Coronavirus, per le aziende Confimi Monza e Brianza decisiva l’incognita tempo

L’emergenza sanitaria colpirà duramente tutti i settori produttivi. Ma molto dipenderà dalla durata di questa crisi di sistema. Le voci delle Officine Locati, Omg Industry, CEE srl e Proval Service.
Nei giorni scorsi il premier Conte ha chiarito che il 31 luglio non è il termine delle misure restrittive legate all’emergenza Coronavirus. Realisticamente il nostro Presidente del Consiglio spera e crede che l’Italia possa tornare alla (quasi) normalità molto prima. Quando? Nessuno, al momento, sa dirlo.
Ma proprio il fattore tempo rischia di essere la vera incognita x dell’equazione della ripresa economica. Un peso ancora maggiore, probabilmente, degli investimenti e degli incentivi che lo Stato italiano e l’Unione europea riusciranno a mettere in campo. Almeno questa è l’opinione di quattro aziende associate a Confimi(Confederazione dell’industria manifatturiera e dell’impresa privata) Monza e Brianza.
Officine Locati, OMG(gruppo Caloni), CEE srl e Proval Service, infatti, mettono naturalmente in conto di dover fare sacrifici. Ma ritengono fondamentale una quanto più rapida conclusione dell’emergenza sanitaria e il ritorno alla piena attività lavorativa.
Gli associati Confimi confidano soprattutto su una fortissima voglia di ripartire e sulle proprie capacità imprenditoriali. Anche se non mancano di rivolgere un accorato appello al Governo italiano perché, senza indugio e sin da ora, non si dimentichi delle tantissime Pmi del nostro Paese.
LA SITUAZIONE
Hanno praticamente chiuso la propria attività o, comunque, l’hanno ridotta davvero al minimo. Perché, tra smart working e produzione legata a settori industriali essenziali, in fondo non si stacca mai definitivamente la spina. “Abbiamo chiuso la produzione già prima di metà marzo perché abbiamo ritenuto che la sicurezza dei nostri dipendenti e quella dei fornitori fosse più importante” spiega Guido Locati, terza generazione di un’azienda manifatturiera, Le Officine Locati, monzese con quasi 100 anni di storia e un nome consolidato nel settore delle chiusure, recinzioni e grigliati.
“Attualmente abbiamo 5 dipendenti amministrativi che lavorano in smart working e ci siamo già mossi per la richiesta di cassa integrazione – continua – per fortuna, prima di fermarci, ci siamo organizzati per tempo con spedizioni ed ordini”. E’ stata aperta fino a lunedì 23 marzo la CEE (Costruzione Equipaggiamenti Elettrici) srl. Che, avendo a disposizione nella sua sede di Lodi Vecchio ampi spazi in rapporto al numero di dipendenti, ha potuto rispettare le disposizioni governative senza chiudere subito i battenti.
“Sin dai primi giorni dell’epidemia Coronavirus abbiamo ridotto al minimo l’apertura all’esterno, ad esempio ai fornitori – chiarisce Fabio Nupieri (nella foto in alto), Referente per la formazione e il Piano nazionale Industria 4.0 della CEE srl – i vertici aziendali continuano a lavorare in remoto e mantengono un filo diretto con i dipendenti rimasti a casa, anche per gestire il loro aspetto emotivo”.
Omg e Proval Service hanno, invece, circa un terzo dei propri dipendenti ancora pienamente in servizio. “Nei nostri stabilimenti di Cinisello Balsamo e Prato abbiamo una trentina di lavoratori operativi per gli aspetti tecnico-commerciali e di assistenza legati a nostri clienti che operano nei servizi essenziali” afferma Andrea Caloni, al vertice della Omg Industry, azienda specializzata in carrelli elevatori, chiusure industriali e verniciatura industriale, acquisita nel 2015 dal Gruppo Caloni.
“Il nostro settore, l’elettronica, è molto vasto e abbiamo clienti importanti, come Leonardo e Bticino, che lavorano in settori strategici e anche in questo periodo non possono fermarsi – spiega Marco Vismara della Proval Service, azienda con sede ad Osnago – per questo, pur nel rispetto delle norme, la nostra attività continua con i dipendenti indispensabili alla produzione, mentre gli altri o sono stati messi in ferie o lavorano da casa”.
LE PROSPETTIVE
Negli ultimi anni la nebbia si è vista molto poco anche nel Nord Italia. Ma ora la sensazione delle aziende nel pensare al loro futuro prossimo è proprio quella di trovarsi in un cumulo denso dove non si vede nemmeno a pochi metri. “Dipende tutto da quanto durerà l’emergenza Coronavirus – sostiene Locati – noi, per fortuna, apparteniamo ad un settore che potrà essere meno colpito di altri dalla crisi che arriverà, ma il problema economico è generale, molto più che dopo il 2008”.
D’altro canto le conseguenze negative non saranno certamente solo lombarde. “E’ una crisi di sistema, ma non possiamo permetterci il lusso di piangere – afferma Nupieri della CEE srl– l’economia oggi è tutta correlata e, quindi, i danni si diffonderanno a catena. Noi avevamo in programma di completare gli investimenti nell’Industria 4.0, aprire una nuova sede in Calabria per implementare la produzione e un ufficio dedicato all’estero, ma ora dovremo valutare”.
Non manca, comunque, l’ottimismo, che è tipico dell’imprenditore. “Dovremo stringere la cinghia, ma credo che per quanto riguarda noi gli scossoni saranno contenuti se la situazione Coronavirus si risolve entro metà aprile – sostiene Caloni della Omg – in portafoglio abbiamo ordini consistenti sia in Italia che all’estero”. E c’è perfino, anche in questo momento, l’orgoglio di essere italiani. “Vedo gente che si lamenta ogni giorno, ma credo che tutti stiamo reagendo bene – afferma Vismara (nella foto in alto) della Proval Service – l’Italia è il Paese in cui, in questa situazione, sono contento di vivere”.
LE RICHIESTE
In tanti stanno paragonando l’emergenza Coronavirus ad una guerra. Anche perché i danni economici e sociali per l’Italia, e non solo, potrebbero essere i peggiori dalla fine della Seconda guerra mondiale. “E’ necessaria un’economia di guerra per uscire da questa crisi – sostiene Nupieri – lo Stato, come sostenuto anche dal presidente nazionale di Confimi, Agnelli, non deve fare solo da garante, ma, entro 15 giorni, erogare alle Pmi soldi in prestito a tasso zero e da restituire entro 15 anni”.
“Inoltre bisogna bypassare il discorso del merito creditizio delle banche e ripristinare l’impianto dell’Industria 4.0 con il credito d’imposta, il super ed iper ammortamento – continua – in caso contrario rischiamo di perdere interi pezzi di filiera”.
Invoca un intervento deciso del Governo italiano anche la Omg. “Per sostenere le Pmi non bastano certamente l’attivazione della cassa integrazione e il rinvio delle rate – afferma Caloni – noi siamo abituati a fare da soli, ma lo Stato deve prevedere investimenti più cospicui di quelli annunciati”.
In attesa di sviluppi, sicuramente dovrà essere rivisto l’entusiasmo per un 2020 che, per alcuni, era iniziato bene. “Rispetto al 2019, quest’anno eravamo partiti con un 30 per cento in più di fatturato e abbiamo diversi ordini da portare avanti” spiega Vismara.
Intanto qualche segnale positivo sembra essere già arrivato dal sistema creditizio territoriale. “Le banche con cui lavoriamo, in particolare la BCC di Carate e la Bpm di Milano, hanno capito le difficoltà delle aziende in questo momento – afferma Locati – ad esempio hanno recepito, ancora prima di aver precise disposizioni, il rinvio delle rate del mutuo e del leasing”.