Coronavirus, il messaggio della pediatra: “Questa non è una vacanza, state a casa”

10 marzo 2020 | 14:11
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Coronavirus, il messaggio della pediatra: “Questa non è una vacanza, state a casa”

Una pediatra brianzola sta cercando di far passare un messaggio molto serio: “i giovani sono altamente contagiosi. State in casa, ne va della salute di tutti noi. Dobbiamo tutelare soprattutto i soggetti più fragili”.

Da questa mattina, martedì 10 marzo, tutta l’Italia è ufficialmente entrata in “zona protetta“. Concretamente, questo vuol dire che le restrizioni che fino ai ieri avevano interessato esclusivamente la Regione Lombardia e altre 14 province del nord Italia tra Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna, sono ora valide per tutto il Paese.

Con l’attuazione di misure più stringenti contro la diffusione del Coronavirus, le istituzioni hanno invitato i cittadini a rimanere in casa ed evitare assembramenti. Tuttavia, anche nella nostra provincia abbiamo assistito a momenti di aggregazione non giustificati, uno fra tutti l’assalto ai giardini delle Villa Reale della scorsa domenica.

L’invito del “restiamo a casa” sembra non convincere a pieno soprattutto i giovanissimi, che pur davanti ad un’emergenza sanitaria senza precedenti, sembra si ostinino a voler vivere la propria vita senza cambiare abitudini e stili di vita. Eppure fermarsi è l’unica soluzione per contenere la diffusione del virus.

Riportiamo a seguire il messaggio di una pediatra brianzola circolato i giorni scorsi su alcune chat di WhatsApp. La dottoressa si è rivolta direttamente ai genitore dei ragazzi, mettendoli in guardia sulle conseguenze dell’atteggiamento dei figli: «Ditegli di stare a casa. E’ il momento di essere responsabili».

La richiesta: “Tutti noi dobbiamo fare la nostra parte”

«Mi sento in dovere di scrivervi – si legge – perché in questi giorni si è reso evidente che i nostri figli adolescenti non hanno capito che non sono in vacanza e che devono rimanere in casa. È fondamentale che noi genitori chiariamo loro che non si devono riunire a casa dell’uno o dell’altro a giocare o guardare film, è fondamentale che non frequentino bar o pizzerie. Devono, se lo desiderano, al massimo, trovarsi in 2-3 all ‘aperto, per poco tempo, non al sushi, non a casa dell’ amica o del cugino. Gli adolescenti col virus sono perlopiù asintomatici, o hanno sintomi lievissimi come “tossetta” e “raffreddorino”, ma sono terribilmente contagiosi!».

«Tutti stiamo facendo sforzi importanti in questo periodo – prosegue – tocca anche a loro, anche loro devono fare la loro parte. Si chiama coscienza civile e solidarietà, si chiama rispetto per noi stessi, per i nostri anziani, per chi ha già malattie, per chi ogni giorno combatte contro la diffusione del virus, per chi poi li visita i malati, per chi purtroppo intuba povere persone in difficoltà. Dobbiamo responsabilizzare anche loro, è davvero importante…. Fate girare il più possibile».