eccezione».

In piazza Trento e Trieste, uno dei luoghi più amati dai monzesi, non c’è nessuno. I tavolini dei bar sono vuoti e anche chi gestisce attività ci conferma che oggi in giro si è fatta vedere pochissima gente. Le strade sono poco trafficate e nei luoghi che solitamente sono centro di aggregazione, questa mattina si respira un clima inedito, quasi di solitudine. Qualche temerario in giro c’è e ci tiene a dircelo: «Non mi faccio mica fermare dal Coronavirus!». D’altronde sono attive da ieri le misure contro la diffusione del virus (leggi qui)

«Un po’ di paura c’è – ci raccontano due ragazze che oggi, dopo lo stop di Regione Lombardia, non sono andate a scuola. – Soprattutto per le persone più anziane o coloro che hanno difese immunitarie più basse. Per noi giovani, personalmente, la sentiamo meno. Abbiamo visto online i consigli igienici per prevenire il contagio, quelli faremo in modo di seguirli tutti».

Le farmacie prese d’assalto 

Nelle farmacie l’atteggiamento consigliato è quello di mantenere la calma. «Non servono le mascherine – ci racconta una farmacista monzese – serve l’igiene e sopratutto serve ascoltare i consigli medici che stanno circolando in queste ore. Bisogna mantenere la calma e non cadere nella psicosi».

Fuori dalle farmacie, i luoghi mediamente più frequentati della mattinata, i commenti sul Coronavirus si sprecano. «Mio figlio lavora nel pubblico, sono preoccupata» racconta un’anziana. «Le farmacie hanno finito Amuchina e mascherine – commenta un signore, indignato – e ci dicono pure di stare calmi: è una follia. Il nostro Paese è quarto per contagi e dobbiamo stare tranquilli? Ho tutto il diritto di essere preoccupato».

Ci sono anche cartelli per specificare che le mascherine sono esaurite. «Ed è possibile ordinarle?» chiede un signore ai farmacisti. «No – rispondono questi ultimi – se no avremmo già una lista di prenotazioni infinite».

Come stanno reagendo le attività commerciali?

Anche bar, ristoranti e attività commerciali si confrontano con l’emergenza Coronavirus. Molti bar sono aperti e ci confermano che resteranno così fin quando potranno, anche se la clientela rischia di essere sempre meno. Chiudono invece, almeno per qualche giorno, alcuni ristoranti, tra cui il sushi all you can eat, Fascino Fusion, che terrà la saracinesca abbassata fino al 24 febbraio.

«No comment per oggi – ci dice un edicolante del centro – potrei essere offensivo e non voglio».

Intanto, dalla Regione Lombardia, l’indicazione è quella di mantenere la calma, ma essere prudenti. I casi più complessi sono tutti sotto la massima attenzione delle strutture sanitarie.