Verano, primo TEDX in Brianza: un viaggio tra storie esemplari

A salire sul palco anche l’astronauta Paolo Nespoli e il medico ematologo Momcilo Jankovic
Sei ore intense. Nove relatori. Un susseguirsi di emozioni forti. Luci rosse e blu. Un “open to” che promette di essere solo un inizio. Il TEDX Brianza, prima edizione del format di conferenza nato negli Stati Uniti nel 1984, è stato un successo.
Il Theatro di Verano sabato 15 febbraio per qualche ora si è trasformato in un vero e proprio contenitore di idee e di occasioni di incontro. I nove relatori che si sono alternati sul palco nel corso dei 18 minuti che, come da format, avevano a disposizione sono stati in grado di regalare spunti importanti ai fortunati che sono riusciti ad accaparrarsi un biglietto.
L'”Open to”, titolo de TEDX Brianza è stato totale. Si è parlato di empatia, di consapevolezza, del prendersi cura, di comunicazione e di sviluppi economici. Un esercito di 30 volontari hanno aiutato i tre organizzatori Marcello Arosio, Mattia Arosio e Stefano Battocchio per un evento storico per la Brianza i cui biglietti sono stati esauriti praticamente subito.
“Siamo realmente soddisfatti di quello che abbiamo creato in continuità con lo spirito TED – hanno commentato gli organizzatori -. Non possiamo semplicemente definirla una giornata di successo, perché quello che abbiamo realizzato attraverso TEDXBrianza è stato un viaggio, ma soprattutto un percorso di crescita per noi e per il Territorio della Brianza”.
Ad aprire la serata è stata Laura Boella, ordinario di filosofia che ha ricordato come l’empatia non sia innata e che non esistano persone naturalmente empatiche ma che occorre ricordarsi di allenarla. Nico Acampora, travolgente ed emozionante, ha spiegato la sua storia di padre di un figlio, Leo, autistico. E di come è riuscito con passione e positività a rendere concreto il suo progetto di Pizzaut per formare ragazzi autistici nell’arte della pizza e del servire in tavola. Progetto che porterà il 2 aprile all’apertura della prima pizzeria a Cassina de Pecchi.
Federico Frattini, professore del Politecnico di Milano, ha spiegato in che modo l’organizzazione aziendale stia cambiando proprio aprendosi versi l’esterno con il passaggio dalla closed innovation all’open innovation in cui il know how non è più sufficiente senza il know where.
Il pubblico si è emozionato per le parole di Andrea Lanfri, atleta che ha dovuto affrontare le conseguenze fisiche di una meningite fulminate (l’amputazione di sette dita e delle gambe). “Il dolore resta, la sofferenza è una scelta” ha detto spiegando la sua decisione di andare oltre all'”intoppo” della malattia per continuare a vivere della sua grande passione, la montagna.
Un ritorno a casa invece è stato quello dell’astronauta Paolo Nespoli, nato a Monza ma cresciuto proprio a Verano. Il suo intervento, dal titolo “open to action” ha portato il pubblico nello spazio grazie alla proiezione di un filmato girato in una delle sue missioni e prodotto della nasa. Patrick Trancu, esperto di comunicazione di crisi, ha regalato al pubblico la sua toccante esperienza nella gestione della comunicazione del disastro aereo di Linate del 2001 in cui hanno perso la vita 118 persone. Un’esperienza in cui il confine tra coinvolgimento personale e professionale si è reso sempre più sottile.
Momcilo Jankovic, medico onco ematologo del San Gerardo di Monza ha parlato della comunicazione tra medico e paziente e dell’importanza non solo dei guerrieri (i piccoli pazienti) ma anche degli eroi (genitori e sanitari). Un intervento intenso, emozionante e in cui l’open to è stato inteso verso la cura oltre che verso la guarigione.
Ileana Boneschi, ostetrica di guerra, ha raccontato le sue diverse esperienze nelle sale parto dei territori più difficili a livello globale puntando l’attenzione su un insegnamento: “lucky is good”. L’ultima relatrice a salire sul palco illuminato di rosso e blu è stata Paola di Nicola Travaglini, giudice che da anni è impegnata per abbattere gli stereotipi di genere.