Progetto WHP: premiate le aziende che tutelano la salute dei lavoratori

Assolombarda ospita l’edizione 2020 del premio WHP, la salute sul luogo di lavoro. Importanti realtà brianzole sono state premiate
Quanto è importante promuovere salute e benessere all’interno di un ambiente lavorativo? La risposta è stata fornita ieri, mercoledì 12 febbraio, dalle numerose imprese presenti presso la sede monzese di Assolombarda in via Petrarca a Monza. L’associazione di categoria ha ospitato il progetto ideato da Regione Lombardia “Aziende che promuovono la salute – rete WHP Lombardia (Workplace Health Promotion)”. L’incontro è stato anche il momento dei riconoscimenti per i risultati raggiunti: ATS per conto di Regione, ha premiato 50 aziende di cui 22 associate ad Assolombarda.
IL PROGETTO
Un programma ambizioso nato e pensato da Regione Lombardia nel 2005 e riconosciuto a livello ministeriale. Obiettivo, promuovere la salute all’interno dei luoghi di lavoro, accanto alla prevenzione infortunistica dei lavori. A tale scopo l’Ente ha redatto un manuale per le imprese interessate, all’interno del quale vengono individuate 6 aree tematiche, di cui 4 aree prioritarie in quanto determinanti per la salute e 2 aree migliorative. Queste sono la buona alimentazione, l’attività fisica, il fumo di tabacco e le dipendenze, oltre alla conciliazione e la sicurezza stradale.
Ogni tema, grazie anche al supporto di professionisti e medici che in orario lavorativo incontreranno i dipendenti, verrà affrontato dalle aziende attraverso l’inserimento di un insieme di buone pratiche testate scientificamente, al fine di correggere e migliorare abitudini non salutari.
Presente all’evento, la dottoressa Manuela Franchetti, dalla direzione generale ATS Brianza, ascoltiamo l’intervista:
I RISULTATI
Le testimonianze, preziose, delle aziende che sul palco di Assolombarda hanno raccontato la loro esperienza, hanno palesato quanto il progetto sia stato ben recepito. Soprattutto come si stia ben radicando nel territorio come buona prassi da seguire. “Sono circa 10 anni che siamo sul territorio con questo programma”, ha testimoniato la dottoressa Franchetti che ha poi specificato come i numeri delle aziende aderenti siano in crescita. “Ci sta aiutando molto – chiosa – la sinergia con le diverse associazioni di categoria, come ad esempio Assolombarda, che ci aiutano a veicolare il messaggio presso le aziende a loro affiliate”. I numeri ne sono una conferma: sono oltre 300 le aziende fino ad oggi premiate.
A tal proposito, per onore di cronaca va ricordato che Assolombarda supporta le imprese sul tema salute e sicurezza con incontri informativi, consulenze, progetti tra rspp e hse manager. Attraverso l’apposita piattaforma confindustriale RSPP Italia, è poi possibile condividere informazioni, approfondimenti e aggiornamenti tecnici in materi di salute e sicurezza.
Inoltre le imprese hanno a disposizione momenti di formazione con i corsi erogati da Assolombarda Servizi. Per maggiori informazioni visita la seguente pagina: (http://www.assolombardaservizi.it/)
Salute e benessere. Prima di tutto un fatto culturale. Com’è cambiata la salute all’interno delle aziende che hanno partecipato al programma? “C’è sicuramente stato un salto culturale – ha risposto la dottoressa Franchetti -, al quale è corrisposto una maggiore attenzione al lavoratore, visto quindi dall’azienda non più come una semplice risorsa produttiva, ma come una persona a tutto tondo da tutelare”. Una maggior salute, del resto, è garanzia di una maggior produttività.
La dottoressa Franchetti, però, si sofferma su un punto in particolare. “Il beneficio maggiore di questo programma, è da attribuire alle persone stesse che diventano dei veri e propri moltiplicatori di salute“. Lo scopo del progetto non è quello di mettere in pratica delle buone abitudini perché “imposte” sul luogo di lavoro. L’obiettivo è quello di recepirle e utilizzarle sempre, anche nella vita quotidiana. “Ecco che allora – conclude la dottoressa – un lavoratore potrà portare le buona pratiche anche nelle mura della propria casa, educando la sua famiglia e, perché no, anche la sua cerchia di conoscenti”.