Coronavirus: da Besana parte la gara di solidarietà per le aziende del lodigiano

La proposta lanciata dal sindaco: organizzare una cena di solidarietà acquistando i prodotti alimentari di aziende della zona rossa in difficoltà.
Dare un segnale concreto di solidarietà nei confronti della popolazione del lodigiano che risiede nella zona rossa istituita per cercare di contenere il diffondersi del Coronavirus.
La proposta è stata avanzata dal sindaco di Besana in Brianza, Emanuele Pozzoli, che ha deciso di condividere sui social il messaggio inviato al primo cittadino di Codogno, Francesco Passerini: “Caro collega ti scrivo poche righe per rubarti poco tempo. Mi sapresti indicare un’ azienda alimentare del tuo territorio in difficoltà per questo periodo. Mi impegno ad acquistarne dei prodotti per sostenerla con la mia comunità”.
Un segnale di solidarietà nei confronti di un territorio che, anche a livello economico, sta vivendo un momento di incertezza che il sindaco Pozzoli ha voluto spiegare in questo modo ai propri cittadini: “Cari Besanesi, ho mandato questo messaggio al sindaco di Codogno, se risponde positivamente vi va di organizzare uno dei nostri pranzi solidali? Aiutiamoli, sono sicuro che loro lo farebbero per noi”.
La situazione economica nella zona rossa del lodigiano
Negli ultimi giorni proprio dai Comuni della zona rossa del lodigiano è arrivato un appello al governo affinché possano riprendere alcune attività, nel rispetto delle misure necessarie per il contenimento della diffusione del Virus. “Non vorremmo dover arrivare al punto di dire: l’operazione è riuscita, ma il paziente è morto – ha dichiarato il sindaco di Codogno riferendosi alle ricadute economiche e lavorative nell’area – Si sta rischiando di ammazzare l’economia con ricadute più ampie e che non riguardano solo il lodigiano o la Lombardia”.
Nei Comuni della cosiddetta zona rossa sono presenti 3400 imprese, in quella gialla 11 mila; 56 mila in totale i lavoratori. A guardare con preoccupazione il futuro, se la situazione dovesse protrarsi per tanto tempo anche gli allevatori con 500 cascine e 104 mila capi di bestiame. Un’intera economia che teme che la chiusura e la sospensione delle attività di questi giorni possa avere conseguenze pesanti anche nei prossimi mesi.
Foto Sindaco di Besana in Brianza. Emanuele Pozzoli, archivio MBNews